Per gli amanti del Gasolio (Vin Diesel = Vincenzo Gasolio) ecco un altro capitolo della saga che ha segnato l’ingresso del tuning in Italia e la sua diffusione a livello molecolare. In questa pellicola ai nostri eroi è toccato il compito più arduo: girare il film con un morto. Come sarà andata? Buona lettura!
La trama
Jason Statham decide che è ora di vendicarsi e vuole sterminare la famiglia di Toretto, eliminando anche Dwayne Johnson. Ovviamente loro non ci stanno e inizia una guerra combattuta fino all’ultimo cavallo, con acrobazie spettacolari e dialoghi da bar di paese. Dovranno rubare e bloccare l’occhio di Dio, un super software che utilizzando le telecamere di tutto il mondo (dai cellulari a quelle del controllo del traffico) riesce a rintracciare Osama Bin Laden in due ore, minuto più minuto meno, per impedire ovviamente che finisca il mondo così come lo conosciamo.
Il film
A parte le battute acquistate all’Eurospin la domenica in sconto al 45% il film è realizzato bene: molti emuli di questa saga hanno sfornato copie per drogati di benzina, con qualche spogliarellista e garini giustificabili in un bagno di terza media. Fast and Furious ha evoluto e innalzato a semi-dio la figura del tamarro, associando una connotazione positiva di stampo siciliana (il valore della famiglia, il rispetto, l’aiuto reciproco, le regole della strada e così via…). Le lacrime quindi scorrono, quando ci imbattiamo in flashback emozionanti inerenti i 6 capitoli precedenti della saga.
Inseguimenti al fulmicotone, adrenaliniche esplosioni condite da acrobazie degne di Houdini ci ricordano che il circo è arrivato in città e rivendica il suo status di maschio alfa: dopotutto nessuna serie pompata a NOS e benzina è mai riuscita a durare così tanto, per cui uno sforzo a livello di trama (che ormai ricorda Beautiful) è stato fatto.
Fast and Furious, ad oggi, è entrato nei film d’azione relegando l’aspetto corse ad un piacevole condimento ma allontanandolo dal tema principale, per poter introdurre nuovi elementi e drammi familiari annessi.
Un grande assente
In questa pellicola però, goliardia a parte, c’è la malinconia di fondo per un grave lutto successo durante la realizzazione del film: Paul Walker ha avuto un incidente ed è morto incendiato nelle lamiere, per cui il film è entrato in pausa per concedere tempo ai produttori di risolvere il problema. Esclusa la cancellazione della pellicola sono ricorsi a tutte le tecnologie possibili: hanno chiamato i due fratelli di Paul per la fisionomia e la voce (fondendole insieme), mentre per il viso hanno fatto un copia-incolla di tutte le scene eliminate, incluse quelle dei film precedenti, in modo che Paul Walker riesca, seppur in modo artificioso, ad arrivare fino alla fine del film.
Anni fa queste tecnologie non esistevano e si sarebbe dovuto spiegare, con uno stunt-man magari, la morte improvvisa dell’attore nella trama: in questo modo, almeno nella finzione cinematografica, Brian O’Connor potrà vivere felice, allevare due bambini e dedicarsi ad un orto con cipolle, ravanelli, sedani e zucchine per crescere la sua famiglia nel nome del protossido d’azoto (NOS).
Concludendo
Acrobazie spettacolari, esplosioni come se non ci fosse un domani, auto che attraversano edifici a svariati km d’altezza, Roman Pierce che riesce ad offendere diverse culture parlando di smanettoni e nerd ma anche amore, sentimenti e cameratismo: Fast and Furious ha una marcia in più (la settima, probabilmente) e riesce a colpire i nostri cuori pompati a ottani di benzina.
Di solito a questo genere di film assegno un voto da 5 a 7 ma il lavoro svolto per compensare la presenza di Paul fino all’ultimo fotogramma è stato notevole e voglio premiarli: hanno superato il classico amarcord trasformandolo in un atto d’amore e riconoscenza per chi ha fondato questa saga insieme a Vin Diesel. Complimenti.
Voto 8/10
Marco