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Riunitosi con l'ex amico O'Conner - divenuto nel frattempo un agente federale -, i due si metteranno sulle tracce del boss messicano Braga, nuovo leader dell'importazione di droga negli States.
Ovviamente riusciranno ad entrare nelle grazie del boss stesso, e grazie alla consueta abilità al volante, ad assicurare il cattivo alla giustizia.
Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e di fronte all'incarcerazione di Toretto, O'Conner sarà costretto a scegliere definitivamente da che parte stare.
La cavalcata attraverso la molto discutibile saga di Fast and furious, iniziata a causa del Free drinkdi quello scellerato di Cannibale e mossa principalmente dalla curiosità di scoprire se il quinto capitolo sia clamorosamente tamarro e divertente come dicono in giro si accinge ad arrivare - finalmente - alla sua conclusione.
Se non altro, rispetto all'indegno Tokyo drift, in questo quarto capitolo tornano alla ribalta i due protagonisti della prima pellicola, ancora una volta a metà strada tra l'amicizia e la rivalità serrata, a dare un pò di spessore ad una vicenda che , altrimenti, troverebbe la sua collocazione tra le più dimenticabili delle esperienze di serie b che si possano fare rispetto al genere action.
Certo, si tratta della garanzia che possono dare ad una pellicola Vin Diesel e Paul Walker - quindi non molta, a conti fatti -, ma almeno la loro presenza riesce a rendere quantomeno digeribile con qualche risata uno script fuori tempo massimo che, ai tempi d'oro - e parlo della metà degli anni ottanta - si sarebbero potuti permettere solo mostri sacri come Sly o Van Damme.
Si nota anche un deciso balzo in avanti rispetto alla seconda pellicola della serie per quanto riguarda le parti dedicate alle corse in macchina, assolutamente improponibili ed irrealistiche ma perlomeno divertenti, tendenzialmente associabili a quelle che si finisce per fare nei videogiochi legati a questo argomento - dalla serie di Need for speed al Midnight club della celeberrima Rockstar Games, chiaramente ispirato a questa serie -.
Quello che, onestamente, ho digerito meno dell'intero film, è stato il tono socialmente distorto con il quale sono presentate la figura di Toretto, nonchè - cosa ben peggiore - quella del suo compare O'Conner: perchè se in Point break l'affascinante Bodhi non viene risparmiato, così come Tony Montana o Carlito Brigante - per citare due figure recentemente trattate da queste parti -, Toretto non solo la scampa, ma anche di fronte alla sentenza di incarcerazione avvenuta in seguito alla coraggiosa scelta di restare passa pure per il bravo ragazzo della situazione, posizione aggravata dalla scelta finale di O'Conner che, come il stesso avversario Braga dichiara, più che un buono che si finge cattivo è un cattivo che si finge buono.
Ora, forse sono io a voler dare uno spessore eccessivo ad una serie che non merita nulla se non una visione - e pure di sfuggita - ma non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che pellicole di questo tipo, chiaramente indirizzate ad un bacino d'utenza giovane e poco riflessivo - e ho usato parole assolutamente da gentleman per l'occasione -, siano colpi bassi in pieno stile televisivo capaci di mettere in crisi e portare all'inevitabile confusione i ragazzini che escono esaltati dalla sala pensando che sia giusto e soprattutto figo quello che hanno appena visto.
Certo, fanno lo stesso anche con Tony Montana, e una generalizzazione di questo tipo è discutibile almeno quanto la scelta stessa della sceneggiatura, eppure non riesco proprio ad accantonare il pensiero che, una ventina d'anni fa, a noi bambini negli anni ottanta veniva mostrato come cambiare presa a braccio di ferro e quanto quella stessa presa fosse inesorabilmente invincibile o come, una volta trovato il giusto maestro, avremmo regolato i bulli del quartiere ad un torneo di arti marziali chiuso con un improbabile quanto magistrale colpo della gru.
Ora, invece, qualcuno ci suggerisce che, se siamo poliziotti ed un nostro amico dalla fedina penale lunga un chilometro - ma simpatico e legato alla famiglia - si consegna e viene condannato pur avendo aiutato la giustizia, noi dobbiamo fare il possibile affinchè torni alla libertà.
E ovviamente, in pieno stile studioapertiano, nessuno rivelerà mai che fine potrà aver fatto il resto dei detenuti presenti sul bus diretto al carcere insieme al buon Toretto.
Non si sa mai che si possa lanciare un messaggio davvero negativo.
Del resto, si parla di cattivi travestiti da buoni, non di buoni travestiti da cattivi, giusto!?
Per favore, Expendables, venite da queste parti e rendete giustizia ai buoni, vecchi eroi degli anni d'oro del grande Real. Perchè di questi montati dalle macchine grosse e colorate non sappiamo proprio che farci.
MrFord
"I remember we were driving driving in your car
the speed so fast I felt like I was drunk
city lights lay out before us
and your arm felt nice wrapped 'round my shoulder
and I had a feeling that I belonged
and I had a feeling I could be someone, be someone, be someone."
Tracy Chapman - "Fast car" -
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