L’imposta verrà estesa a tutte le aree vulcaniche in Italia, pertanto i Comuni interessati sono prevalentemente quelli meridionali: ovvero le località situate in prossimità del Vesuvio, Ischia, Stromboli, Lipari, Vulcano, i Comuni a ridosso dell’Etna, Pantelleria. La tassa potrà essere riscossa dalle guide locali.
Il provvedimento già presume che i Comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori o nel cui territorio vi siano isole minori possono applicare, al posto della tanto discussa tassa di soggiorno, una tassa di sbarco di 2,50 euro. Tuttavia, questa imposta potrà salire fino a 5 euro in determinati periodi di tempo: l’emendamento, approvato in Commissione e firmato dall’Aula, prevede, nello specifico, la possibilità per questi Comuni di introdurre l’imposta “in relazione all’accesso a zone per motivi ambientali disciplinate nella loro funzione, in prossimità di fenomeni o attività di origine vulcanica”.
La norma è stata inserita nel provvedimento 1149, un disegno di legge denominato “Misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio”. Il decreto legge si occupa un po’ di tutto, dai debiti delle ferrovie campane ai rifiuti di Roma; passando per l’imposta di sbarco sulle isole minori. Ed è proprio ai commi 19-20 che spunta la tassa.