Non ci siamo ancora del tutto ripresi dal recente annuncio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo il quale un consumo eccessivo di carni rosse può favorire l’insorgenza di cancro al colon, che ecco venir fuori un nuovo studio sull’argomento, condotto presso l’University of Texas, e che attacca la cottura della carne come uno dei principali fattori di rischio per la nostra salute.
La ricerca scientifica pubblicata sulla rivista di settore Cancer indica non solo che i consumi di carne possono aumentare la probabilità di tumore, ma che è il tipo di cottura ad incrementare ancora di più il pericolo della malattia. Sotto accusa sono le carni fritte e le carni grigliate, le cotture a “fiamma aperta” o ad elevate temperature perchè, secondo i ricercatori, il calore proveniente dalla cottura va a scatenare una reazione chimica che porta alla produzione di alcune sostanze chiamate “ammine eterocicliche”. Questi composti aumentano, di fatto, il rischio di carcinoma per le cellule renali, andando a favorire la comparsa di un cancro al rene.
Lo studio che ha analizzato il tipo di alimentazione di 1.350 individui, metà dei quali con una diagnosi di cancro al rene, ha confermato come il consumo eccessivo di carne cotta può essere tra i fattori a rischio per lo sviluppo del tumore al rene evidenziando una percentuale di circa il doppio della probabilità di incorrere nella malattia. Gli scienziati, però, hanno anche evidenziato come un ulteriore variabile da prendere in considerazione è la risposta individuale alla produzione delle ammine eterocicliche: alcune persone che presentano determinati geni, infatti, sono molto più sensibili, rispetto ad altri, agli effetti dannosi provocati dalla reazione.