La dolce e tranquilla nenia si compone sulle corde della chitarra acustica di Father John Misty. Dietro la sua barba e dietro al suo enigmatico nome si nasconde l’altrettanto misteriosa maschera di Josh Tillman.
L’ex batterista dei Fleet Foxes ha deciso di dedicarsi al suo lavoro da solista e per farlo si è ritirato per un po’ di tempo dalle scene, girovagando in caravan lungo la costa del Pacifico.
Non ha mai smesso di sentirsi vicino, musicalmente parlando, al folk-rock. Anzi, andando a vivere nel Laurel Canyon, i suoi polmoni hanno assorbito pienamente l’aria di quel luogo, impregnando così ancor di più la sua voce di armonia e malinconia.
Da qui scaturisce Fear Fun, titolo che indica contraddizione soltanto sulla carta, perché in realtà è perfettamente coerente e scorrevole in tutta l’atmosfera che riesce a creare. I brani sono suggestivi nella loro composizione, con una punta di contaminazione elettronica solo leggermente avvertibile; si ascolti il rock americano di “Hollywood Forever Cemetery Sings”.
Riscalda la poesia della duttile voce, passando dal flebile all’energico.
A cominciare da “Fun Times in Babylon”, con quei coretti che tanto ricordano i Fleet Foxes e i falsetti di “Nancy from Now On” e di “Misty’s Nightmares 1 &2”.
Nei passaggi che si susseguono si attraversano svariati stili che caratterizzano l’ossatura di questo lavoro.
Il blues e il country ne sono indubbiamente la colonna portante. Country che a tratti riesce ad essere solare, come in “Tee-Pee’s 1-12”.
Dal repertorio classico Tillman tira fuori naturalmente anche le ballad, “O, I long to feel your arms around me” e “Now I’m learning to love the war”.
Dicevamo repertorio classico che il nostro rimpasta per creare nuove forme di espressione, sempre con una certa cura del dettaglio.
Un tipo di cantautorato con approccio più intimistico e distante dalla quotidiana vita frenetica; Father John non sembra mosso dal desiderio spasmodico di notorietà, piuttosto pare alla ricerca di uno spazio, di un rifugio privato in cui riversare tutta la sua musica.
E anche questo aspetto la rende inevitabilmente particolare e fuori dai soliti canoni…