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"Fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani"

Creato il 18 febbraio 2011 da Wordsinsound
La prima parte del Festival di Sanremo che ha visto come ospite Roberto Benigni ha raggiunto i 15,398 milioni di telespettatori per uno share del 50,23%.
Sembra esserci, nel corredo genetico di noi Italiani, un qualche cromosoma comune particolarmente intollerante nei confronti della politica, all'arte e, in generale, di tutto ciò che è italiano e che viene trasmesso su un qualunque tipo di schermo o scritto su un qualunque quotidiano nazionale. Espressioni quali "comunista!", "fascista!", "vai a studiare!" ecc...sono l'ABC nel nostro Paese. Visualizzate un qualunque video su Youtube attinenete alla politica.
La nostra è la Nazione che si prepara a festeggiare i 150 dalla sua unità. Strano ma vero. E strano, ma pur sempre verissimo, è che se ne parli ancora sottovoce così come è strano, e anche questa volta vero oltre ogni misura, che ci sono Italiani, in Italia, che hanno a cuore la propria terra. Ci sono ragazzi, come quelli che stanno leggendo questo articolo, che hanno deciso di informarsi, di capire, di sviluppare un' identità nazionale vera. "L'Italia è il Paese più bello al mondo", ma guai a chi parla di politica o di storia in televisione o sui giornali!. Conviene, alla fine, credere in quello che si vuole e pensare quello che si vuole senza mai considerare gli altri punti di vista. Che importa se a parlare è uno dei personaggi più illustri della nostra scena culturale se poi, alla fine ,è di Sinistra? Così come che importa se ad aprirci gli occhi sono le parole di un letterato che, alla fine, è di Destra?
"Fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani" diceva
Massimo D'AzeglioSugli Italiani ci stiamo ancora lavorando; è quantomeno rassicurante sapere che sotto il fango gettatoci in faccia dalla villa di Arcore, dalle minorenni, dagli abusi di potere e dalla disinformazione generale ci sono ragazzi e ragazze giovani pronti a fare il futuro di questo piccoletto, assurdo Bel Paese. E sono lì, con le maniche rimboccate e tanta, tanta voglia di cambiare.
Quelle di Benigni non sono parole che strizzano l'occhio al nazionalismo. Molti diranno il contrario, molti ancora diranno che è facile influenzare le idee dei giovani narrando le gesta degli antichi condottieri, altri si attaccheranno al fatto che ci è bastato vedere un cavallo bianco per cadere di nuovo nel mito di Garibaldi. Per non parlare di chi si appellerà ai classici intramontabili quali: "comunisti ignoranti". La cultura non è di parte.

Se possiamo criticare l'Italia, oggi, è solo grazie a chi l'Italia, 150 anni fa, l'ha fatta.
Spazio ai commenti, quindi. Ce ne saranno, spero.
P.S. = non fate caso alla qualità dei video, presto ci sarà di meglio in giro. Trovate tutto anche sul sito della Rai.
R.Clockheart

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