Fatti and Fotti (Tokyo Sheat) una giapponesina a Tokyo

Creato il 19 giugno 2013 da Dennyb @Denny_B1
The Fast and the Furious: Tokyo Drift

Fonte foto: www.impawards.com

"Potrei chiamarti una volta alla settimana, oppure ogni ora, non mi interessa se sei a letto con la febbre oppure con Beyonce, io ti chiamo e tu arrivi."(Han)
"Fidati"
(Denny B.)

Fast and Furious si prende una vacanza. Se la sua ultima meta era stata Miami, con il pessimo sequel di cui ho parlato ieri, la scelta della località dove ambientare il terzo film della saga è ricaduta sul Giappone, più precisamente a Tokyo. E la scelta del regista, dopo Rob Cohen nel primo e John Singleton nel secondo, è ricaduta su Justin Lin, che ha poi accettato di girare tutti i film successivi. Un cast rinnovato, un nuovo regista, una nuova località e una nuova tipologia di corsa - il drifting (il derapare, insomma) è stato sufficiente per far ritornare la saga ai fasti del primo Fast and Furious?


"Pronti. Partenza. Vai col porno. A bombazza."

Sean Boswell (Lucas Black) è un pivellino delle corse automobilistiche illegali, che gli forniscono una temporanea fuga dalla situazione familiare non proprio idilliaca e dall'aura di  superficialità tipica che circonda i college americani, ma che lo rendono un potenziale fuorilegge per le autorità locali. Dopo una una corsa illegale finita male, la madre, per evitargli il riformatorio, lo manda dal padre che è un militare di stanza a Tokyo in Giappone. Pur non conoscendo una parola di giapponese  Sean non fa fatica a trovare un nuovo amico, Twinkie (Bow Wow) che lo introduce nel mondo sotterraneo del drifting. Qui non ci mette molto ad attaccare bottone con Neela (Nathalie Kelley), una delle ragazze più belle, che però è la preferita di Takashi "Drift King" (Brian Tee), una mezzatacca di criminale, nipote di un potente capobanda della Yakuza. In una corsa Sean perde e distrugge l'auto che gli era stata prestata da Han (Sung Kang), un socio di Takashi, che però decide di aiutarlo a imparare i segreti del drifting, perché stufo della spacconeria di Takashi.

Denny B. sfreccia via da questo film.

Rispondendo alla domanda lasciata in sospeso: no. Non ci siamo neanche stavolta. Apprezzo lo sforzo di "originalità", ma non ci siamo, e faccio di no pure con la testa.
I responsabili del casting sono riusciti in un'impresa titanica: riuscire a trovare un attore più cane di Paul Walker. Ce l'hanno fatta. Non so come abbiano fatto, ma ce l'hanno fatta. Lucas Black è più cane di Walker. Se l'interpretazione di quest'ultimo nel primo Fast and Furious era sufficiente, la performance di Black, che è stata l'ultima grazie a Dio per quanto riguarda la saga, è da considerarsi violenza visiva, e dovrebbe essere punita per legge (immaginatevi quanti dovrebbero andare in galera!). Monoespressivo, monotematico, monopalla, monotutto, mo' m'hai rotto le palle.

"So già da domani che mi toccherà fare per campare. Lucidare
gli addominali a Vin Diesel."

Ma ce n'è anche per Brian Tee, un "cattivo" ai limite del cliché, però a tratti più espressivo di Black. Poi c'è la donzella Nathalie Kelly (che ha fatto un video con Bruno Mars, oddio ho un conato), bellissima per carità di Dio, ma vale lo stesso discorso che ho fatto per Eva Mendes, puoi essere bella finché vuoi, ma se reciti come un cavallo zoppo, non ti salva nemmeno Denny B. In ultimo c'è Sung Kang, che tornerà nei successivi film, che con la sua flemma, calma e pacatezza - ho finito i sinonimi - risulta il personaggio più carismatico del film e il più interessante. 

"Non sei riuscita a corromperlo, eh?"
"No. E' incorruttibile come Robespierre. Mi sa che gli faccio
fare la stessa fine."

Il regista Justin Lin compie un buon lavoro di regia in questo film che, cronologicamente parlando (sì, questa saga ha una cronologia, incredibile), si colloca dopo Fast & Furious 6. Gli sceneggiatori avrebbero dovuto mantenere una continuità narrativa, e non rifugiarsi in Giappone, e per tranquillizzare i fan della saga hanno aggiunto nel finale un cameo di Vin Diesel nei panni di Dominic Toretto. Ma questo non basta per salvarsi. The Fast and The Furious: Tokyo Drift è uno spin-off molto off. Hoffinito. 

"E meno male che hai finito che mi stavo a fa' du palle così. E
non guardare le mani, ma li bracci."

Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):

Titolo originale: The Fast and the Furious: Tokyo Drift

Paese di produzione: USA, Giappone
Anno: 2006
Durata: 99 min
Genereazione
Regia: Justin Lin
Soggetto: Chris Morgan
Sceneggiatura: Chris Morgan
Produttore: Neal H. Moritz
Produttore esecutivo: Ryan Kavanaugh, Lynwood Spinks, Clayton Townsend
Casa di produzione: Original Film, Universal Pictures, Relativity Media
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Fotografia: Stephen Windon
Montaggio: Kelly Matsumoto, Dallas Puett, Fred Raskin
Effetti speciali: James Bomalick, William H. Schirmer, Matt Sweeney, Industrial Light & Magic, Hammerhead Productions, Rhythm and Hues, CIS Hollywood, CafeFX, Pacific Title and Art Studio, Illusion Arts, Perpetual Motion Pictures, Digital Backlot, Hatch Production, Lidar Services, Gentle Giant Studios, Image G, Proof
Musiche: Brian Tyler
Scenografia: Ida Random
Costumi: Sanja Milkovic Hays

Interpreti e personaggi:

Lucas Black: Sean Boswell
Bow Wow: Twinkie
Nathalie Kelley: Neela
Sung Kang: Han Lue
Brian Tee: DK
Leonardo Nam: Morimoto
Sonny Chiba: Kamata
Zachery Ty Bryan: Clay
Nikki Griffin: Cindy
Keiko Kitagawa: Reiko
Jason Tobin: Earl
Lynda Boyd: Mrs. Boswell
Vin Diesel: Dominic Toretto

Doppiatori italiani:

Fabrizio Manfredi: Sean Boswell
Davide Perino: Twinkie
Stefano Crescentini: Han Lue
Francesco Pezzulli: DK
Massimo Corvo: Dominic Toretto

Denny B. 




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