Magazine Per Lei

Fatti mandare dalla mamma

Creato il 10 settembre 2010 da Shappare
Io, di solito, non ho problemi con i genitori di amici o fidanzati.
Piaccio ai papà, sono simpatica alle mamme.
Certo, questo accadeva prima di incontrare Lei, la mia Nemesi: Lady Marian.
Un po' calabrese, un po' francese, un po' piemontese, sicula d'amore e d'adozione, dentro e fuori dalle caserme di mezza Italia: praticamente, un mix letale.
Superfluo dire che mi vede come colei che le ha portato via il figlio più perfetto che una mamma possa desiderare.
L'ho intuito tre anni fa, quando mi apostrofava con l'appellativo colmo d'affetto di "Quella".
[Lo so, è un po' impersonale, ma vi assicuro che traboccava proprio, d'affetto.
"Ti affetto", più che altro. Ma è uguale].
Poi, da donna combattiva qual è, ha arguito che per meglio vincermi avrebbe dovuto conoscermi: così ha iniziato a invitarmi a casa.
"La ringrazio, non si deve disturbare"
"Nessun disturbo. Tanto tu e D. siete amici"
[Frase ripetuta un x numero di volte e che io ho sempre finto di non sentire o comprendere: meglio passare per ritardata piuttosto che battersi con Lei].
Alla prima di queste cene, ho ben pensato di sedermi, mangiare, annuire, bere, mangiare, fare i complimenti per il cibo, tacere, tacere, tacere. E c'ero quasi riuscita, mordendomi la lingua quanto bastava a non impedire l'ingerimento dei gamberetti di nassa. Ma al lavaggio-piatti, Lady Marian attacca con il panegirico del figlio.
Io annuisco pazientemente finché, dopo aver illustrato tutte le doti del mio "amico", lo mette a confronto con la sorella, preferita di papà e rea in quel momento d'essere fuori a cena.
Il panegirico si tramuta in filippica contro la sorella, dal titolo "E'-che-le-figlie-femmine-se-ne-strafregano-della-famiglia".
10...9...8...7...
Cerco lo sguardo di D., ma purtroppo ha abbandonato la stanza.
6...5...4...3...
"Non so perché ma se non ci fossero i maschi a portare avanti le fami..."
"Guardi, io non lo so, però mio fratello è partito una settimana fa per venire dalla fidanzata. Io mi sono sciroppata 1400 km in treno per vedere D. due giorni, perché sono rimasta con mio padre che faceva chemioterapia in ospedale, quindi eviterei le generalizzazioni".
Quest'estate l'ho vista poco, Lady Marian: tra cresime, caserma e soggiorno calabro, non ha avuto molto tempo per coltivare la sua passione per me.
Però era più in forma che mai: in cinque giorni scarsi è riuscita a:
  • Ripetermi altre due volte che ha visto il figlio digiunare tre giorni ("per causa tua, stronza bresciana" lo dicevano i suoi occhi), tant'è che alla terza volta D. le ha fatto soavemente notare che stava un po' "rompendo i coglioni" - "Davvero te l'ho già raccontato?" "Ehm... sì" "Ah. Bè, meglio, così è dimagrito!" "Francamente non mi pare ne abbia bisogno" -;
  • Invitarmi a casa per insegnarle a fare il salame di cioccolato (dolce che, tra l'altro, era stato galeotto tra me e D.), salvo boicottarmelo facendomi credere che i 250 g di zucchero sulla di lei bilancia fossero in realtà i 125 che servivano a me. E poi rifare il suddetto dolce (in maniera esemplare, of course) per tre giorni di fila, dopo la mia partenza;
  • All'ultima cena da loro, offrirmi della pasta al polipo (seppur si sia convinta - da sola - che non mi piaccia il pesce: forse per lei mi nutro solo di polenta e brasato); io non amo troppo la pasta, la mangio giusto una volta a settimana. Ma quest'estate, complice la pigrizia di Malli, l'ho mangiata ogni giorno. Così all'offerta di Marian, rispondo: "Grazie, ma solo per assaggiarla, ché dicevo giusto oggi a mia madre che non vorrei vedere pasta per una settimana". Lei allora riempie il piatto e me lo porge dicendo: "Bè, una volta a Brescia fai un po' di dieta", e sorride agli altri 20 convitati.
Sì, sei un osso duro, Lady Marian.
Ma sappi che i miei parenti, laggiù in Medio Oriente, si stanno attrezzando.

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