Ieri per noi Veneti è stata una giornata abbastanza di merda, c’è stato un temporale bruttissimo, in alcune zone una tromba d’aria ha distrutto tutto e, a chi è andata bene, la grandine ha “solo” fatto danni al beneamato orto. Quando hai l’orto e lo accudisci come un bambino speri nella pioggia e temi la grandine, sai che arriverà, la senti nell’aria, ti piazzi davanti alla finestra e aspetti, poi la guardi e cerchi di quantificare i danni che farà, poi ti ripeti di essere ottimista e quando iniziano ad arrivare i chicchi grossi bestemmi. Alla fine bestemmi sempre, bestemmiano tutti quando arriva la grandine, ho bestemmiato anch’io che fino ai 13 anni avevo così tanta paura di andare all’inferno che i film porno non li guardavo.
Ma la grandine è solo la terza cosa peggiore che mi è successa ieri, al secondo posto troviamo la prova palese ed inequivocabile della mia stupidità. Ieri ho fatto quello che faccio sempre ad una settimana dalla partenza, non la valigia, compro il biglietto. Fare tutto all’ultimo minuto è un’arte ed un obiettivo che porto avanti da anni, fare tutto all’ultimo minuto ed essere una persona fondamentalmente stupida è un problema che mi perseguita. Ieri mi sono recata in agenzia, la ragazza ha iniziato ad indicarmi tutti i dettagli del viaggio ed io automaticamente rispondevo sì, la stavo ascoltando? No. Mi ero persa nei meandri della mia mente, avevo lo stesso sguardo che hanno gli eroinomani quando ti guardano ma non sentono. Ecco, in quella condizione di evidente incapacità mentale io ho prenotato un biglietto per l’India, tant’è che quando arrivai a casa e mio marito ricevette il biglietto via mail, mi chiamo e disse: “ma non dovevi partire il 18 luglio? Allora perché hai prenotato per il 18 agosto?”. Io basita resuscito dal mondo dei morti, mi siedo e sussurro “cazzo PCLPLDCDNT allora sono proprio stupida”. Sì perché con mio marito non posso riciclare la scusa: “ma sai io sono così, sono distratta, imprevedibile, sono un’artista!” Perché lui è un musicista e un artista vero, è una di quelle persone completamente imprevedibili che nei film e nei romanzi sono fichi e cool. Uno di quelli che a 16 anni guardi e pensi: “che fico, è così imprevedibile”. Poi lo sposi e ti ritrovi a sognare un uomo perfettamente prevedibile, uno di quelli che lo guardi negli occhi per cinque secondi e sai già cosa dirà, quando lo dirà, cosa farà, cosa non farà, uno di quelli che se lo guardi per dieci secondi riesci a capire se ti mollerà o no, ecco, in quel preciso momento ti ritrovi ad odiare tutti i romanzi rosa del mondo. In ogni caso, nonostante l’imprevedibilità, lui non è mai riuscito a prenotarsi un biglietto aereo sbagliando la data di partenza di un mese. E insomma a me questo basta per farvi capire quanto cazzo mi sento scema, e bionda.
Ma neanche questo errore susseguito dalla perdita di soldi è al primo posto nella mia giornata di merda. Dovete sapere che ieri ho avuto il miracoloso incontro con l’allergologo che per la modica cifra di 100 bigliettoni mi ha detto che sono intollerante a tutto e per tre mesi dovrò fare una dieta basata sulla depressione e il cibo sano. L’allergologo era un bell’uomo, simpatico, grosso al punto giusto, con mani enormi e frasi gentili. Quando guardai la lista e sorridendo gli dissi: “scusi qui c’è scritto niente vino, birra, superalcolici e niente carne di maiale…. Ma io sabato avrei una grigliata”. Lui mi guardò, e con un sorriso amorevole mi ripeté una lista infinita di cibi proibiti concludendo con: “niente vino, birra, superalcolici, carne di maiale e insaccati”. La mia faccia da gatta morta mista a mafiosetta non gli fecero cambiare idea. Mi ordinò delle pastiglie da 100 euro e mi rassicurò sul fatto che finiti questi tre mesi mi sarei sentita meglio.
All’uscita dalla clinica, povera e arrabbiata iniziai a fare quello che i veneti sanno fare bene, strinsi i denti ed accostai aggettivi più o meno fantasiosi a tutte le divinità che mi venivano in mente, credo di non aver risparmiato neanche Raffaella Carrà. Ricordo di aver preso la macchina e di essere andata da mia zia, perché solo lei sa cosa dire in momenti del genere. Entro in casa sua, le leggo la lista dei cibi proibiti, lei si mette una mano davanti alla bocca e sussurra: “mammmmmmmma” e mi abbraccia. Dal salotto mio zio urla: “Che cazzo magnito eora? Fen?” (che cazzo mangi allora? Fieno?). Io mi giro e lo vedo, statuario, in divano, un piede sulla sedia e l’altro a terra, sta guardando un programma in cui raccontano di come gli immigrati arrivano qua e dio s*****n da qua non si muovono. Gli rispondo: “zio non penso di riuscire a digerire neanche il fieno”. Lui allora fa una cosa che mi sorprende, smette di guardare la tv, si gira, mi guarda e dice: “Che vita de merda”. Si rigira verso la tv, sospira e ripete “hahahaha che vita de merda”. E insomma a me sembra che mio zio sappia sempre la verità assoluta di tutto.