"Fatti non foste a viver come bruti..."
Da Risveglioedizioni
“Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza.”
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno)
Di fronte al crescente interesse del pubblico per la questione Ufologica ed Extraterrestre, affrontare sotto una nuova e diversa luce entrambi gli argomenti, risulta un vero e proprio impegno sociale e morale, specie per quanti intendono portare coerentemente avanti queste tematiche, sia in Italia che nel Mondo. La prima segnalazione ufficiale da parte della stampa sugli UFO risale al 1947 e da allora, giornalisti, scienziati, ricercatori targati di vario tipo e titolo, nonché una nutrita schiera di semplici appassionati, hanno cercato di mettere in discussione con il loro atteggiamento la realtà oggettiva, ormai inequivocabile, di un fenomeno senza limiti di spazio e tempo, testimoniato da persone serie, esperienze individuali o di gruppo, fotografie, filmati rari ma autentici, rilevamenti strumentali, analisi di laboratorio, portando spesso alla luce una verità scomoda ed incredibile, capace, probabilmente, di innescare nelle masse un inarrestabile processo critico a livello scientifico, militare, politico, ma anche economico, energetico, sociale, psicologico e spirituale, etc. Tale risveglio, a livello planetario, innescherebbe una drammatica reazione a catena senza precedenti, esattamente come viene raccontato in un celebre aneddoto tibetano. Infatti, viene narrata la storia di un Rospo che aveva vissuto tutta la sua esistenza in fondo ad uno stagno, e un giorno, un altro Rospo proveniente dal mare, venne a fargli visita. "Da dove vieni?", chiese il Rospo dello stagno. "Dal grande oceano", rispose l'altro. "Quanto è grande il tuo Oceano?" "E' gigantesco." "Vuoi dire che è grande come un quarto del mio stagno?" "Più grande." "Più grande? La metà di questo stagno?" "No, molto più grande." "E'... grande come questo stagno?" "Non c'è para-gone." "E' impossibile voglio vederlo anch'io!" Se ne andarono insieme e quando il Rospo che viveva nello stagno vide l'Oceano, lo shock fu così forte che la sua testa esplose in mille pezzi. (Sogyal Rinpoche: “Il Libro Tibetano dei Vivi e dei Morti”). E' chiaro che, il Rospo dello stagno, mancava sia di Conoscenza che di Consapevolezza, due aspetti fondamentali per intraprendere un qualsiasi risveglio interiore e che, purtroppo, ancora oggi manca alla stragrande maggioranza del Genere Umano. Il termine Conoscenza non solo è strettamente correlato con quello di Consapevolezza, ma anche nella comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti attraverso l'esperienza o l'apprendimento, ovvero tramite l'introspezione. Conoscenza è un termine che può assumere significati diversi a seconda del contesto, ma ha in qualche modo a che fare con i concetti di significato, informazione, istruzione, comunicazione, rappre-sentazione, apprendimento e stimolo mentale. La Conoscenza, inoltre, è qualcosa di diverso dalla semplice informazione, per-ché entrambe si nutrono di affermazioni vere, ma essa è una particolare forma di sapere, dotata di una sua propria utilità. Mentre l'informazione può esistere indipendentemente da chi la possa utilizzare, e quindi può in qualche modo essere preservata su un qualsiasi tipo di supporto (cartaceo, informatico, ecc.), la Conoscenza esiste solo in quanto c'è una “Mente” in grado di possederla. In effetti, quando si afferma di aver espli-citato una conoscenza, in realtà si stanno preservando le infor-mazioni che la compongono insieme alle correlazioni che inter-corrono fra di loro, ma la Conoscenza vera e propria si ha solo in presenza di un fruitore che colleghi tali informazioni alla pro-pria esperienza personale. Fu con Socrate che la Conoscenza acquistò una valenza etica, venendo identificata essenzialmen-te al primato della riflessione individuale. Per Socrate infatti ogni conoscenza è vana se non è ricondotta alla propria auto-coscienza, a quella voce dell'Anima dotata di consapevolezza, in grado di esaminare criticamente e smascherare il falso sape-re dei sofisti, le nozioni "irriflesse" di coloro che si credono sapienti, ma che in realtà non lo sono (come tanti ricercatori del settore, italiani e stranieri). La vera sapienza nasce dunque dal conoscere se stessi, ma una tale conoscenza però non è insegnabile, né trasmissibile a parole, perché non è una tecnica e il maestro può solo aiutare l'allievo a partorirla da sé. A questo concetto si affianca anche la cultura Gnostica, la quale emerse come un movimento filosofico-religioso, molto articolato, la cui massima diffusione si ebbe tra il II° e il IV° secolo dell'era cristiana. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis, Conoscenza, appunto, anche se la definizione è piuttosto parziale, dato che l'etimologia della parola può essere tradotta in: "Dottrina della salvezza tramite la Conoscenza". Infatti per lo gnosticismo la salvezza dell'Anima dipendeva da una forma di Conoscenza Superiore e Illuminata (Gnosi) dell'Uomo, ma anche del Mondo e dell'Universo, frutto del vissuto personale e di un percorso di ricerca della Verità. Infine, secondo il concetto degli antichi greci, la Scienza, tanto reclamata e al tempo stes-so vituperata nelle indagini ultraterrene (che nei prossimi capi-toli andremo ad approfondire), incarnava il sapere certo, la co-noscenza esatta delle cose che si contrappone al concetto di Opinione: sapere volgare, incerto e alquanto vago. La conoscenza scientifica si esprime, secondo Aristotele, attraverso leggi e proposizioni universali che stabiliscono norme di comportamento senza eccezioni, collegate tra loro mediante catene di ragionamento logicamente rigorose, in modo da formare un sistema coerente; sistema che purtroppo, in molti casi ufologici non troverà alcun tipo di riscontro, lasciando ancora oggi la Scienza impotente e priva di risposte. Secondo una logica del tutto scientifica e “terrestre”, accettare l'esistenza di un disco volante o di forme di vita extraterrestri, significa ammettere chiaramente che i fondamenti della fisica del XX secolo sono in buona parte errati. Un principio generale che non ha mai trovato eccezioni in via sperimentale è la Terza Legge di Newton, la quale stabilisce che: “A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.” Poiché normalmente i postulati scientifici si imparano a memoria, è difficile percepire senza un ragionamento ed una consona riflessione, ciò che realmente implica questa legge, e cioè che non è possibile concepire una forza senza un punto d'appoggio o di un'altra forza. Questo spiega e giustifica il fatto che tutti i sistemi di propulsione creati dalla nostra civiltà esigano un punto d'appoggio esterno al veicolo, ad esempio l'automobile che si muove grazie alle ruote, che interfacciano il veicolo con un unico elemento, ovvero la superficie d'asfalto piana. Il disco volante, invece, per quanto si ipotizzi da studi seri e confermati, è un mezzo o dispositivo completa-mente chiuso, che si muove da sé senza alcun punto di appoggio esterno, quindi, un simile oggetto contraddice la Terza Legge di Newton, e pertanto la conclusione che ne deriva è duale: o la legge è falsa, o i dischi volanti così concepiti non esistono! Ma se si considerasse falsa la Terza Legge di Newton, allora tutta la fisica del XX secolo sarebbe una frode e si preferisce negare, da parte della scienza, l'esistenza di tali oggetti piuttosto che accettarli, semplicemente per sconveniente comodità. E' del tutto evidente che questo sistema di pensiero, specie per la nostra scienza, sta ormai divenendo sempre più stretto, pertanto, sulla base di questi concetti, scrivere un saggio su fenomeni alternativi o addirittura extraterrestri, può esse-re ancora oggi fuorviante, se si tende semplicemente a descrivere fatti e a formulare ipotesi su un fenomeno che non va più in là delle descrizioni legate alla visione che l'Uomo ha dell'ambiente e del sistema scientifico in cui vive, restando aggrappato nell'ambito delle opinioni. In definitiva, chiedere ad un ricerca-tore di queste tematiche di portare prove dell’esistenza di Civil-tà Extraterrestri, è come chiedere ad un uomo delle caverne di spiegarci cosa sia un automobile. La distanza evolutiva che ci separa (dall'Extraterrestre) è così grande da non poter essere ancora compresa e spiegata con i nostri attuali modelli di Co-noscenza. Risulta quindi necessario non essere scettici e miopi, ma piuttosto cercare, con mente aperta, di focalizzare le energie e ogni informazione proveniente da qualsiasi fonte, dalle esperienze personali a quelle della comunità scientifica, e non, per giungere ad una risposta chiara e concreta dell'enigma, anche se a prevalere possa essere, sicuramente, una spiegazione di stampo prettamente non-scientifico o persino extra-scientifico. Sulla base delle attuali conoscenze, pertanto, non si è in grado di dare alcuna spiegazione chiara se non quella di de-scrivere fatti e, cosa importantissima, focalizzare le coscienze di tutti gli uomini verso la presa d'atto che il fenomeno esiste, seppure ci troviamo soltanto all'inizio di una sua definitiva e totale comprensione.
Le tematiche extraterrestri sono una recente conquista da par-te della pubblica opinione, e la loro diffusione, mediante i mezzi di informazione, ha interessato soprattutto le giovani generazioni (grazie anche alla Fantascienza) attraverso la diffusione di: riviste specializzate, libri, programmi televisivi, nonché un approccio diretto verso le nuove tecnologie. E' del tutto logico pensare che parte della cultura dei nostri nonni, legata ad una società prevalentemente rurale, con un immaginario collettivo e popolare fatto di esseri fantastici, diavoli, fate e spiriti dei morti, possa essersi rinnovata nelle successive generazioni, trasformandole in entità aliene e ultraterrene. Il 1938 è stato spesso indicato come data d'inizio dell'Età dell'Oro della Fantascienza, quest'arte letteraria, resa ancora più affascinante con l'avvento del cinema, fu senz'altro un veicolo di potenza formidabile nella diffusione della tematica Ufologica ed Extraterrestre. L'aneddo-to della trasmissione radiofonica di Orson Welles trasmessa il 30 ottobre 1938 da una radio americana, che constava dell'a-dattamento del celebre romanzo di Fantascienza di H.G. Wells “La Guerra dei Mondi”, risulta essere ancora oggi l'esempio più conosciuto ed eclatante. La trasmissione consisteva in comunicati sempre più catastrofici, riguardanti la disfatta dell'esercito americano da parte di invasori sbarcati nel New Jersey e pro-venienti dal pianeta Marte, che si stavano propagando per tutta l'America, travolgendo al loro passaggio ogni resistenza e di-struggendo ogni forma di vita terrestre. I comunicati si alterna-vano a “realistiche” interviste dei pochi sopravvissuti, alle cui voci facevano da sottofondo effetti sonori alquanto terrificanti. La trasmissione era realizzata con un così vivo realismo che su un pubblico di sei milioni di ascoltatori, circa due milioni furono presi completamente dal panico e si riversarono nelle strade urlando, piangendo e cercando freneticamente scampo dagli i-potetici invasori. La sapiente regia di Orson Welles, riuscì ad enfatizzare uno dei romanzi più importanti della letteratura fantascientifica dell'epoca, presentando per la prima volta un es-sere Extraterrestre del tutto “Alieno”, con caratteristiche che risulteranno salienti nelle numerose “invasioni” che il nostro pianeta subirà nel corso del XX° secolo ed in quelli successivi, sia nella letteratura di settore, che nel cinema, sfornando al con-tempo, anche “Amici dello Spazio” (buffi e simpatici) con cui stipulare improbabili alleanze. La Fantascienza, però, ha sempre avuto una visione piuttosto cupa di queste realtà alternative e/o parallele, mostrando soprattutto l'uso e l'effetto di una innovazione sul piano politico, psicologico e antropologico e, di conseguenza, pregi e difetti di nuovi “mondi possibili”. In questo quadro si inserisce anche la questione dei MIB (Men in Black) o Uomini in Nero, caratterizzati sovente da impermeabili di colore nero che avrebbero più volte indotto al silenzio con varie minacce, diversi testimoni di eventi ufologici, specie negli USA. Il rapporto conclusivo della commissione Robertson del 1953, sottolineò come gli avvistamenti di UFO dovessero essere co-stantemente tenuti d'occhio a causa della loro grande influenza potenziale sull'opinione delle masse, specie se il fenomeno si fosse manifestato diffusamente. Infatti dagli anni 50 sono partiti dagli USA, non solo il boom della Fantascienza che ha imposto la possibile presenza degli Extraterrestri (buoni, cattivi, belli o brutti che siano), ma anche la corsa allo spazio che ha fatto sentire l'uomo, giunto nel frattempo sulla Luna, cittadino dell'Universo e parte integrante dei suoi immensi spazi. Tutti questi fattori influenzarono sicuramente le conclusioni del rapporto del comitato della NASA per gli “studi ad ampio raggio”, sottoposto al governo degli USA nel 1960, e ne derivarono riflessioni che coinvolsero i campi della psicologia sociale e del comportamento collettivo in genere. Tra l'altro non è un caso che i primi episodi di Abductions (Rapimenti da parte di Entità Extraterrestri), accertati ufficialmente attraverso una nutrita documentazione, si siano verificati attorno agli anni sessanta: celebri per l'epoca sono il caso dei coniugi americani Barney e Betty Hill, nonché dell'italiano Camillo Faieta, e che andremo di seguito a raccontarvi.
Autori: Ambra Guerrucci e Federico Bellini
Titolo: "Alla Conquista del Pianeta Terra"
Collana: Civiltà Extraterrestri - Libro I
Editore: Risveglio Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2015
Formato: Libro 14,80x21
Pagine: 400
Prezzo: € 18
ISBN: 9788899009021
ISBN-A: 10.978.8899009/021
Info: risveglioedizioni@live.com
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