Nel 1950 Scalfaro apostrofava a male parole una signora scollata (lo schiaffo sarebbe una leggenda, ma gli insulti probabilmente no): il colorito episodio, rivelatore, finì per provocare l’intervento della polizia (chiamata dall’onorevole), l'escalation di una querela per ingiurie (firmata dalla donna) e infine un insolito dibattito parlamentare (sul nulla). Successivamente, Fanfani stigmatizzava il divorzio come occasione di riscatto sociale per le "cameriere", capaci di portar via il marito alle Signore presso cui lavoravano: naturalmente gli italiani (e le donne) votarono in massa a favore del divorzio, dando ragione alle campagne referendarie dei Radicali italiani, e respingendo l'idea di Eva Tentatrice (se il matrimonio non funziona, non c'è laccio che tenga). Il PCI, d'altronde, in quegli anni oscurantisti aveva riservato un duro trattamento a Nilde Iotti, eletta grazie al suffragio femminile, introdotto in Italia solo un anno prima, con un ritardo sconcertante rispetto al resto del mondo civile: quando si venne a conoscenza della relazione con Togliatti, quella «vertigine davanti a un abisso» (raccontata dal numero uno di uno dei Partiti comunisti più forti d'Europa) venne avvelenata, goccia a goccia, dalle allusioni squallide di certa stampa: solo al corteo funebre di Togliatti, Iotti poté uscire finalmente allo scoperto; e la sua carriera, fino ad allora ostacolata da quel clima plumbeo catto-comunista di un'Italia arretrata, riuscì a decollare in maniera brillante. Segno che la futura Presidente della Camera dovette faticare doppio, compiendo veri salti mortali, per scrollarsi di dosso sordide accuse e cercare di scheggiare "il soffitto di cristallo" che tuttora impedisce al Fattore D di farsi largo nella società. In un'Italia dove la doppia morale, la cooptazione non meritocratica e un'opaca selezione della classe dirigente sono tuttora in auge, tanto da minare perfino la filosofia pro-donne delle Quote Rose della coraggiosa Lella Golfo.
Questi episodi non sono successi cent'anni fa. E vanno ricordati alle ragazze italiane per non non sottovalutare il #sessismo, in un un Paese dove il femminicidio uccide una donna ogni due giorni e mezzo e dove le violenze di genere sono un Male Oscuro da debellare. Nelle accuse di sessismo, ci sono cascati tutti i gruppi, dalle volgari insinuazioni di parlamentari del M5S contro le ministre alle più recenti orrende vicende in Senato. È ora di dire basta.
Ma in Italia sappiamo che dovremo sgobbare il quadruplo per affermare il Valore D, la Womenomics e compiere una rivoluzione culturale che porti le giovani donne di oggi a disintegrare quel malefico ed opprimente Soffitto Di Cristallo che fa da cappa all'economia italiana, quanto il divario digitale ed altri fenomeni che frenano la crescita. Se ne accorgeranno, prima che sia tardi, anche in Parlamento? O dovremo passare i prossimi lustri a contare gli scontrini?