Per fare ciò, nel film troviamo congiunte realtà e finzione, cioè la presenza di attori in carne ed ossa, come il protagonista, e un elevato numero di marionette, il tutto animato con tecniche quali claymation e stop animation. Il risultato è una realtà che appare inquietante allo spettatore, a cui è difficile credere vedendola con un occhio esterno. Ma non è altrettanto per il nuovo Faust, integratosi molto bene in un teatro permanente, che non perde più tempo a chiedersi dell'identità del marionettista che manda avanti la baracca, manovrando i fili dei burattini.Di fatto, l'unico a non avere fili apparenti è proprio Faust, ma ci si rende conto che sono solo occultati: egli ormai ha scelto di percorrere la vita già vissuta dall'epico Faust, come gli impone il copione. Metaforicamente, è stato lui stesso ad evocare la sua sorte, tant'è che il diabolico Mefistofele gli appare spesso con la sua stessa, speculare, faccia. In uno dei pochi memorabili dialoghi del film, Mefistofele rifiuta la richiesta di Faust di condurlo a visitare l'Inferno, poiché per chi come lui ha provato la beatitudine divina del Paradiso, ogni posto è Inferno.Elemento caratteristico e disturbante della pellicola, è la presenza delle scene dove si mangia: l'uomo trova un uovo dentro un grosso pezzo di pane, lo spacca, e all'improvviso il cielo si oscura insieme alla stanza: la sua reazione spontanea è quella di accendere la luce.Indimenticabile la scena dove il servo del dottor Faust, alla corte dell'imperatore, si ingozza cupidamente su una tavola imbandita di varie leccornie, mentre il padrone è nei guai a causa dei sempre ambigui patti col diavolo.La nutrizione diviene per Svankmajer un vizio, un ulteriore elemento che contribuisce ad allontanarci dall'intelletto. Non è però del tutto pessimistica la concezione della società: è Faust in prima persona che si è determinato come tale, scegliendo un copione e mettendo Mefistofele nella buca del suggeritore, segnando anche la sua disfatta. Faust muore nel mondo reale, lontano dai setting teatrali. Questa morte, per così dire accidentale, è provocata da un'auto, e quando un agente apre la portiera, il responsabile non si vede: forse è quell'uomo per terra senza vita ne identità, a cui viene asportata una gamba da un uomo nei paraggi.
Per fare ciò, nel film troviamo congiunte realtà e finzione, cioè la presenza di attori in carne ed ossa, come il protagonista, e un elevato numero di marionette, il tutto animato con tecniche quali claymation e stop animation. Il risultato è una realtà che appare inquietante allo spettatore, a cui è difficile credere vedendola con un occhio esterno. Ma non è altrettanto per il nuovo Faust, integratosi molto bene in un teatro permanente, che non perde più tempo a chiedersi dell'identità del marionettista che manda avanti la baracca, manovrando i fili dei burattini.Di fatto, l'unico a non avere fili apparenti è proprio Faust, ma ci si rende conto che sono solo occultati: egli ormai ha scelto di percorrere la vita già vissuta dall'epico Faust, come gli impone il copione. Metaforicamente, è stato lui stesso ad evocare la sua sorte, tant'è che il diabolico Mefistofele gli appare spesso con la sua stessa, speculare, faccia. In uno dei pochi memorabili dialoghi del film, Mefistofele rifiuta la richiesta di Faust di condurlo a visitare l'Inferno, poiché per chi come lui ha provato la beatitudine divina del Paradiso, ogni posto è Inferno.Elemento caratteristico e disturbante della pellicola, è la presenza delle scene dove si mangia: l'uomo trova un uovo dentro un grosso pezzo di pane, lo spacca, e all'improvviso il cielo si oscura insieme alla stanza: la sua reazione spontanea è quella di accendere la luce.Indimenticabile la scena dove il servo del dottor Faust, alla corte dell'imperatore, si ingozza cupidamente su una tavola imbandita di varie leccornie, mentre il padrone è nei guai a causa dei sempre ambigui patti col diavolo.La nutrizione diviene per Svankmajer un vizio, un ulteriore elemento che contribuisce ad allontanarci dall'intelletto. Non è però del tutto pessimistica la concezione della società: è Faust in prima persona che si è determinato come tale, scegliendo un copione e mettendo Mefistofele nella buca del suggeritore, segnando anche la sua disfatta. Faust muore nel mondo reale, lontano dai setting teatrali. Questa morte, per così dire accidentale, è provocata da un'auto, e quando un agente apre la portiera, il responsabile non si vede: forse è quell'uomo per terra senza vita ne identità, a cui viene asportata una gamba da un uomo nei paraggi.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Accidental love
Regia: Stephen Greene (David O. Russell)Origine: USAAnno: 2015Durata: 100'La trama (con parole mie): Alice, giovane cameriera di una cittadina dell'Indiana... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Misterjamesford
CINEMA, CULTURA -
SAVE THE DATE #15: Luglio, col bene che ti voglio
Titolo strampalati a parte, eccoci con un nuovo appuntamento di SAVE THE DATE e la prima carrellata delle uscite di luglio. Come al solito sono libri che mi... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Anncleire
CULTURA, LIBRI -
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza ripercorre i momenti salienti della vicenda di Radio Alice, la prima radio libera in Italia, la prima emittente a mandare in onda le... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Pim
CULTURA -
La vetrina degli autori - Giugno 2015
Buongiorno, carissimi lettori e carissime lettrici! Ormai siamo giunti di nuovo a fine mese e questo significa che è arrivato il momento di proporvi la rubrica ... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Ilary
CULTURA, LIBRI -
[Anteprime Piemme] Younger - La ragazza di Orchard street
Pagine: 280 Prezzo: 16,90€Editore: PiemmeUscita: 7 Luglio 2015A volte nella vita basta dire… sì. Così, quando Alice capisce che non ne può più di fare la... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Lafenicebook
CULTURA, LIBRI -
Classifiche: 28 giugno 2015
1 (13) Fred Vargas, Tempi glaciali, Einaudi; 2 (4) Åsne Seierstad, Il libraio di Kabul, Bur; 3 (5) E.L. James, Gray, Mondadori; 4 (8) Andrea Vitali, Le... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Martinaframmartino
CULTURA, LIBRI