La svolta. Bertinotti critica il comunismo ed elogia il papa il liberalismo e il mondo cattolico (Fonte: Francesco Filippazzi - barbadillo.it)
Il Parolaio Magico
Bertinotti fulminato sulla via di Todi. Dopo una vita dedicata al comunismo, il politico che non accettò la creazione del Pds e fondò Rifondazione Comunista, ha dichiarato due giorni fa che la cultura da cui ripartire non è il comunismo, fallito senza appello, ma il liberalismo, che ha difeso i diritti individuali.
“Io penso che la cultura liberale- che è stata attenta più di me e della mia cultura all’individuo, alla difesa dei diritti dell’individuo e della persona contro il potere economico e contro lo Stato – è oggi indispensabile per intraprendere il nuovo cammino di liberazione”. Esulta il mondo liberale italiano, e gli animatori del Tea Party Italia hanno proposto di regalare al neo convertito una tessera onoraria del movimento.
Ma Bertinotti non si è fermato. Per l’ex leader carismatico dell’ultrasinistra atea e materialista, l’unica vera cultura ancora in piedi è il cristianesimo, rivitalizzato da Papa Francesco.
Durissima la critica del comunismo: “Faccio fatica a dirlo. Ma io appartengo a una cultura che ha pensato che si potessero comprimere – almeno per un certo periodo – i diritti individuali in nome di una causa di liberazione. Abbiamo pensato che se per un certo periodo era necessario mettere la mordacchia al dissenso, eh, beh… ragazzi, c’era la rivoluzione”. Ecco l’auto-accusa: “La mia storia ha pensato che si potesse comprimere le libertà personali. L’intellettualità europea fra il 1945 e il 1950 è stata tutta comunista. Jean Paul Satre, Andrè Gide, Albert Camus per parlare dei francesi. In Italia tutti, proprio tutti: i registi del neorealismo, i principali cattedratici italiani, i grandi scrittori, le case editrici. Erano tutti comunisti. E adesso non mi dite per favore che non si sapeva niente di cosa accadeva in Unione Sovietica, e che bisognava attendere il 1956 o Praga!”.
E’ giunta inattesa, quindi, in questa fine estate una critica del comunismo espressa con onestà intellettuale da Fausto Bertinotti, critica che va sommata alle feste dell’Unità intitolate a De Gasperi e alla chiusura dell’Unità stessa: a sinistra è in atto un riposizionamento il cui esito finale è davvero difficile da prevedere. In realtà, secondo l’ex presidente della Camera, non esistono più i comunisti di una volta, tesi peraltro già espressa anche a luglio di quest’anno sull’Huffington, quando parlò di morte della sinistra. Nessuno però si sarebbe mai aspettato che il certificato di morte fosse scritto proprio da lui.
Francesco Filippazzi
Questo post è dedicato a tutti coloro che non si sono mai vergognati di girare con l'Unità sotto braccio, ma che oggi si vergognerebbero come ladri a girare con EUROPA - Organetto Ufficiale del Renzismo. Ho trascorso mezza nottata, per consolarmi, a leggere l'ennesima raccolta postuma di elzeviri di Fortebraccio, scorrendo i quali si ha un affresco vivissimo di "come eravamo", e di come purtroppo siamo ancora. O forse siamo persino peggiorati? Tafanus
Il meglio di Fortebraccio (sezione "Socialdemocratici):
"L'esistenza dei Socialdemocratici dimostra che anche in natura difetta il senso dell'utilità e trionfa il consumismo"
"Pietro Longo deve campare più di cent'anni, così i nostri nipoti vedranno in che tempi ci è toccato vivere"
"Tanassi, lo statista di Ururi, ha la fronte inutilmente spaziosa"
"Tanassi, a causa della mancanza dell'oggetto, non ha mai avuto un mal di testa"
"Tanassi ministro dimostra che nessuno, per mal ridotto che sia, è autorizzato a disperare"
"Tanassi tace perché, essendo riuscito ad avere un'idea, ha paura che gli scappi"
“Se aveste da impostare un espresso e incontraste l’on. Cariglia, avreste qualche esitazione? No certo. Direste a Cariglia: mi faccia un piacere, corra un momento a San Silvestro a imbucare; vada nel buco dove sta scritto ‘espresso’, non ‘stampe’: queste sono un’altra cosa che un giorno le spiegherò; adesso è inutile confonderle le idee”
"Cariglia si vanta di essere venuto dal nulla e quando parla lo fa per dimostrare di esserci rimasto"
"Nicolazzi non è un ministro dei Lavori pubblici, ma dei lavori privati"
“L’auto si fermò. Si spalancò la portiera e non scese nessuno. Era Nicolazzi"
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