pipìpepè popò papà pupù
Scavando nei ricordi, obbligato da questo "Omaggio a Toti Scialoja" poeticamente rivisitato da Fausto Maria Pico, mi ritrovo sballottato tra "Canzone per bambini" - pipì pepè...- di Aurora Cileberti Tallone e il "To be, or not to be" di Shakespeare.
Mi spiego.
E' gioco da bambini spostare, aggiungere, sottrarre e sostituire le lettere che compongono una parola, per crearne di nuove cercando le parole che fanno rima; da grandi questo gioco è un modo di raccontare una storia. Toti Scialoja, ad esempio, prende Carducci (Il bove e Pianto antico) e: T’amo, o pio bue! / Anzi ne amo due.
Rimane Shakespeare. Fausto Maria Pico - il poeta è un fingitore - omaggia Scialoja; in realtà se la prende con la tecnologia, anzi con l'uso che ne viene fatto: ecco, volteggiano i corvi, la nuova goventù parla con una scatola - telefonini, tablet...niente materia, tutto virtuale- come l'Amleto shakespeariano del "To be or not to be", parla con un teschio.
Insomma, come il Pasolini della "scomparsa delle lucciole", per Fausto Maria Pico c'è un prima e un dopo la scomparsa delle cabine telefoniche pubbliche e con loro, sarà un caso, è scomparso poeticamente pure il marxismo.
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