Secondo me si chiamano "Fave dei morti", perché i morti li fanno risuscitare, tanto sono buoni! Si tratta di dolcetti a base di mandorla, che si usano dalle mie parti nel periodo della ricorrenza dei defunti. Ricordo quando ero ragazzina, che mio padre la domenica, tornava dalle sue passeggiate mattutine con un vassoio di queste pastine dai vari colori pastello: rosa, gialle, verdi e al naturale, in quanto le pasticcerie spesso le producono così...molto carine! Si possono trovare anche aromatizzate all'anice.
Ho fatto qualche ricerca per rintracciarne la ricetta e ne ho trovate alcune, anche un po' diverse tra loro, poi ho scelto quella che, secondo la mia memoria, poteva riprodurre al meglio quei dolcini che mangiavo da ragazzina, non senza apportarvi qualche modifica dettata dal mio istinto, così sono uscite fuori queste; ho preferito non colorarle, ma lasciarle naturali. Il risultato mi ha soddisfatto molto...ho ritrovato proprio quel sapore e quella consistenza che cercavo, quindi direi...Missione Compiuta!
Fave dei morti
Fave dei morti
Ingredienti:
- 300 gr di mandorle spellate, di cui una decina amare (se si riescono a trovare)
- 250 gr di zucchero semolato
- 50 gr di zucchero a velo vanigliato
- 5/6 cucchiai di farina di riso
- buccia candita di mezza arancia (ho usato quelle fatte da me)
- 1 cucchiaino abbondante di miele di acacia
- 2 o 3 albumi di uova piccole
- 1/3 di bustina di lievito chimico (il classico per dolci)
Fave dei morti
Procedimento:
- Frullare i due zuccheri in un mixer per averli fini
- Frullare con un mixer le mandorle, precedentemente raffreddate in freezer, perché non caccino l'olio, (io ho usato il food processor della mia mitica planetaria Kenwood), insieme a 1 cucchiaio e 1/2- 2 di farina di riso, fino ad ottenere una farina
- In una terrina mescolare gli zuccheri con la farina di mandorle, mettere un poco di questo mix nel cutter insieme ai canditi di arancia e frullare per ottenere una pasta aromatizzante che va riaggiunta nella terrina.
- Inserire anche il miele, il lievito e una parte degli albumi sbattuti semplicemente con la forchetta. Cominciare a impastare a mano, in modo da tenere sotto controllo la consistenza del composto e continuare ad aggiungere albume finché l'impasto risulta abbastanza morbido, ma mantiene la forma.
- Infarinarsi le mani con la farina di riso o, in alternativa con dello zucchero a velo, e formare delle palline da disporre su una placca rivestita di carta forno e spolverata di farina di riso, avendo l'accortezza di distanziarle un po', perché crescono leggermente; pizzicare la parte superiore con 3 dita x dargli la caratteristica forma. Far riposare 1/2 h-1 h.
- Ora siamo alla fase più delicata: la cottura. Infornare a 170° (preriscaldato statico) per i primi 3/4 minuti, quindi abbassare a 160°, per altri 10' circa. Consiglio di mettere una leccarda nella parte bassa del forno che attutisca il calore dal basso, o meglio, per il mio forno conviene fare così, poi ognuno conosce il suo. Sono cotte quando appaiono appena appena dorate. Toccandole, devono risultare con la superficie che non cede, restando comunque un po' morbide, altrimenti raffreddandosi tendono a seccarsi/asciugarsi troppo. Raccomando, quindi, di seguire la cottura con estrema attenzione, perché è facile sbagliarla e andare oltre, ottenendo un prodotto secco e duro. Non temere di aprire il forno per controllare, passati i primi 10'.
- Appena fredde riporle in una scatola o in un portatorta ben chiuse.
Le fave dei morti sono sono anche un ottimo modo per smaltire qualche albume avanzato da precedenti lavorazioni.
Fave dei morti - Interno
Le abbiamo gustate bevendoci uno Zibibbo delle Cantine Pellegrino di Marsala: abbinamento ottimo, ma ci starebbe benissimo anche un Albana dolce di Romagna (Bertinoro), in particolare "Le Querce".Fave dei morti
Queste qui sotto invece sono quelle che si trovano in vari forni/pasticcerie delle mie parti e che comprava mio padre, insieme alla piadina dei morti (altro dolce tipico romagnolo), che spero di postare in seguito.
Fave dei morti della pasticceria
Alla prossima "Evasione"... dolce o salata, ancora non so!
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