


Giuseppe Pagoto
Gli studi al liceo classico di Trapani, frequenta la facoltà di giurisprudenza alla Sapienza a Roma, e si specializza come consulente del lavoro a Trapani, dal 1998 lavora come responsabile amministrativo in un ente regionale, IRIPA, che si occupa di formazione soprattutto nell’agricoltura, ora per la carica che ricopre è a mezzoservizio. È entrato in politica per passione e per tradizione famigliare, lo zio Mostacci ha fatto il sindaco nelle Egadi per decenni, e la madre ha esperienze come assessore, negli anni ha ricoperto con la politica piccoli ruoli nel mondo giovanile ma particolarmente entusiasmanti. La sua prima tessera è stata nel Partito Popolare, successivamente nella Margherita infine, ultima tessera, nel PD come rappresentante provinciale dell’area Letta. Per 5 anni è stato assessore e vicesindaco, da allora non è iscritto a nessun partito, perché ritiene che un amministratore debba avere un profilo diverso da quello strettamente partitico, pur conservando le sue idee politiche.
Sebastiano Tusa, Giulia D’Angelo, G. Pagoto
È stato eletto con la lista civica Egadi in Movimento con una percentuale moto alta, più di 1500 voti mentre le altre due non più di 500 ognuna La sua è una lista che comprende sia l’area tradizionale di sinistra che un’area moderata. Nelle Egadi una lista non ha mai avuto un consenso così ampio, vincendo anche a Marettimo dove non era per niente facile. Tra impegno politico, il lavoro e quello di badare ai gemelli con la moglie impegnata in farmacia, la vita è abbastanza impegnativa. Si sono trasferiti a Favignana nel 2008 quando è stato nominato assessore, non si può amministrare un comune non abitandoci, non si avrebbe il contatto con la realtà. Cosa che ripete, ora che è sindaco, ai suoi assessori che arrivano con l’aliscafo alle 9.30, “significa, esclama, che alle 10 la mattinata è già finita.”
Expo: Tusa e Pagoto
Nell’incontro che ho avuto nel suo ufficio, prima di iniziare questa breve intervista, si è preoccupato di chiudere a chiave la porta, “per evitare la processione ininterrotta di chi ha problemi, e sono tanti, da risolvere.” “Ho fatto la gavetta, inizia così il suo racconto, anche se sono sindaco soltanto da due anni, in un difficile momento quando Favignana veniva da una gestione commissariale. Per cinque anni sono stato assessore alle finanze e al contenzioso quando nel 2008 fu rimosso il sindaco e si insediò un’amministrazione di “salute pubblica”. Con il sindaco Lucio Antinoro nei primi due tre anni, continua ci siamo occupati quasi esclusivamente degli aspetti del contenzioso, ogni giorno arrivavano 20 o 30 decreti ingiuntivi e pignoramenti, sono stati anni difficilissimi di grandissimo lavoro e che hanno salvato il comune.
Recupero di un rostro a bordo della nave Hercules
Adesso, che attraversiamo un periodo “normale” quello fatto da Antinori e dal suo consiglio comunale è un lavoro da ricordare, è stato determinante. Nel 2008 arrivò una comunicazione del Ministero che voleva affidare l’AMP alla Capitaneria di Porto, perché mancava la rendicontazione degli anni precedenti. Recuperare quelle posizioni è stato difficilissimo ma siamo riusciti a ottenete la gestione dell’Area Marina Protetta. Ora ne parliamo con serenità, ma sono stati momenti veramente complicati e nella normalità si stanno sviluppando tutta una serie di temi. La mia soddisfazione più grande è stata quella di riportare al Comune dopo moltissimi anni il Piano Regolatore cosa non riuscita, per un motivo o per l’altro alle precedenti amministrazioni; è iniziato in Consiglio Comunale l’iter per la sua definitiva approvazione.

Marettimo, Punta Troia
In questi anni abbiamo avuto un’importante e controllata crescita del turismo e questo consente soprattutto ai giovani di lavorare più mesi l’anno di conseguenza, finita la stagione, di avere meno mesi di disagio sociale. Prima lavorando soltanto due o tre mesi, magari gli imprenditori sopravvivevano ma i giovani no. In tutti gli edifici comunali abbiamo il fotovoltaico ci siamo riusciti ad avere un finanziamento ad hoc dal ministero dell’ambiente grazie al fatto che abbiamo l’AMP e che lavoriamo in sinergia con l’Enea, con le associazioni ambientaliste ottenendo risultati nel campo della sostenibilità. Queste le cose positive, senza parlare del Museo dell’ex Stabilimento Florio che occupa una ventina di guide, quasi tutte favignanesi e dell’Area Marina Protetta che complessivamente occupa nei periodo di punta più di 35 giovani.
Levanzo, grotta del Genovese
Ma la cosa che più mi preoccupa a fronte del boom turistico è che rischiamo lo spopolamento perché la crescita economica ha portato sicuramente le attività a crescere, però nei mesi invernali rimaniamo davvero in pochi di conseguenza la gestione delle tre isole diventa difficile. Si rischia di spopolare le scuole, di non avere un ufficio postale, si rischia che una banca chiuda, la guardia medica si dimezza, tutto questo porta notevoli disagi a chi invece è costretto a viverci tutto l’anno. Siamo tutti concentrati sull’estate ma quei 4 o 5 mesi invernali tutto diventa più difficile. Abbiamo preso iniziative, come quella del carnevale a febbraio con una sfilata di carri, anche se si pensa che è sia follia di portarlo nell’isola, ma è il tentativo di portare giovani a Favignana e a Marittimo gli stessi che magari si spostano su Trapani o su Marsala.
Favignana, il faro
Può essere una manifestazione poco comprensibile, però in realtà porta un po’ di vita, come il capodanno in piazza anche se siamo in pochi. E poi sta accadendo un fenomeno al contrario, persone che vivono fuori tornano in estate per lavorare. Inoltre il boom del turismo ha portato un aumento delle case in affitto, si preferisce affittare al turista piuttosto che per tutto l’anno a un residente. Queste le controindicazioni che noi dobbiamo cercare di moderare anche se è molto difficile. Su certe cose non possiamo derogare, il nostro compito è quello di garantire la scuola, si ferma alle medie, che ha ottenuto e ottiene risultati eccellenti e eccezionali (nuove tecnologie, multimedialità, collegamenti con altre scuole, ecc). A proposito della manifestazione che si è appena conclusa conoscevo i grandi risultati ottenuti dalla storica Settimana delle Egadi, della sua importanza, tutti ancora se l’aspettavano, così ho chiesto il supporto alle protagoniste di quelle stagioni, Maria Guccione e Giulia D’Angelo affidando a loro, per così dire chiavi in mano, l’organizzazione della Nuova Settimana delle Egadi coinvolgendo giornalisti amici della Egadi centrandola in momento non ancora turistico con temi di stretta attualità che sono poi quelli del programma.
Museo stabilimento: rostro
Ci volevano persone autorevoli e Maria e Giulia sono state secondo me le persone adatte a raggiungere certi risultati quando bisogna avere autorevolezza, visione super partes e una testardaggine senza abbattersi alle prime difficoltà dove tutto è difficile a partire dai collegamenti, dall’ospitalità e così via. Ho avvertito che è stato un risultato subito apprezzato. Per esempio quest’anno si riparla della possibilità di recuperare le quote tonno e calare di nuovo la tonnara. Fino a qualche anno fa era una cosa impensabile. La presenza poi si Sebastiano Tusa, nostro grande amico, che inaugura entro l’anno nel Museo dello Stabilimento Florio un allestimento multimediale sulla Battaglia delle Egadi e che ha in programma di portare rostri in giro per il mondo. Questo è un risultato raggiunto sicuramente con l’impegno di tante persone, ma la Settimana delle Egadi ha il grande merito di avere contribuito. Sarebbe stato facile per me affidarci, come si fa in molti casi, a società o agenzie esterne specializzate a creare un brand, ma non ce n’è stato il bisogno perché il brand già esiste.
Le Monde del 1984
Sicuramente è stato riconosciuto alla nostra rassegna un target di alto profilo con un enorme ritorno non solo di comunicazione ma anche di appeal per nostre isole sempre ottenuto nel corso degli anni grazie all’impegno delle due signore della Settimana, vedi ad esempio la battaglia contro le trivellazioni o contro la costruzione di un nuovo carcere. Se i miei consiglieri ricominciano ora a parlare della Settimana delle Egadi e così gli operatori, che ringrazio per la loro generosità nell’ospitare giornalisti e relatori, e i favignanesi compresi i critici ne parlano significa che abbiamo individuato un percorso per il recupero delle tradizioni, capaci di dare il loro particolare carattere alle tre Isole. Questo era il mio obiettivo.”Come ha scritto la giornalista Giuliana Gandini “la Settimana delle Egadi è stata una partecipazione corale, l’abbraccio di un Arcipelago, ancora più sorprendente, in questi anni aridi e senza valori”.
Dopo questa veloce esposizione non poteva non parlare dell’ex carcere di massima sicurezza costruito nel 1977 su indicazioni del generale dei carabinieri Carlo A. dalla Chiesa. Negli anni ’90 si è poi costruito un nuovo carcere di fronte a quello vecchio, con il risultato che Favignana è l’unica isola ad avere ben due carceri funzionanti perché a tutt’oggi la vecchia struttura è adibita agli alloggi della Polizia Penitenziaria. Al suo interno è racchiuso il castello di San Giacomo che si rischia di perdere per incuria e scarsa manutenzione.

L’ex carcere e il forte San Giacomo al suo interno
“Quello che noi – continua Pagoto – abbiamo chiesto e continuano a chiedere ai ministri che si sono succeduti è di abbattere l’enorme muro della vergogna e di recuperare tutto quel grandissimo spazio all’interno, forse l’unico ancora edificabile nel centro abitato, una grande opportunità per il Comune e per gli imprenditori. Appena diventato sindaco fui convocato dalla ministro Cancellieri che mi consegnò una sua idea progetto di recupero e riqualificazione, anche perché il ministero aveva bisogno di fare cassa quindi avrebbe venduto le strutture. Poi però, come purtroppo succede in Italia, con il cambio del ministro tutto si è fermato. Ora, con tutte le difficoltà che può avere il sindaco di un piccolo paese, stiamo seguendo il ministro Andrea Orlando, lo stiamo aspettando a Favignana ma io sarei disposto di partire subito per incontrarlo e chiedergli le chiavi di questo carcere che credo sia il più grande di proprietà del ministero. I passaggi successivi sarebbero quelli di spostare la proprietà al demanio che poi lo vende, lo cede al Comune che ha già predisposto un progetto di recupero (abbattimento del muro, utilizzo di spazi a parcheggi, un’area attrezzata a verde per il tempo libero e lo sport. Dobbiamo cercare uno sponsor, di livello…”Mauurizio Bizziccari