Magazine Diario personale

Favori dovuti

Creato il 25 febbraio 2015 da Povna @povna

La ‘povna arriva a scuola un’ora prima, come tutti i lunedì, e come tutti i giorni di corsa. Saluta i custodi, FacTotum e Argento Vivo, saluta la segretaria Stronzetta (di nome ma non di fatto), lascia in segreteria cappotto e sciarpa (che uno dei trucchi che ha imparato è quello di evitare di affacciarsi, se può, in sala insegnanti). Poi inizia ad andare su e giù con precisione e ordine: registro elettronico, plichetto della Terza Prova da assemblare per la simulazione imminente, ricordare a DaddyLongLegs che lunedì ha riunione con la preside (e dunque deve sostituirla con all’ora sesta); stampare le verifiche per la settimana prossima; chiamare un’assistente sociale. Nel mezzo, Argento Vivo la intercetta: “Prof., la cercava Mickey Mouse”. Ma la ‘povna non ha tempo: “Tanto non mi chiede mai niente di davvero utile; se proprio mi cerca, mi saprà trovare”.
Per la verità poi, lo trova lei; e, siccome è più buona di quanto la disegnino, si risolve a prendere l’iniziativa di persona, subito: “Ciao, Mickey Mouse, tutto bene? A proposito, dimmi! Mi ha detto Argento Vivo che mi cercavi”. Lui pare colto all’improvviso, si confonde. Poi: “Ah, sì. Era per sapere come è andata la prima manche della gara di dibattito con le Giovani Marmotte”. La ‘povna lo guarda un po’ perplessa:
“Fammi capire, mi fai cercare dai custodi per mari e terra per poi chiedermi questo?”. Vorrebbe dirlo, ma si trattiene.
“Oh, molto bene, grazie”.
Poi, siccome lui, dopo le congratulazioni di rito, resta lì appeso, ma non parla. La ‘povna sorride, lo saluta e vola altrove.
Il mistero si svela al suono della campana delle due, bastava attendere.
“‘povna, volevo chiederti una cosa, posso?”.
Sorriso. “Dimmi, certo”.
“Come stai in questo periodo, ti vedo stanca”.
“Eh, sto che ne faccio troppe” – spiega la ‘povna – “non ho un minuto libero”.
“Lo avevo visto; mi raccomando. Non ti strapazzare troppo”.
La ‘povna lo sta per ringraziare del cortese interesse, quoando Mickey, con fare imbarazzato, aggiunge:
“Sai, mio figlio Tommy ha preso il debito a Italiano, nel I quadrimestre”.
“Oh, mi dispiace. Che è successo?”.
“E’ successo che ha studiato troppo poco, soprattutto; e che non riesce a scrivere buoni contenuti in italiano scritto; sai, probabilmente in terza ancora non si è adattato alla nuova tipologia di temi”.
“Effettivamente ci vuole un po’, ma digli di mettersi sotto; ci passano quasi tutti. Se si mette a studiare di buona lena, e fa esercizio, vedrai che in breve lo risolve”.
“Ecco, appunto, ma volevo chiederti…”.
La ‘povna se lo aspettava, non ne ha voglia, ma è fatica di poco, e dunque: “Se mi porti un paio di temi da correggere dopo che li ha fatti? Ma certo!”.
Pensava di trovare un sorriso di risposta. La faccia di Mickey, invece, si copre più ancora di imbarazzo.
“Veramente, io mi chiedevo se potessi fargli delle lezioni proprio, per aiutarlo”.
La ‘povna non riesce a mascherare totalmente la sorpresa: “Mickey, ma Tommy va a scuola a nord della città della stazione nota! Lezioni? Dove? Quando?”.
Mickey Mouse sorride, come a dire “ma se è un problema logistico”. Ha già pensato a tutto:
“Direi che il martedì e il lunedì quando non hai il CineScuola e il Coro ti fermi dopo le due, Tommy mi raggiunge, ché tanto per lui non è un peso, perché dopo deve andare ad Arenia, sulla costa, per gli allenamenti di baseball. Poi quando avete finito partiamo per Arenia in auto, ti diamo anche un passaggio”.
La ‘povna alza non uno ma due sopraccigli, molto. Ma solo nella mente. Il viso resta maschera:
“Ehm, Mickey, è una bella idea; peccato che io, quando appunto non ho coro e cinema, abbia gli allenamenti di piscina, dalle tre alle quattro e mezzo”.
“Tutti i giorni?”.
“Tutti i giorni”. E qualcosa nel tono fermo della ‘povna evita a Mickey Mouse di chiederle se li può spostare.
Ciò nonostante, lei continua a essere (purtroppo) una persona gentile e accomodante. E così arrivano piano piano a una proposta: Tommy verrà da lei o una volta dopo gli allenamenti (che è di strada, ma sul ritorno), oppure un mercoledì di giorno libero. Infine la ‘povna si offre di vederlo di venerdì, rientrando, dopo la piscina con l’Ingegnera Tosta, per il pomeriggio a scuola.
“Fammi sapere, e anche io penso a dei compiti da mandargli” – la ‘povna saluta Mickey Mouse – “tieni conto che stasera vado a Milano, dunque te li mando mercoledì, eventualmente”.
Mickey si professa gratissimo. La ‘povna vola a proiettare il film e il cinema può cominciare.
A questa conversazione, mentre la ‘povna è al nord, segue un mail praticamente immediato, il lunedì sera, dove Mickey Mouse le manda il programma di Tommy, e le ricorda di mandare gli esercizi; e poi lo stesso messaggio re-inoltrato il giorno successivo (“Scusa, nel dubbio che tu non l’abbia ricevuto, perché ieri ho avuto problemi con la posta”).
La ‘povna – che a questo punto è un filino irritata – si astiene ancora una volta. Risponde brevemente: “Ricevuto tutto, sono a Milano, come ti ho detto. Vi scrivo domani”.
Il mercoledì, planata nella piccola città, si affretta a mandare due serie di tracce di titoli, analisi del testo e saggi brevi, su Dante e su Petrarca.
“Grazie mille” – scrive Mickey di risposta dopo tre ore scarse -“Tommy ha fatto i compiti, te li porto domani all’intervallo”.
“Minchia, veloce” – pensa la ‘povna. Ma poi, visto che, come ha detto allo stesso Mickey, non è un periodo in cui possa indulgere alla filosofia del mignolo, ha altro da pensare.
Il giorno dopo, i compiti si rivelano due righe scritte a lapis, piuttosto male e di fretta. La ‘povna questa volta sbotta:
“Fammi capire. Mi dici che ha problemi al saggio breve e nelle prove scritte, ti mando una serie di tracce, e questo è quello che scrive? Cerchiamo di capirci”.
Mickey interviene: “Noi, sai io le ho passate direttamente a lui, non ho controllato”.
(“E però quando si trattava di incastrarmi con le lezioni, sei stato più che presente”).
“Probabilmente mi sono spiegata male anche io. Però, per favore, che ne rifaccia almeno una, me la mandi per e-mail, così la guardo”.
E poi fissano – “Perché questo venerdì io non posso perché vado a sciare per tre giorni e il prossimo nemmeno, perché Tommy ha il raduno di preghiera”, spiega Mickey Mouse compunto – per il giorno libero, a casa della ‘povna, il mercoledì successivo.
Ieri dunque la ‘povna, dal treno del ritorno, verso le due e mezzo, chiama Mickey Mouse, non avendo avuto notizie (“Che so, magari, giusto per fissare l’ora, e dare l’indirizzo”).
“Pronto, ciao ‘povna, stavo giusto per chiamarti”. E alla ‘povna queste sono frasi che irritano. E non solo perché trasudano dimenticanza e egocentrismo; ma perché sono peggio, sono ipocrite. Perché tutti – la ‘povna lo sa, persino lo teorizza – sono, per fortuna, sanamente egocentrici; e a tutti può capitare la smemoratezza. Ma così diventa un po’ eccessivo.
“Per domani, volevo dirti… Tommy ha la febbre da domenica. Ho aspettato per vedere, ma non passa. Dunque se hai un impegno prendilo tranquillamente, mi sa che non possiamo farne nulla”.
La ‘povna è senza parole. O ne avrebbe da dire troppe. Prevale però la contentezza: “Tranquillo, auguri a Tommy. Gli mando per mail le correzioni dei compiti”.
Poi va a casa, lavora indefessa per tutto il pomeriggio, si occupa della campagna di #ioleggoperché (stanno cercando testimonial non famosi, e hanno chiesto l’aiuto della ‘povna), mangia, guarda il Tiggì (in ordine inverso) e legge Scerbanenco. In buona sostanza, non ci pensa.
Poi, questa mattina, viene raggiunta dal seguente, testuale, sms: “Ciao ‘povna, Tommy oggi ha ancora febbre, peccato perché ieri sera stava meglio ed ero speranzoso… A questo punto non andrà al raduno il fine settimana: a questo punto potremmo puntare su venerdì a scuola dopo la tua piscina”.
La storia, come sempre, si ferma qui. Sulla risposta della ‘povna si aprano, liberamente, le illazioni.


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