A lungo abbiamo aspettato questo spin off del ben più famoso The Walking Dead. Annunciato alla fine della quinta stagione come spin off estivo, non è uscito prima della fine di agosto e ieri si è conclusa la prima stagione. Sei episodi, che il prossimo anni diventeranno (se non vado errato) quindici. Tutti incentrati sull’inizio dell’apocalisse Z, che in TWD non ci viene mostrata, visto che vediamo tutto con gli occhi di Rick Grimes, che durante l’inizio dell’epidemia era in coma e si risveglia solo quando la situazione è del tutto degenerata.
Un ritorno al passato, quindi, all’origine della malattia e alla sua evoluzione. Una storia che, al contrario di quella principale, non affonda le sua basi in nessun fumetto o romanzo, ma nasce originale dagli sceneggiatori della serie…e la cosa si vede, purtroppo. Facciamo da subito la conoscenza dei nostri protagonisti, una famiglia di Los Angeles: Madison (Kim Dickens) è una consulente scolastica che, dopo la morte del marito, si è fidanzata con Travis (Cliff Curtis), insegnante di inglese divorziato. Madison ha due figli: Alicia (sempre con le cosce di fuori) e Nick (eroinomane). Anche Travis ne ha uno, Chris, che vive con l’ex moglie Liza. Già dalla prima puntata la famiglia ha a che fare con l’inizio dell’epidemia, ritenuta inizialmente una normale malattia, solo alla fine del pilota capiscono che qualcosa non va e che la gente “torna” dalla morte, ma ancora il tutto non è metabolizzato.
Puntata dopo puntata, con una lentezza simile a quella di un bradipo che sale su un albero, la gente inizia a rendersi conto che le cose non vanno. Dopo una dura protesta al centro della città, dalla quale Travis, Chris e Liza trovano rifuggio presso il negozio della famiglia di Daniel Salazar (probabilmente il miglior personaggio di questa serie), la famiglia si riunisce a casa e i militari arrivano a fare contenimento, isolando il quartiere.La serie scorre lentissima e il climax si raggiunge solo e unicamente nella puntata finale della prima stagione: una buona ora di corse, spari e zombie che escono ovunque. Nelle cinque puntate precedenti, invece, il nulla: poche emozioni, poca azione, molta confusione e in totale circa 5 zombie. Qui sta la mano dello sceneggiatore, che ti trascina svogliatamente verso il finale dove succede di tutto, mentre prima…nada. La sceneggiatura, a mio avviso, poteva essere gestita meglio, considerando che lo spettatore sa benissimo cosa sta guardando, conoscevo l’universo narrativo di questa serie da cinque anni e sappiamo tutti dove stiamo andando a parere. Creare futile suspence e tensione è un espediente senza senso. Ci invoglia solo a dire: “Ah, ne hanno di strada da fare per diventare esperti come Rick”. Non tutto è da buttare, però, e il resto della storia potrebbe regalare qualche emozione.
Fan fact: da notare come, nel quinto episodio, Salazar si avvicini alle porte dello stadio pieno di zombie e queste inizino a sbattere, spinte violentemente dai morti viventi. Una scena simile, la ritroviamo nel primissimo episodio di TWD di fronte alla porta sbarrata della mensa con su scritto “Don’t Open Dead Inside”.