Italia. Nati a Roma, nella clinica Alma Res Fertility, diretta da Pasquale Bilotta, i primi due bambini a seguito di fecondazione assistita eterologa, resa possibile dalla sentenza del 9 aprile dello scorso anno della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il divieto contenuto nella legge n.40/2004.
La madre e i bimbi, un maschietto e una femminuccia nati con cesareo, stanno bene. Sono stati utilizzati il seme del marito e gli ovociti di una donatrice compatibile per gruppo sanguigno e per caratteristiche fenotipiche. La fecondazione eterologa si era resa necessaria dopo 15 anni di inutili tentativi dei coniugi che, se non fosse intervenuta la sentenza della Corte, avrebbero probabilmente allungato la fila delle persone obbligate al cosiddetto turismo procreativo.
L’Italia, infatti, resta un Paese con una normativa ancora molto restrittiva in tema di fecondazione nonostante le ultime sentenze intervenute stiano pian piano allargando le maglie della legge in questione. Proprio il prossimo aprile è attesa l’udienza davanti alla Consulta in cui sarà discussa la legittimità costituzionale del divieto di diagnosi preimpianto per le coppie fertili con patologie genetiche trasmissibili ai figli.
La legge n.40, recante “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, nata sulla carta per favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall’infertilità umana, qualora non vi siano altri metodi efficaci per rimuovere le cause di sterilità o di infertilità, è stata da sempre al centro di dibattiti per il contenuto ritenuto troppo limitativo della libertà dei potenziali genitori e dei medici.
Contestata per questo davanti a centinaia di tribunali, è stata bocciata più volte dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea chiamate ad esprimersi sul suo contenuto. E’ probabile, quindi, che negli anni a venire altre sentenze modificheranno sostanzialmente questa legge, proprio come è accaduto in seguito al provvedimento che ha dato il via alla fecondazione eterologa.