AZIENDA OFFRE MAPPATURA DNA DEI POTENZIALI GENITORI PER SELEZIONARE DONATORI MIGLIORI. La scienza si evolve e il business segue a ruota. Tanto che una start up di New York (Usa) ha appena annunciato un nuovo servizio che, ‘intrecciando’ digitalmente il Dna dei futuri genitori, permettera’ di verificare la presenza di potenziali malattie in migliaia di “bambini virtuali”. Con l’obiettivo di scegliere la combinazione migliore e arrivare a concepire un bimbo il piu’ possibile ‘a prova di malattie’. Il servizio sara’ lanciato a dicembre in America e la ditta, Genepeeks, si concentrera’ inizialmente sui donatori di seme: simulando in che modo la sequenza genetica di una aspirante mamma – la potenziale cliente – potrebbe combinarsi con quella di diversi possibili partner. Cosi’ si realizzeranno al pc migliaia di bimbi ‘virtuali’ da esaminare poi a caccia di anomalie. I donatori che produrranno piu’ spesso ‘bambini digitali’ con un piu’ alto rischio di malattie ereditarie saranno filtrati, lasciando in ‘gara’ quelli con migliori caratteristiche genetiche. Una ‘scrematura’ rigorosamente al computer, che solleva pero’ importanti questioni etiche sul fatto di aprire la strada a ‘bebe’ su misura’. “Certo e’ qualcosa di tecnicamente fattibile – commenta all’Adnkronos Salute il ginecologo Claudio Giorlandino, segretario generale Sidip (Societa’ italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale) – grazie ai passi avanti nello studio del Dna e con le metodiche di sequenziamento dette di next generation. Ma francamente – aggiunge – la ricerca del ‘pedigree’ genetico mi mette un po’ di angoscia. Una cosa e’ eseguire una diagnosi pre-impianto in una coppia ad alto rischio di malattie ereditarie, altra usufruire di un servizio simile. Di questo passo – si chiede – quanto ci metteremo ad arrivare a un digital test prematrimoniale, per sapere cosa rischiamo prima di fare un figlio?”. Intanto dalla Genepeeks la co-fondatrice dell’azienda, Anne Morriss, getta acqua sul fuoco.
PER ORA CI LIMITEREMO ALLE FUTURE MAMME CHE USANO SEME DA DONATORE l’obiettivo e’ quello di offrire un catalogo di potenziali candidati basato sul loro profilo genetico”, spiega alla Bbc online. “Stiamo filtrando gli abbinamenti relativi a donatori con un rischio elevato di rare condizioni pediatriche”. Morriss ha illustrato il business dell’azienda in un incontro la scorsa settimana a Boston. E sembra proprio che l’idea di sfruttare pc e tecnologia per aiutare la cicogna arrivi da un’esperienza personale. Il figlio della Morriss e’ stato concepito con un donatore che si e’ poi rivelato condividere con la donna il gene per una malattia ereditaria chiamata Mcadd. Una problema che impedisce a chi ne soffre di convertire grassi in zuccheri, e che puo’ essere fatale se non diagnosticato in tempo. Questo non e’ accaduto al figlio della Morris, sottoposto a screening neonatale. “Mio figlio ha una vita abbastanza normale,” ha detto l’imprenditrice, ma questo non puo’ essere vero per tutti i piccoli come lui. Genepeeks ha formalizzato una partnership con una banca del seme – la Manhattan Cryobank – e ha richiesto il brevetto per la tecnologia di screening del Dna. Una tecnica innovativa messa a punto sei mesi fa, con costi ridotti e una maggior flessibilita’ rispetto a quella originariamente prevista. Ma come funziona la simulazione? Il socio di Morriss, Lee Silver, genetista ed esperto di bioetica all’Universita’ di Princeton (New Jersey), spiega: “Riceviamo la sequenza di Dna da due futuri genitori e simuliamo il processo di riproduzione, creando sperma virtuale e ovuli virtuali. Poi li mettiamo insieme per formare il genoma di un ipotetico bambino”.
A QUESTO PUNTO POSSIAMO ESAMINARE IL GENOMA IPOTETICO e determinare il rischio che questo si traduca in un bambino con malattia. Stiamo cercando direttamente questo aspetto – sottolinea – e non lo stato di portatore sano. Per ogni coppia di persone che andremo ad analizzare, produciamo 10.000 bebè virtuali”. Un esercito di ‘digital baby’, mappati ‘a caccia’ delle mutazioni ‘spia’ di 600 patologie. Dopodiche’ la lista ‘filtrata’ di potenziali donatori viene stilata e comunicata alla cliente. Mentre le informazioni genetiche restano private. E se per ora nel mirino ci sono condizioni recessive legate a un singolo gene, l’azienda punta a occuparsi in futuro anche di condizioni piu’ complesse, in cui piu’ geni giocano un ruolo. Ma il timore di molti esperti internazionali e’ che il servizio della start up newyorchese sia solo il primo passo verso uno scenario in stile ‘Gattaca’, in cui bebe’ ‘su misura’ vengono fatti nascere con un corredo genetico perfetto. Magari grazie ai ‘digital test prematrimoniali’ paventati da Giorlandino.
RICERCA: USA, POLEMICHE SU BREVETTO PER BEBE’ ‘SU MISURA’. Roma, 5 ott. (Adnkronos Salute) – Altro che bebe’ ‘su misura’. L’Inheritance Calculator restera’ solo un ‘gioco’ per aspiranti genitori, almeno per ora. Dopo le polemiche esplose questa settimana, alla notizia che una societa’ di genetica statunitense – la 23andMe – ha brevettato un sistema che permetterebbe di selezionare donatori di sperma e ovuli in base alle caratteristiche desiderate in un bebe’, la stessa azienda ha fatto retromarcia. E in un post, riferisce ‘New Scientist’, l’azienda spiega che prevede di utilizzare la tecnologia finita al centro delle polemiche solo per consentire ai suoi clienti di vedere che tipo di tratti il loro bambino potrebbe ereditare. In pratica, quante sono le chance che l’ipotetico bebe’ abbia gli occhi azzurri, e cosi’ via. 23andMe offre da anni un servizio di mappatura a basso costo del Dna (99 dollari), a partire da un campione di saliva. In pratica, dopo l’analisi comunica al cliente presenta vari rischi di malattia, da dove provengono i suoi progenitori, ricostruisce l’albero genealogico e spiega ‘che tipo di Neanderthal’ fossero i suoi avi. Con l’obiettivo dichiarato di “aiutare le persone a comprendere le proprie informazioni genetiche”, celate nei 23 cromosomi umani. In cambio, i clienti consentono alla societa’ di fare ricerca che associano sequenze di Dna con diverse caratteristiche, come il rischio di malattia. Il nuovo brevetto Usa, datato 24 settembre, riguarda un metodo di analisi del Dna usato da 23andMe nel suo calcolatrice dell’ereditarieta’, una funzione interattiva sul sito web della societa’. Il sistema permette a due clienti di calcolare la probabilita’ che il loro bambino abbia determinati fenotipi, o esprima caratteristiche genetiche prodotte dalle varie combinazioni possibili dei loro geni. Il calcolatore copre solo sei caratteristiche: colore degli occhi, cerume duro o appiccicoso, fibre muscolari orientate verso velocita’ o resistenza, percezione del gusto amaro, intolleranza al lattosio e reazione agli alcolici.
“E’ solo una parte del divertimento di avere un bambino”, dice il portavoce di 23andMe, Donald Cutler. Il brevetto, tuttavia, “descrive l’uso della procedura come un modo per selezionare un donatore di gameti, che permette al destinatario di ‘identificare un soggetto preferito’ tra gli altri”, riferisce ‘New Scientist’. Cosi’ non stupisce che il rischio di eugenetica e lo spettro di bebe’ ‘su ordinazione’ abbia suscitato un vespaio. Ma Cutler ha spiegato che l’azienda non intende usare il brevetto per qualcosa di diverso rispetto all’Inehritance Calculator. Insomma, i piani della societa’ sarebbero cambiati nei cinque anni passati dal deposito della domanda di brevetto fino alla sua approvazione. Ma avrebbe anche aggiunto di non poter dire in che modo questi programmi cambieranno in futuro.
Redatto da Pjmanc: www.ilfattaccio.org