Chi si attendeva dalla riunione di due giorni della Federal Reserve un discorso “hawkish”, cioè aggressivo tipico dei membri più agguerriti del board, è rimasto deluso ed il pomeriggio di borsa si è concluso senza scossoni e con il nuovo massimo storico registrato dall’indice equity S&P 500.
La Yellen, notoriamente colomba e "fedele" sostituta di Bernanke, non si è lasciata trasportare dagli entusiasmi per l’andamento dell’economia statunitense ed ha lasciato intendere che i dati recenti sull’inflazione, vista in rialzo, non appaiono fuori controllo, ma assolutamente in linea con le aspettative della Fed.
Ha inoltre sottolineato, in maniera didascalica, che la crescita "più rapida del previsto potrebbe portare ad un aumento dei tassi prima del previsto", ma che una crescita più debole "potrebbe far rimandare il rialzo del costo del denaro". Come a voler sottolineare che i tassi d'interesse saranno ritoccati verso l’alto solo al momento giusto e senza decisioni pre-fissate e soprattutto affrettate.
Il board ha ribadito, infatti, che le decisioni saranno legate alle previsioni economiche rilasciate nei prossimi mesi e che probabilmente i tassi resteranno ai livelli attuali per un periodo considerevole dopo la fine del programma di stimoli.
Il messaggio non può che essere percepito positivamente visto che la Yellen ha riaffermato la volontà, ormai riconosciuta dal mercato, di mandare indicazioni accomodanti, dato che occupazione e crescita, seppur in miglioramento, non sono ancora garanzia di autonomia reale e l’inflazione non può ancora fare paura.
I mercati azionari continuano a festeggiare, mentre quelli obbligazionari tirano un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo: un messaggio “hawkish” avrebbe messo pressione sui rendimenti a lungo termine sin da subito, mentre le intenzioni della Federal Reserve sono quelle di allineare le decisioni di politica monetaria a quelli del mercato e non viceversa.
Pertanto, sui mercati disco verde per i cosiddetti "risky assets" e vacanze estive più serene per tutti.