Hanno detto di lei: “Con trecentomila copie vendute dei suoi romanzi, tradotti in sei lingue, Federica Bosco è uno dei fenomeni degli ultimi anni.”ANSA; “Una scrittura brillante e fresca, farcita di citazioni prese dal gossip, dal cinema e dalla tv.” Il Messaggero. Lei è Federica Bosco, classe 1971, occhi azzurri e accento toscano che ispira subito simpatia. Scrittrice a sceneggiatrice, ha all’attivo diversi romanzi e due ironici manuali di sopravvivenza per giovani donne. Ci siamo concesse una lunga chiacchierata parlando del Grande Amore, di Monica, Arianna e Chiara, le sue protagoniste, eroine contemporanee, reali, ironiche, a volte sarcastiche, incasinate, fragili, spesso imbranate, a tratti introspettive, che non si perdono d’animo, proprio come tante di noi…
- Buongiorno Federica…al tuo esordio, sei stata definita una delle scoperte e promesse della letteratura italiana, poi sono arrivati altri sei libri, 75.000 copie vendute solo con i primi due, diciassette edizioni di “Mi piaci da morire”…niente male per una che, non sapendo cosa fare, un’estate del 2003 ha iniziato a scrivere di getto! Come ci sei arrivata?
Non è che “non sapessi cosa fare” dato che lavoro da quando ho 19 anni, per scrivere il primo libro ho usato le mie ferie.
Ho sempre cercato (come tutti) un modo di esprimere i miei sentimenti attraverso le più disparate forme artistiche come la danza, il pianoforte e il teatro, ma essendo fondamentalmente timida, quello della scrittura era il mezzo migliore per comunicare quello che sentivo senza espormi troppo e alla fine tutto si è canalizzato nella una storia di Monica.
- Quanto ha pesato la tua infanzia, il doppio divorzio dei tuoi genitori durante l’adolescenza e le esperienze con gli uomini, nella stesura dei tuoi romanzi?
Il bagaglio di esperienze positive e negative è quello che ci rende persone speciali e uniche, non ti devi mai fermare davanti all’ostacolo, ma studiare subito un piano B per superarlo e usarlo per il futuro. I miei problemi personali mi hanno dato un sacco di materiale!
- Le tue influenze letterarie e anche tu sognavi di diventare scrittrice come Salinger?
Leggo molta narrativa straniera specialmente le scrittrici ironiche e toste come Nora Ephron che adoro, Jill Davis, Patricia Marx, Elisabeth Gilbert, Susan Gilman e uno su tutti David Sedaris.
Ma da adolescente volevo fare la veterinaria.
- Perché hai detto, in un’intervista: “La mia è una generazione di statistiche…avevamo tante speranze, andate poi deluse”?
Intanto vorrei chiarire una cosa: le interviste sono frutto di una conversazione di 3 ore che viene sintetizzata in quattro righe al buon cuore del giornalista che, comunque, ti fa dire sempre quello che vuole lui,attraverso le sue idee.
Inutile dire che la mia risposta a quella domanda durava almeno 40 minuti e quello che è venuto fuori non è quello che ho spiegato.
Motivo per cui non amo le interviste a voce.
Siamo una generazione (noi degli anni 70) vissuta in un mondo un po’ incantato, dove ci hanno educato al rispetto, alla famiglia, e ai sani valori.
I nostri genitori hanno vissuto il dopo guerra e hanno fatto in modo che fossimo protetti e non soffrissimo la fame e le necessità primarie.
Siamo cresciuti con l’idea di formare una famiglia con un uomo e lottare fino alla fine per tenerla unita, anche troppo, come nel mio caso, ma il mondo è poi cambiato improvvisamente e in modo molto cinico. Ci siamo trovati con chiavi che non aprivano nessuna serratura e per noi è stato difficile adattarsi.
Siamo come dei dinosauri che si confrontano con sedicenni ipertecnologici con le idee chiarissime sul proprio futuro.
Quello che ci salva è proprio l’ironia, siamo una generazione che sa ridere di sé e che alla fine si rialza sempre e questo è a mio avviso più importante di qualunque successo personale.
- Nel 2006 pensavi che “…le storie avute finora mi hanno fatto così male, non ho più voglia di farmi spezzare ancora le ossa. Per questo mi bastano gli amici, l’amicizia è più fedele.” In questi quattro anni, hai cambiato idea?
Come sopra, non ricordo di aver mai detto una cosa del genere, magari l’ha detto qualche mio personaggio: sembro una che passa la giornata a flagellarsi con un gatto a 9 code!
Convivo da diversi anni col mio compagno, ho i miei amici, altri se ne aggiungono strada facendo. La vita è un viaggio bellissimo, e va preso come viene, nessuno è immune da fregature, delusioni e tradimenti, e bisogna mettere tutto in conto.
Se una storia d’amore o d’amicizia finisce è perché un percorso è terminato e dopo un ragionevole periodo di lutto e di introspezione per scandagliare gli errori nostri e altrui bisogna per forza ripartire,perché quello che ci aspetta è certamente qualcosa di straordinario.
- In fondo (ma molto in fondo), esiste davvero il grande Amore o è solo una trovata da film e pubblicità?
In primis esiste l’amore per noi stessi,senza quello c’è garanzia di sofferenza e fregature.
Quando impariamo a rispettarci e a farci rispettare e sappiamo cosa è importante per noi,arriva il grande amore che non è quello di Hollywood, ma è qualcuno in carne ed ossa con pregi e difetti con cui costruire ogni giorno un rapporto sano.
- E, nel caso uno lo trovasse, come deve fare per mantenerlo tale tutta la vita?
Parlando, parlando, parlando.
- Tra i “101 Modi di dimenticare il tuo ex (e trovarne subito un altro), quali sono i cinque più importanti, secondo te?
Quelli dedicati al non demolirsi: non bere troppo, non spendere troppo e non umiliarsi e quelli dedicati alla rinascita e alla riscoperta delle proprie passioni e al cambiamento totale.
- Monica, Arianna e Chiara…tre eroine contemporanee, reali, ironiche, a volte sarcastiche, incasinate, fragili, spesso imbranate, a tratti introspettive, che non si perdono d’animo, proprio come tante giovani donne di oggi…Pensi che il successo dei tuoi romanzi sia legato alla forte identificazione di parecchie di noi con loro tre?
Penso che se sei onesto, chi ti legge se ne accorge. In passato ho sofferto per causa di altri e quando ho capito che stavo perdendo tempo ed energie ho smesso di piangermi addosso e
ho cambiato atteggiamento e ho visto la differenza.
Ora cerco di passare questo messaggio a chi ne ha bisogno. La vita è troppo breve per bloccarsi con un uomo che non ci vuole e una volta che si è capito questo una buona parte del lavoro è fatta. L’ironia è un mezzo irresistibile per vedere sempre il bicchiere mezzopieno.
- Virginia Woolf riportava, in un suo saggio, questo pensiero: “Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé per poter scrivere"…Oggi cosa dovrebbe possedere una donna?
Assolutamente lo stesso, magari anziché una stanza soltanto almeno 60 mq!
L’indipendenza economica è fondamentale, troppe donne specialmente nelle generazioni passate si sono dovute umiliare perché dovevano chiedere i soldi al proprio marito. Nel 2011 deve essere una priorità: l’indipendenza economica è sinonimo di libertà.
- Tre consigli alle aspiranti scrittrici
Non far leggere troppo in giro le proprie cose (tantomeno ad altri scrittori)
Rimanere elastiche ai consigli degli esperti
Non pagare per farsi pubblicare.
- Come scegli le tue letture?
Quarta di copertina e stato d’animo del momento
- E per concludere, una curiosità…come vivi da scrittrice ?
Spesa, cucinare, 12 ore al computer… come tutti!
Federica Bosco
data di nascita: 25/09/1971
vive e lavora: a Roma
professione: scrittrice e sceneggiatrice
passioni: yoga, danza, cucina vegan, viaggi
I suoi romanzi:
- “Mi piaci da morire”
- “Cercasi amore disperatamente”
- “L’amore non fa per me”
- “101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi)”
- “ L’amore mi perseguita”
- “101 Modi per dimenticare il tuo ex (e trovarne subito un altro)”
- “S.O.S. Amore”
- “Il mio angelo segreto”
Ph courtesy: Newton&Compton
Di Erica Vagliengo