L’imperatore Federico II, il figlio del terribile Enrico VI di Hohenstaufen e di Costanza d’Altavilla, erede del regno normanno di Sicilia, è un mio conterraneo. Non per scelta ma per via delle doglie che colgono sua madre mentre è a Jesi dove il sovrano viene al mondo il 26 dicembre 1194. Personaggio incredibile, complesso e difficile da cogliere nella sua interezza ha avuto anche un vita sentimentale particolarmente complicata. Eccola in sintesi
Multiforme e poliedrico, statista consumato, legislatore accorto, intellettuale di vasto respiro, poliglotta, uomo di eccezionale carisma, Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, è abituato a prendersi tutto ciò che desidera. Naturalmente anche le donne sono oggetto privilegiato della sua sete di dominio e strumento di calcolo dinastico, mentre il sesso è un esercizio di potere. Le malelingue guelfe parlano di “osceni piaceri”, il cronista Villari assicura che Federico “fu dissoluto in lussuria in più guise e in tutti i diletti corporali volle abbondare” e si favoleggia persino di un harem. L’’Imperatore, a cui piace scandalizzare il mondo, non smentisce le voci anzi avvolge la sua corte in un alone di mistero e di profumi orientaleggianti. Il chiodo fisso dello “stupor mundi”, il vero grande sogno della sua inquieta esistenza è la ricostruzione dell’impero germanico, tutto il resto viene dopo comprese le mogli e le amanti, ognuna delle quali però serve soprattutto alla sua politica di conquistatore. Costanza di Aragona, sposata quando lui ha 15 anni e lei dieci di più è una donna raffinata e colta, educata nella elegante corte di Provenza, in dote porta un’armata di 500 cavalieri e gli dà un figlio, Enrico. Nel complesso viene abbastanza trascurata e riceve, come tardivo omaggio, una magnifica sepoltura nell’imponente duomo di Palermo. Intanto l’Imperatore, spesso in viaggio nelle sue terre, cioè fra Germania, Puglia e Sicilia, ha incontrato Adelaide di Urslingen dalla quale nascono due figli, fra cui Enzo, amatissimo dal padre, sfortunato re di Sardegna e delicato poeta negli anni della lunga prigionia bolognese. Sepolta la prima moglie è la volta di Iolanda di Brienne, ottimo partito perché erede nominale al trono di Gerusalemme, ma su di lei i cortigiani giocano un po’ di fantasia, della bellezza di cui si era favoleggiato non c’è nessuna traccia. La ragazza, immediatamente reclusa nel palazzo reale di Palermo, è così poco avvenente che Federico la prima notte di nozze preferisce giacere con un’altra, la stessa cugina della sposa. L’informazione arriva da alcuni cronisti pettegoli e fedeli al Papa, il quale sta facendo di tutto per screditare un Imperatore impegnato a escludere il pontefice dal potere temporale. Ad ogni modo Federico fa il suo dovere di marito, Iolanda resta incinta ma muore di parto dando alla luce il futuro Corrado IV. Intanto Federico ospite dei Lancia nel castello di Agliano conosce la quindicenne Bianca, se ne innamora e la porta con sé, ufficialmente nel seguito dello zio il marchese Manfredi suo alleato. Bianca pulcherrima nimis, cioè la “troppo bellissima”, conduce un’esistenza discreta e riservata. La fanciulla è a tutti gli effetti una concubina, ma secondo i contemporanei l’Imperatore la ama come nessun’altra e le date di nascita dei tre figli, Costanza, Violante e Manfredi, confermano la sua presenza nei momenti chiave dell’esistenza di un uomo piuttosto impegnato. L’intensità e la profondo sono confermate anche da una poesia che l’Imperatore avrebbe dedicato alla donna. L’amante amatissima esce di scena intorno al 1233-34, forse allontanata perché è in arrivo un’altra sposa ufficiale. Bianca probabilmente sopravvive fino al 1246 e non è escluso che, in punto di morte, Federico l’abbia sposata anche per legittimare i figli, in particolare Manfredi il suo prediletto e quello che più gli assomiglia dal punto di vista intellettuale.
Dotato di un perfetto autocontrollo, sempre incline a far prevalere la ragione sull’amore e sui sentimenti, Federico non esita a mettere da parte la pur amatissima Bianca per Isabella d’Inghilterra. Già quarantenne e padre di una folta schiera di figli naturali e legittimi, decide di impalmare sorella di re Enrico III con il solo obiettivo di stringere una alleanza. Ma questa volta, a scanso di equivoci o delusioni, Federico invia il consigliere Pier delle Vigne a Londra per un controllo pre nuziale. Effettivamente molto bella e riccamente dotata la principessa viene scortata fino in Germania, dove si svolge una fastosa cerimonia nuziale, oscurata però da un tragedia familiare. Enrico, primogenito dell’Imperatore, guida una rivolta contro il padre, ma finisce in catene. Il destino della principessa inglese non è diverso da quello delle altre donne di Federico, confinata nelle sue stanze e relegata a ruolo di fattrice regale, Isabella mette al mondo tre figli prima di morire di parto a soli 27 anni. Queste le compagne ufficialmente riconosciute e note, ma la schiera delle donne amate anche per una sola notte dall’imperatore Federico è piuttosto vasta, fra esse Maria di Antiochia conquistata nel periodo della Crociata, o la siciliana Manna nipote di un arcivescovo. Di tutte le altre restano solo i nomi dei figli, numerosi come si conviene ad un grande tombeur des femmes.