Félicie de Fauveau, nata a Livorno nel 1801 e morta a Firenze nel 1886 è un personaggio singolare. Cresce a Firenze, rientra a Parigi all’epoca della ‘Restauration’ e frequenta il salotto della rivoluzionaria Duchessa de Berry. Decide di essere un’artista e di imparare la scultura da suo fratello minore.
Alexandre Dumas si commuove per un suo bassorilievo e Stendhal la elogia. Forse anche Auguste Rodin trova in lei l’ispirazione per un suo lavoro.
Felicie è monarchica e cattolica, ma difende fieramente un’indipendenza femminile che la porta a non sposarsi, ma a frequentare assiduamente la Contessa Félicie de La Rochejaquelein e combattere con lei la guerra di Vandea, ovvero l’insurrezione monarchica della Bretagna.
Dopo la prigionia e la fuga in Belgio, Félicie de Fauveau torna a vivere a Firenze.
Nostalgica di un’epoca che non ha vissuto, il medioevo, Félicie trova nella capitale granducale il luogo adatto per lavorare. E’ una presenza particolare in mezzo ai numerosi artisti stranieri che operano a Firenze.
Lavora in Santo Spirito, espone a Parigi, vive a Firenze, e probabilmente frequenta il Gabinetto Vieusseux, con Honoré de Balzac e gli altri artisti ed intellettuali dell’epoca.
Oggi l’editore Olschki ne pubblica la biografia nel volume di Silvia Mascalchi per il Gabinetto Vieusseux “Félicie de Fauveau. Una scultrice romantica da Parigi a Firenze”.