Tutti vogliamo essere felici. Ma sembra che la felicità sia qualcosa che viene e va indipendentemente da noi. E se la felicità fosse uno stato interiore, raggiungibile da tutti, a patto di operare una trasformazione? Le neuroscienze hanno dimostrato che coltivare la felicità come stato di gratitudine, di condivisione, di unità, come fosse un giardino interno, metafora attribuita allo stesso Socrate per definire l’anima, fa bene, rende longevi e persino ricchi.* Ma cosa significa trasformazione di uno stato interiore? In più di quindici anni di ricerca e lavoro clinico, ho sistematizzato il concetto di tre livelli di felicità correlati a tre network del nostro sistema cerebrale e a tre stati di coscienza. Al primo livello la felicità competitiva: dipende dagli oggetti esterni, dal raggiungere un obiettivo, realizzare un desiderio, avere sempre più successo, ricchezza, potere, sul lavoro, a scuola, nello sport. È il gioco eterno della vittoria. Qui la parola d’ordine è “mai vulnerabili”, i mezzi sono quelli dell’esteriorità, il focus è sul futuro. Se la vostra vita rappresenta una lotta per la sopravvivenza, prevalgono l’avidità, il bisogno, l’intolleranza, è il cervello rettiliano alla postazione di comando: presiede ai bisogni primari della sopravvivenza, della predazione, del dominio del territorio, della riproduzione… È coinvolto nella reazione di attacco o fuga, fight or flight. La coscienza rettiliana vede tutto, anche la bellezza e l’abbondanza della natura, come mezzo per ottenere qualcosa, compresi gli esseri umani. Qui si può essere felici, a patto di non fallire mai e al prezzo di uno stress psicofisico che alla lunga condiziona disturbi come gastrite, ipertensione, cefalea… Se vi fermate a questo livello, tutto sarà faticoso perché qui la competizione non si ferma mai, anzi vi servono eccitanti come nicotina, caffeina, cocaina… per essere sempre allerta. La maggior parte, ad un certo punto, abbandona il livello 1, perché richiede un’alta autostima egoica, cosa affatto scontata, visti i deficit di autostima che popolano la nostra psiche. Così ci troviamo al livello 2, della felicità condizionata, la più diffusa: siamo felici se gli altri ci amano, se piacciamo e gli altri fanno ciò che vogliamo. Siamo portati a compiacere gli altri perché sotto sotto ci aspettiamo che dando molto, otterremo molto. Questo è l’Amore condizionato, che cela sotto la bontà, l’empatia, la compassione, l’ombra del bisogno di controllo e di possesso. È il piano dei dipendenti affettivi. Quando vengono lasciati, dicono: “Con tutto quello che ho fatto… Come ha potuto lasciarmi”, pieni di risentimento e malcelata rabbia pronta a trasformarsi in una insidiosa depressione… Se la vostra vita sembra un percorso accidentato di relazioni difficili, seppure appassionate, incapacità di dire no, paura di invecchiare, è il cervello limbico il protagonista. Questo cervello sottocorticale, che condividiamo con i mammiferi, è la culla delle memorie emozionali, delle ferite dell’attaccamento, dei copioni subconsci che dal passato condizionano il presente molto più della razionalità. Finalmente il livello 3, della felicità incondizionata, dello stato di flusso: il focus è sul presente e siete felici per il solo fatto che ci siete. Avete fatto pace con il passato e non avete più paura del futuro perché sapete che lo create voi. Siete consapevoli che niente può rendervi infelici a meno che non glielo permettiate. Riacquistate potere sulla vostra vita, sapete che tutto è un riflesso di voi. Non avete aspettative, avete intenzioni che manifestate e pensate con la vostra testa. Lo straordinario salto che fate è legato allo sviluppo della corteccia prefrontale, la chiave delle funzioni cerebrali elevate: creatività, empatia, compassione, invenzione, etica; svolge la sua funzione integrativa, connette in sinergia i network corticali e sottocorticali del cervello e vi permette di essere nella realtà, ma non appartenerle del tutto, vivere e poter osservare ciò che state vivendo, conservando una libertà interiore, per cui esistete sempre e comunque al di là di tutto e di tutti. La coscienza si espande con il vedere in prospettiva il senso della vostra esistenza. Comprendete che ciò che conta nella vita è essere presenti, abitare lo spazio interiore e diventare sempre più se stessi, ovvero esprimere la propria unicità qualsiasi essa sia.
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