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Felicità a momenti e futuro incerto per le Coppe Europee

Creato il 19 settembre 2012 da Rightrugby
Felicità a momenti e futuro incerto per le Coppe Europee Ieri a Dublino è andato in scena il primo atto tra le sei azioniste della ERC -  due Leghe Pro e le quattro Federazioni celtiche -per decidere il futuro delle Coppe Europee, il cui attuale format scadrà col torneo 2013/14.
Le cronache locali tagliano corto, riportano un "tutto bene" di sostanza: niente scontri, "animi sereni", nuova riunione fissata l'otto ottobre a Roma, dialoghi interlocutori e compromesso alle porte. Il tutto in linea con gli auspici di Dondi - che resta l'uomo forte italiano sul piano dei rapporti internazionali - in una intervista su OnRugby pochi giorni fa.
Tutto bene madama la marchesa? A dare una pur sommaria occhiata alla informazione straniera, non parrebbe proprio.
E' allora il caso che noi si accantoni per un attimo le nostre queride analisi del rugby giocato (siamo fatalmente indietro con Top14 e i campionati australi, i nostri due o tre aficionados abbiano fede, ce la faremo prima o poi), per raccontare cosa pare stia succedendo per davvero.
Uno dice, ah le Coppe Europee, capirai: in Heineken noi non si batte chiodo, la Euro Challenge poi, stendiamo un velo pietoso ...  forse da questa relativa irrilevanza rispetto ai "temi caldi" (querelle Benetton-Gavazzi in testa) arrivano i trafiletti distratti e i "nessuna nuova" dall'informazione specializzata. Invece il tema è assolutamente decisivo, in specie per le Federazioni minori europee. In ballo ci sono i danè: la Erc assieme alla Irb e Rbs, sono le maggiori fonti di entrate del nostro rugby, quelle che assegnano alla Fir il controllo del rubinetto e quindi il potere.
L'informazione locale si focalizza sulla spaccatura che si registrerebbe tra le Leghe francese e inglese, inizialmente determinate a imporre una riforma giudicata inaccettabile dalle quattro Minnows celtiche includenti l'Italia. Ci sarebbe stato un "passo indietro" francese che isolerebbe il falco Inghilterra, nel nome della "fraternitè europeenne", al richiamo del valore del giocare tutti assieme anche nel futuro.
La realtà appare meno romantica, diversa da quel che piacerebbe a Dondi & ignari redattori.
La riunione s'è aperta davvero con un distinguo tra inglesi e francesi: alla Lega delle società di Premier inglese è stato chiesto preliminarmente di chiarire nei dettagli quel mega accordo sui diritti televisivi appena siglato con la BT, che include le partite di Coppa delle inglesi a partire dal 2015, diritto in mano alla Erc nell'attuale formato. La spiegazione non c'è stata, raccontano le fonti internazionali, oppure non è stata ritenuta esaustiva, al che il rappresentante francese ha espresso dissociazione sul tema. Eccapirai: gli inglesi arrivano coi forzieri pieni e i francesi cosa dovrebbero fare, applaudirli e allinearsi a scatola chiusa?
Difatti altro che rupture, nel proseguo dell'incontro l'accordo tra le due Leghe è palpabile: qualche partecipante descrive come "identiche al 90%" le proposte di innovazione (formula, calendari, governance, ripartizione finanziaria etc.) presentate da inglesi e francesi. A chi c'era non sono parse insomma uscire "parole ben diverse" tra le due Leghe sui temi di sostanza, come al contrario racconta l'informazione locale.
L'elemento chiave richiesto di comune accordo dai "piezz' e nuanta" Francia e Inghilterra rimane la riduzione da 24 a 20 delle squadre partecipanti alla Coppa Europa (oggi Heineken Cup). Il taglio riguarderebbe ovviamente le rappresentative Celtiche: nella proposta le squadre celtiche nella futura Heineken passano da dieci a sei.
Midi Olympique riporta che i rappresentanti "celti" (tra cui quello italiano) avrebbero accolto la già nota proposta  in maniere tres reservé, (avete presente, le schiene che si drizzano, i colli che si tirano? ) ma senza opporsi formalmente.
Altro che isolamento inglese quindi, come traspare dai trafiletti italiani: chi ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte per non ribaltare subito il tavolo, sono state le celtiche! Le quali han dovuto dichiararsi disposte a discutere di una diversa ripartizione tra Nazioni delle partecipanti alla Coppa Maggiore; nel mentre la Francia, dopo aver detto le stesse cose dette dagli inglesi, si piazzava nel mezzo faceva la ecumenica: su su, con un poco di zucchero la pillola va giù ...
Ma questo è ancora niente; quel che viene accuratamente taciuto da noi (o non capito?) è la proposta di nuova ripartizione finanziaria.
Oggi le azioniste inglesi e francesi hanno il 25% ciascuna dei proventi Erc, mentre alle quattro Federazioni (le Celtiche) arriva il 12,5%; secondo la proposta, la "torta futura" sarebbe divisa in tre fette ampie il 33% ognuna: una per i franco-visigoti, l'altra per angli & sassoni, la terza da dividere tra le quattro tribù celtiche. Ipotizzando un nuovo criterio più meritocratico di ingresso delle franchigie celtiche nella futura Heineken, per cui di italiana ne entri si e no una sola, immaginate la "botta" per le possibilità erogatorie e quindi di costruzione del consenso della Fir?
Adesso c'è sicuramente il tempo, prima del prossimo incontro, per cercare di "avvicinare le posizioni", magnando e bevendo come auspicato da Dondi. Solo che altro che isolamento inglese e passo indietro francese: quel che non vi dicono - o non hanno ben afferrato -  è che il "picchetto" attorno cui ruota ora la discussione l'ha piantato il duo franco-inglese. Il quale astutamente gioca i ruoli classici "good cop - bad cop" nella recita "a me gli occhi" a favore dei quattro piccoli topolini celti. E la "torta" su cui conta Gavazzi per i suoi progetti faraonici, potrebbe iniziare a sgonfiarsi ... 

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