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Femmine contro Maschi

Creato il 05 febbraio 2011 da Alboino
Femmine contro Maschi
Nelle intenzioni “Femmine contro Maschi” poteva essere un’idea geniale per esplorare l’universo della coppia nella società contemporanea. Contrasti e affinità tra uomo e donna sondati con occhio critico e intelligente. Ed invece il film di Fausto Brizzi si riduce alla più scialba delle commedie all’italiana dove tutto diventa una macchietta e alla fine nulla di importante rimane allo spettatore. Nemmeno il gusto di essersi divertito con qualche battuta ad effetto di una sana comicità che qui latita e fa rimpiangere persino i vecchi film dei fratelli Vanzina.
Dunque, il rapporto di coppia nei meccanismi della modernità è andato in crisi: maschi che non vogliono crescere e si trovano ad essere “bamboccioni” anche oltre trent’anni; si divertono ancora a collezionare figurine di calciatori, soldatini di piombo e l’unica passione vera sembra essere la musica “vintage” dei Beatles e di convesso fidanzate tronfie di semplicistico intellettualismo che non si capacitano dell’incapacità ad amare, a relazionarsi del proprio partner. Giovani rampanti, profeti del nuovo modello lavorativo, dove aggressività e ingegno, creatività e spregiudicatezza sembrano essere modelli predominanti per andare avanti e realizzare l’immaginaria coppia perfetta con l’eccezione che dentro le mura di casa tutto scoppia e i fraintendimenti sono all’ordine del giorno. Attempati professionisti, realizzati nel lavoro e distratti negli affetti dove la famiglia è inesistente nonostante la prole e la separazione è vista come un male necessario in cui l’uomo trova rinvigorimento nella giovane amante e la donna nell’essere mantenuta attraverso gioielli, vestiti e nuovi amori. Vivono la grande bugia della realtà familiare del nostro paese dove tutto sembra essere forzatamente perfetto. E poi il classico maschio italiano tutto calcio, donne e bevute con gli amici, un po’ razzista e gran ”scopatore” con l’amante e la classica mogliettina italiana amante della musica classica e della letteratura francese, sognatrice intenta nel recuperare i giorni felici dei primi momenti quando tutto sembrava procedere a gonfie vele e vedeva il proprio partner come l’uomo ideale. Quattro dinamiche di relazione di coppia da indagare nel profondo del malessere che spinge verso il basso e fa saltare il tradizionale schema della famiglia italiana e che invece sembrano solo pretesti per la battutaccia, per la situazione comica che non decolla.
Donne manipolatrici e inacidite, uomini pigri e mammoni, bambine col grembiulino rosa e maschietti col grembiulino azzurro. Ma non basta. Il livello della comicità sul piatto si assesta su gag quali Solfrizzi che per guardare una ragazzina in shorts sbatte contro un palo o Ficarra e Picone che fanno ingelosire sulla spiaggia la fidanzata sbagliata. Proprio ciò di cui il cinema italiano attualmente non ha bisogno visto come viene superato dalla realtà. Un film deludente, banale e scontato nella sua indagine sociologica in cui la lotta tra uomini e donne si risolve in gag di quart’ordine con coppie litigarelle, battibecchi, guerra dei sessi dove i buoni sono maschietti infantili ed egoisti e le femmine petulanti, rompiscatole o addirittura spregevoli. Alla fine ciò che resta sembra essere la morale che un qualsiasi uomo ad una qualsiasi donna può andare bene purché ci sia complicità; di cosa poi è tutto ancora da scoprire.

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