La nostra società è molto cambiata nel corso di un secolo appena. Le donne, da sempre discriminate ed emarginate dalla religione (basta leggere alcuni tomi del Vecchio Testamento, come l'Ecclesiaste) cristiana ( e non solo, si badi bene), che nel ventre femminile vedeva persino la porta dell'inferno... erano anche punto di facile critica nella società civile e nella vita di tutti i giorni.
Solo nel 1945, in Italia, è stato pienamente sancito il suffragio universale. Ma nel Paese, prima e dopo quella fatidica data, la donna è stata sempre relegata a ruoli secondari nel lavoro e centrali solo nella famiglia, seppur subalterna comunque al padre-maschio-padrone.
Gli slogan un po' eccessivi delle femministe nostrane ed europee, anni 60-70, erano comunque frutto, e reazione, di una autentica persecuzione patita dal genere femminile nel corso di secoli e secoli. E se non solo la religione e le sue assurde teorie ricadute nel sociale, possono far comprendere per quali motivi la femmina è stata emarginata, in Italia e nel mondo, è ovvio che anche l'economia spicciola delle nostre famiglie e quindi, la famiglia intesa come primo mattone della società borghese, si sia avvantaggiata del ruolo (o, meglio dire, dei ruoli) femminili costituenti mano d'opera a bassissimo prezzo ed affidabile oltre ogni dire.
In casa: fabbriche di figli, assistenti familiari, domestiche, assistenti geriatriche, maestrine (per i primi anni dei bambini quando le strutture materne o infantili non erano così sviluppate), puttane da letto per i propri mariti (perché negarlo?) e, più tardi, comunque, inserite in una società maschilista che ancora le vede discriminate a livello di reddito e trattamento.
Una forma di schiavitù sessuale a tutto tondo, che si è sviluppata dal "non per piacer mio, ma per dar figli a Dio"... finanche nel mestiere più antico del mondo, ovvero ai postriboli, dove lo stesso sesso, per forza casto e puro nel talamo nuziale, e comunque doverosamente disponibile al netto di improbabili mal di testa da stress oltreché da schifo, diveniva, ad uso e consumo del maschio dominatore che voleva sì moglie e figlia (oltreché madre e sorella) assolutamente pure e incontaminate, anche, finalmente, potersi sfogare con una puttanona godereccia pronta a tutto... oltre che a farsi pagare, ovviamente. O procurare reddito al pappone di turno.
Che poi il maschio goda maggiormente (nella normalità) a far l'amore con una femmina che gode parimenti, se non di più e più a lungo, ora solo i sessuologi riescono a comprenderlo, ancora in troppi casi e ad accettarlo.
E allora, mentre vanno di moda le coppie aperte, gli scambi, i triangoli e ogni altra forma di geometria (citazione di Renato Zero, lo ammetto) sessuale; mentre nei paesi più normali, ci si prostituisce anche in vetrina; in gran parte del mondo civile, la legge permette e riconosce la convivenza e il matrimonio omosessuale - qui da noi è ancora vietato fare una professione normale come vendere il proprio corpo (pagando le tasse e sottoponendosi alle stesse visite obbligatorie o quasi per gli altri lavoratori, ex D. L.vo 81/2008) dato che in Vaticano preferiscono praticare l'ipocrisia piuttosto che l'accoglienza e la ragionevolezza dei veri preti (pace a te, Don Gallo). E il nostro resta un Paese a sovranità limitata non solo per il Trattato di Lisbona e le basi USA sparse ovunque.
Ed ovviamente, l'altra faccia della stessa medaglia, che vede da una parte la dominazione di un sesso sull'altro (sugli altri...) ma anche la violenza assolutamente feroce ed insensata come conseguenza finale. Se oggetto è, oggetto mio dev'essere; quindi non ammetto che pensi, resista, si conceda o ami altri.
Il senso di possesso ridicolo dei sentimenti e dei rapporti sessuali, prosegue nelle aule dei tribunali, dove il matrimonio e talvolta la convivenza ancorché debitamente comprovata, diventano poi ritorsione verso lo stesso maschio-padrone che, all'improvviso, diventa vittima del sistema da lui creato.
Chiedere, per conferma, a chiunque si trovi nella condizione di sorprendere la propria moglie a letto con l'idraulico e magari il figlioletto che dorme, beato ed innocente, nella culla accanto.
Se pur lo stupito marito, fosse anche proprietario pagante mutuo ipotecario sulla matrimonial magione, in caso di separazione sarà lui ad uscire dalla stessa (assegnata da un qualunque, solerte, giudice al figlioletto e questi alla mammina fedifraga) in caso di separazione legale, oltre a dover contribuire al mantenimento della prole e assicurare alla mamma un tenore di vita dignitoso.
Pertanto, se il maritino cornificato fosse appena appena saggio, e un po' porcellone, dopo un paio di buoni bicchieri, potrebbe scegliere di proporre alla mogliettina, e a quel punto all'altrettanto, stupito idraulico, un focoso rapporto a tre; oppure, più morigeratamente, girare i tacchi e andarsi a vedere un film di Tinto Brass, dove le donne, magari libere fino all'eccesso, oltre a tollerare le manate sulle chiappe del buon Tinto, libere lo sono davvero, fanno soldi e forse, voglio sperarlo, godono pure a farsi sbattere (per finta) dallo stallone cinemetografico di turno.
Voglio dire, cari lettori, che tutto è meglio della cieca ed insensata violenza che, anche nel caso peggiore, non autorizza nessuno, uomo, donna o combinazioni aggiuntive dei due sessi principali, ad usare la forza al posto della proposta, la crudeltà al posto del piacere, l'ira al posto della compassione, il sangue al posto di un liberatorio orgasmo.
Il regime matrimoniale, così com'è, è un assurdo in termini. Che si faccia qualcosa per liberalizzare i contratti matrimoniali, dopo aver gettato nello sconforto generazioni intere per aver liberalizzato il licenziamento.
I sanfedisti ricordino che il crescere e moltiplicatevi, include il contatto sessuale, prima del parto (sofferenza vera che dovrebbe perlomeno incutere rispetto) e del costo moderno dell'allevare un figlio, non meno doloroso del primo.
Come dicono quelli bravi, se dobbiamo ballare, la musica la scegliamo noi. E non sparate al pianista.
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