Magazine Diario personale

#femminicidio

Da Beatricepesimena @beatricepesimen

Eppure sento che si può fare di più, molto di più.

Insomma qualcosina succede, è vero, i giornalisti tanto per cominciare non usano più o quasi più la frase, delitto passionale; un articolo sul femminicidio viene letto, anche se poi cambiando il nome di donna, la storia è sempre quella. Si dice femminicidio l’uccisione di una donna in quanto donna, in quanto femmina per mano del suo  marito/compagno/amante/fidanzato etc.

La convenzione di Instanbul certo, anche l’Italia passetto dopo passetto  l’ha ratificata, ma il percorso non è ancora terminato, C’è ancora tanto da fare.

Poi il Parlamento,  la Presidente della Camera che pronuncia la parola femminicidio nel suo discorso di insediamento, anche quello un bel passo avanti, ma c’è ancora da fare.

Qualche partito, il mio ad esempio, non per falsa modestia, ma è vero, il mio partito questa emergenza non l’ha messa da parte, Assolutamente è nell’agenda delle cose importantissime da affrontare. Ma i numeri sono impietosi e in questo strano e torbido governo, si fa tutto quello che si può, ma non basta. C’è tanto da fare.

Le associazioni nel territorio, le iniziative locali sono sempre di più. Tante, tantissime. Ma sì combatte sempre contro i mulini a vento. Non ci sono fondi per sviluppare i progetti, per attivare servizi, per garantire tutela, per fare prevenzione, per portare avanti personale, per formare professionalità. C’è tanto, davvero tanto da fare.

E poi ci sono quelle come me, che se c’è da scendere in piazza si scende, se c’è da firmare una petizione si firma, se c’è da sostener un’iniziativa la si sostiene.

Quelle come me che ogni volta che viene uccisa  una donna, si spegne un sorriso; ogni volta che viene uccisa una donna, si intravedono,  dietro quelle poche righe di un articolo di cronaca,  tutto il dolore, l’ingiustizia, l’assurdità di un’altra storia finita male. quelle come me che  non hanno intenzione di stare a guardare, perché no, non si può assistere ad un flagello, ad uno sterminio senza neanche provare a fare qualcosa. Fare qualcosa assieme.

Quelle come me non risolvono i problemi del mondo, anzi a stento risolvono i propri di problemi; non sono paladine, non sono amazzoni, sono solo donne, a volte madri, che hanno quel dannato istinto di salvare la specie, la loro specie. Una questione primordiale forse.

Se c’è qualcosa che si può fare, la si deve fare, assolutamente. Non possiamo crescere dei figli, maschi e femmine ed essere indifferenti a certe cose. C’è qualcosa che è sfuggito alle nostre madri se per molti, troppi uomini l’idea di amore, coppia, libertà,  si è deformata in possesso, appartenenza, punizione estrema, C’è qualcosa che il mutamento della società ha prodotto e continua a produrre , di sbagliato,  di degenerato,  se una donna alla fine è solo un corpo. Un corpo da ammirare, da  volere, da possedere, da pensare di amare e alla fine quando il corpo prende vita e cerca di allontanarsi, alla fine quel corpo si può punire, togliendo per sempre quella vita che aveva dentro.



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