Da sinistra, Charlotte, Carrie, Samantha e Miranda
Tuttavia col passare degli anni, una laurea in sociologia e qualche esperienza in più, mi sono ritrovata a guardare il telefilm e a provare un certo fastidio. Perché?, mi sono chiesta. Un tempo mi piaceva così tanto! Ora invece mi irrita profondamente Carrie, innamorata dalla prima all'ultima puntata di Mister Big - che di Big (grande) ha solo la stronzaggine - il bastardo per eccellenza, l'emblema dell'uomo lunatico e immaturo che gliene combina di tutti colori (la lascia perfino sull'altare) ma che viene preso come simbolo dell'amore vero, quello che fa tribolare e quindi sognare, l'amore masochista per eccellenza che per chissà quale motivo è sinonimo di amore vero. Ma in base a quale logica perversa uno che tradisce, sparisce nel nulla, mente e fa sempre i suoi comodi è l'uomo ideale?! Perché in fondo è questo il messaggio che passa. Per amore si soffre, se non si soffre non è amore. Alle donne piacciono gli stronzi perchè le fanno tribolare e via con stronzate del genere. Cosa ci sarebbe di nuovo dal punto dell'emancipazione femminile? Niente, appunto.Un ammasso di luoghi comuni vecchi come il cucco. Poi non sopporto Charlotte, la cui vita assume un senso solo quando riesce a sposarsi; prima sono solo lacrime, piagnistei e un darla a destra e a manca nel tentativo di accalappiare un potenziale marito. Eppure è una bella donna, dirige una galleria d'arte, fa vita mondana e ha tre amiche fantastiche. Ma per lei niente ha senso senza l'uomo.Non sopporto nemmeno Samantha, la ninfomane, che si fa ogni uomo che incontra più per compulsione che per reale piacere. Non sono affatto una puritana, ma tutto quel sesso fine a sé stesso mi lascia un'impressione di squallore... più che piacere condiviso mi sembra merce consumata con ostentazione, per occultare la propria insicurezza e dare al mondo l'impressione di "potere". Ma il "potere della figa", di grazia, che potere è? Un potere finto, perché se non sei tu a darla ci penserà un'altra, e allora è una gara a chi la da via prima che in definitiva giova solo agli uomini.L'unica che si salva forse è Miranda, schietta e con la testa sulle spalle. Ma a conti fatti l'impressione generale non è delle migliori: dal telefilm emerge un mondo femminile dipendente e insicuro, ossessionato dalla vecchiaia incombente, dalle mode e dalla necessità di trovare a tutti i costi un uomo, che non tiene in nessuna considerazione la realizzazione personale e lavorativa delle quattro protagoniste, tutte provviste di lavori stellari e di successo a cui però sembrano non dare la minima importanza; addirittura Charlotte, appena trovato l'uomo, si affretta a lasciare il suo, facendo così capire che per lei il lavoro era solo un modo per occupare il tempo in attesa dell'uomo giusto. Uomini, uomini, uomini. E poi vestiti, firme e glamour; pettegolezzo, aperitivi e scarpe con tacchi così alti che ti fanno male i piedi solo a guardarle. Mi sapreste dire, di grazia, in cosa sarebbero emancipate le donne di questo telefilm? Sono forse diverse dalle loro antenate ottocentesche solo perché hanno sostituito tè e pasticcini con sushi e cucina cinese? O perché indossano autoreggenti e push-up anziché corsetti e trine? O forse la rivoluzione sta nel prendere il taxi anziché la carrozza? Mistero. La verità è un'altra.Se fosse davvero emancipata, Carrie darebbe un bel calcio in culo a Mister Big e si metterebbe con quel gran bravo ragazzo di Aidan, che la ama sul serio e non le manca di rispetto. Se fosse davvero emancipata, Charlotte sarebbe felice anche senza trovare marito, consapevole che il valore di una donna risiede in sé stessa, non nell'uomo che si mette accanto. Se fosse realmente emancipata, Samantha scoperebbe solo con uomini che le piacciono e di cui il giorno dopo ricorda il nome. E allora ho capito che Sex and the City non è affatto dalla parte delle donne, come vorrebbero farci credere. Al contrario, Sex and the city sta al femminismo come Uomini e Donne sta alla cultura. Un consiglio? Se noi donne desideriamo davvero emanciparci, spegniamo la tv e apriamo un libro. Possibilmente non di Melissa P.Magazine Media e Comunicazione
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
25 giugno: Jason Lewis
Il biondissimo e americanissimo Jason Lewis è un attore statunitense nato sotto il segno del Cancro, non è famosissimo ma sono socira che guardando la foto... Leggere il seguito
Da Ginny
HOBBY, PER LEI -
Pitti Uomo 88 e l’uomo ideale
Settimana scorsa c’è stato il Pitti Uomo 88. Come ogni evento di moda che si rispetti ha fatto parlare, discutere, emergere o “annientare” qualcuno. Tutto... Leggere il seguito
Da Luna
MODA E TREND, PER LEI -
Nascono Premium Cinema 2 HD e Stories, ecco tutte le modifiche alle frequenze...
Dal 23 giugno Mediaset diventa più Premium [rileggi la presentazione di S.Margherita Ligure] L'offerta pay tv di Mediaset si arricchisce da oggi infatti dei... Leggere il seguito
Da Digitalsat
MEDIA E COMUNICAZIONE, PROGRAMMI TV, TELEVISIONE -
Intervista di Francesca Saitta a Chiara Moscardelli autrice del romanzo "Quando...
Avete presente un vulcano? Bene! Ora immaginate di stare ai piedi di questo vulcano, state pensando ai fatti vostri, osservate un bel panorama, all'aria fresca. Leggere il seguito
Da Rassegna Dei Libri
EDITORIA E STAMPA, MEDIA E COMUNICAZIONE, PER LEI -
Top Social Tv: a maggio trionfa Amici. Si fanno largo Sky Sport, SkyTg 24 ed...
Torna questo mese la Top Brands dei canali e programmi TV più coinvolgenti su Facebook e Twitter, realizzata da Blogmeter. I risultati di maggio... Leggere il seguito
Da Digitalsat
MEDIA E COMUNICAZIONE, PROGRAMMI TV, TELEVISIONE -
“True Detective”: cosa c’è da sapere sulla seconda stagione
Quali saranno gli elementi della seconda stagione di “True Detective”?Confronto alla scorsa stagione per alcuni aspetti la nuova sarà nettamente differente, ma... Leggere il seguito
Da Linda93
MEDIA E COMUNICAZIONE, SERIE TV