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Femminismo e femminicidio: dov’é l’inghippo? Dedicato a RB

Creato il 03 gennaio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

445px-Rembrandt-The_return_of_the_prodigal_sondi Franco Luceri. La fine del mondo profetizzata dai Maya non si è vista; ma incomincia ad intravedersi l’inizio della fine della cultura che dal secolo scorso induce la donna a trascurare la sua nobile funzione procreativa, per scimmiottare l’uomo in forza e produttività. Insomma le donne hanno messo in discussione il maschilismo, ma solo per sfruttarselo meglio.

Creando gli esseri umani Dio ha inventato la madre di famiglia, con la vocazione a generare e crescere figli, ma si è dimenticato di rendere compatibile il padre: visto che l’uomo è geneticamente predisposto a “seminare”, ma non a “raccogliere figli”, accudire, proteggere e amare la propria famiglia, smettendo di sparpagliarli nella cosiddetta famiglia allargata. (O sbrindellata?)

Quindi, bisogna partire dalla constatazione che alla madre ci ha pensato Dio, ma che il marito e padre è un’invenzione culturale, è un OCM, è un organismo culturalmente modificato. E quando la cultura forma organismi “mostrificati”, non è affatto intelligente che la donna, nella sua funzione divina di moglie e madre, metta riparo (come ha fatto in Italia) alle mostruosità in-culturali dominanti, buttando alle ortiche la sua DIVERSA SENSIBILITA’, per competere o sfidare l’uomo in una prova di forza.

Insomma, il meteorite gigante da fine del mondo che ci ha investito, ha un nome e cognome, si chiama Don Piero Corsi, ed ha provocato uno sconquasso nella demenziale in-cultura occidentale, dove è eretico da arrosto natalizio chiunque cambia l’angolazione della messa a fuoco di un problema noto, o ne illumina uno ignoto.

Allarmato dal record europeo di femminicidi (118 le donne uccise in Italia dall’inizio del2012) con un altissimo numero di violenze consumate tra le mura domestiche, il parroco di Lerici, Don Piero Corsi, ha voluto mettere il dito nella piaga, affiggendo al portone della parrocchia di San Terenzio un manifesto dal titolo “Donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?“.

A prima vista, quel prete (o chi ha scritto quelle parole) sembrerebbe un esaltato maschilista, bisognoso di cure psichiatriche urgenti, invece non è affatto nemico delle donne, visto che non chiede ai maschi acefali di fare autocritica, ma alle donne attrezzate da millenni ad usare criticamente il proprio cervello, e a resistere al plagio della millenaria cultura maschilista idiota e feroce.

Don Piero Corsi avrà pure esposto il problema nel luogo, tempo e con parole sbagliate; ma sarà stato illuminato personalmente da Dio per mettere in luce il problema cardine dell’Umanità, insabbiato e occultato ad arte dalla cultura demenziale della PARITA‘.

Dal rapporto “pacifico” uomo-donna scaturisce il meglio della civiltà, e da quello conflittuale (ormai dominante) non può che uscirne la peggiore barbarie. La donna è nata per vincere l’uomo in sensibilità, che poi è la SORGENTE VERA DELL’INTELLIGENZA VERA, e per perdere sul terreno della ottusa brutalità, su cui il maschio si muove da padrone incontrastato e incontrastabile.

Chiedere ai “maschi” di fare autocritica, quella si sarebbe stata una scelta da manicomio. Perciò bravo Don Piero Corsi, ad aver ricordato alle donne che dipende da loro la salvezza o la distruzione. L’uomo è come un cavallo pazzo, va domato dalla donna con una prova di grazia, perché nella prova di brutalità l’uomo non ha rivali. E non ci sono leggi, tribunali, sentenze e galere, (cioè fallimentari surrogati di moralità) che possano umanizzarlo, se non è messo nelle giuste condizioni culturali e finanziarie per accettare la poco fisiologica condizione di marito, padre e contribuente dissanguato.

Ad iniziare dal secolo scorso le donne sono state plagiate da una cultura assassina, che le ha indotte ad affrontare gli uomini più con le armi fisiche che intellettive. Ora dovrebbero ritornare a pensare autonomamente da donne, da custodi del futuro dell’umanità come hanno fatto per millenni: perché l’attuale cervello della cultura occidentale maschilista è ormai bacato, anzi in putrefazione. E per fortuna che è arrivato l’eretico San Piero Corsi, che sfidando linciaggio e rogo, ce lo ha fatto notare.

Per risanare culturalmente il mondo, (altro che quote rosa!) il potere andrebbe trasferito integralmente alle donne per i prossimi mille anni. Ormai il comportamento dei singoli soggetti è irrilevante, se pensiamo che in mezzo secolo s’è sbriciolato l’URSS (Seconda potenza mondiale) e ora gli USA (che erano la Prima), sono al pari dell’UE, in braghe di tela, si fa presto a dedurre che la cultura e politica occidentale, orfane del vecchio e inossidabile senso critico femminile, sono ormai da pernacchia.

Dedicato a te Rina Brundu, che a 70 anni mi hai fatto sentire impari e indegno di contaminare la grandiosità del tuo pensiero con le mie povere fesserie da semi analfabeta. Con immutabile stima e affetto.

Featured image, il ritorno del figliol prodigo, in un dipinto di Rembrandt. Si nota l’immagine del padre come un uomo con la mano sinistra maschile e la destra femminile.

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