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Femminista a chi?

Creato il 30 marzo 2013 da Ilcanechesimordelacoda


Articolo di Laurie Penny giornalista e columnist del New Statesman e collaboratrice del Guardian:
Che ci sarà mai di tanto spaventoso nella parola femminismo? Negli ultimi mesi, mentre giravo per il mondo tenendo conferenze contro il capitalismo e a favore dei diritti delle donne, ho sentito gli stessi discorsi tante volte. Uomini che mi dicevano: "Non sono femminista sono per la parità". O ragazze che mi spiegavano che, pur credendo ne diritto di tutti nel percepire lo stesso salario per lo stesso lavoro, pur codannando le violenze sessuali, pur pensando che le donne abbiamo lo stesso diritto di godere di tutte le libertà di cui gli uomini godono da secoli, non sono femministe. sono un'altra cosa, qualcosa che assomiglia molto all'essere femministe ma senza usare quella parole.
La parola "femminismo" è diventata impronunciabile nella nostra società. Se la usi significa che potresti volere qualcosa che non si può ottenere rimanendo educatamente in attsa che qualche uomo al potere renda il mondo un pò più equo. Indica insoddisfazione, perfino rabbia, e la rabbia non si addice alle ragazze educate. Spesso sono le stesse donne ad aver paura di parlre di femminismo. In tanti anni di impegno, ho sentito dire molto spesso che questo concetto deve essere rivisto, che bisogna trovare un modo migliore, meno aggressivo, per chiedere che le donne e le ragazze siano trattate come degli essere umani non come schiave o sciocchi oggetti sessuali. E' una soluzione tipica di quest'epoca di pubblicità : basta ammorbidire un pò il femminismo e si riuscirà a venderlo perfino ai più scettici. Ma se una versione annacquata della lotta delle donne per la parità dei diritti può bastare per vendere scarpe, cioccolatini, e lavori noiosoi nel settore dei servizi, a vera politica femminista- che vuole garantire alle donne il pieno controllo della propria vita e del proprio corpo- sembra un prodotto molto più difficile da vendere. Comunque si scelga di chiamarla, la reale parità di diritti sarà sempre una prospettiva terrificante per gli uomini che si preoccupano di perdere i loro privilegi. Non c'è a meravigliarsi se lo stereotipo del femminismo è ancora quello di un movimento aggressivo, popolato di pazze furiose che vogliono distruggere i maschi.
I giornali scandalistici, le riviste per uomini, e le sitcom presentano una serie di stereotipi sul femminismo. Che si concentrano sempre su dettagli insignificanti: un articolo che discute se è da femministe depilarsi le ascelle attirerà sicuramente molti più lettori sul sito web di un quotidiano in difficoltà di uno sul fatto che le lavoratrici part-time non hanno diritto alla pensione. Questo genere di stereotipi funziona per un motivo: fa leva sulle nostre paure più profonde per quello che potrebbe significare la parità dei sessi. Per esempio, le accuse rivolte alle femministe di essere brutte, mascoline e pelose, implicano che quando sono troppo determinate le donne rischiano di perdere la loo identità di genere. Gli uomini che hanno il coraggio di dichiararsi femministi rischiano di essere considerati effeminati o accusati di fingere di esserlo per conquistare le donne. Questi attacchi sono doppiamente efficaci perchè contengono un pizzico di verità: il femminismo è una minaccia per i vecchi ruoli di genere, ma solo perchè mira a ridefinirli.
Tuttavia, uno dei motivi per cui continuo a scrivere, parla re, lanciare campagne sul femminismo è proprio perchè rispetto gli uomini, e quindi sono convinta che siano qualcosa di più delle creature bidimensionali al quale vuole sminuirli il concetto tradizionale di virilità. E' proprio perchè rispetto gli uomini che credo che la maggior parte di loro non voglia vivere in un mondo che opprime le donne. Perchè sono femminista e non per la parità? In primo luogo perchè una donna che cerca la parità manca di immaginazione. Non mi interessa la parità con gli uomini in un sistema di classi e di potere che sta lentamente togliendo ogni traccia di spirito combattivo  alla maggior parte delle persone che non hanno avuto la fortuna di nascere ricche. non mi accontento di vedere qualche donna in più nei consigli di amministrazione delle banche. Penso che il mondo sarebbe un posto migliore se non ci fossero ne donne ne uomini in quei consigli, soprattutto se le banche vogliono continuare a scaricare i debiti causati dalle loro irresponsabilità sulle spalle delle donne povere del mondo. Se questo vi sembra poco realistico, non lo è certo meno dell'idea che raggiungeremo la parità tra i sessi in questo sistema nell'arco delle nostre vite.
In secondo luogo sono femminista perchè in Gran Bretagna la parità dei sessi sta tornando indietro come una bigotta che scappa da una riunione di ragazze madri. Il recente rapporto sex and power dell'organizzazione Counting Women In ha dimostrato che negli ultimi anni la presenza delle donne ai massimi livelli della politica, dei mezzi di comunicazione, degli affari e delle arti è diminuita molto. Se ci teniamo davvero alla parità tra uomini tra uomini e donne, non possiamo aspettare che il sistema di potere diventi un pò più equo. Le tendenze graduali possono sempre regredire oltre che progredire. Ora più che mai non basta essere per la parità.

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