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Fenice meets... Gianluca Salmi - INTERVISTA

Creato il 29 gennaio 2012 da Lafenice
Buona domenica a tutti carissimi! Ve l'avevo promessa ed eccola qui, la trascrizione dell'intervista a Gianluca Salmi, avvenuta lo scorso dicembre a Bologna!Grazie a Pendragon per averla resa possibile ed a Gianluca per la sua disponibilità!Enjoy! e fatemi sapere cosa ne pensate!

Fenice meets... Gianluca Salmi - INTERVISTA

la cover


E: Bene iniziamo con una presentazione Gianluca: chi sei? 

G: Sono Salmi Gianluca, nato a Bologna nel 1986. ho frequentato il liceo Minghetti di Bologna ed in seguito ho provato ad iscrivermi all'università ma, purtroppo, non è andata, quindi mi sono buttato nel mondo del lavoro. Proprio li ho conosciuto la mia ragazza! A causa di problemi organizzativi e gestionali il rapporto di lavoro è stato interrotto, nel periodo peggiore, dato che la crisi economica era appena esplosa, rendendo il mercato del lavoro più chiuso. Così ho tirato fuori dal cassetto un libro che avevo scritto durante il liceo pensando “ok non è brutto, potrebbe anche andare!”. Ed infatti ha funzionato: lo mandai a Pendragon che mi ricontattò poco dopo.
E: Cosa fai?G: allora cosa faccio è facile! In questo momento niente: nel momento economico che stiamo vivendo è difficile trovare lavoro. Quindi sono a casa. Cerco comunque di sfruttare il tempo libero dedicandolo alla scrittura. Sto lavorando ad un secondo libro, dello stesso genere de “Il cerchio dei prescelti” ma con una storia chiaramente differente.
E: Perché scrivi?G: scrivo perché vorrei leggere una storia che non c'è e di conseguenza mi viene automatico scriverla. Il cerchio dei prescelti è nato proprio in questo modo: volevo una storia di questo genere, con tutti gli elementi che ritenevo più interessanti e così l'ho scritta! Poi, con lo svilupparsi del libro compresi di divertirmi in un certo senso a costituire questa storia quindi...
E: Quindi scrivere Il cerchio dei prescelti, la tua storia, era un qualcosa che riusciva a farti stare bene e per questo andavi avanti?G: si, proprio così.
E: Da dove nasce questa passione?G: è partita da un concorso letterario indetto dal Minghetti, il mio liceo. Partecipai con diversi ragazzi della mia stessa classe. Scrissi un racconto che non venne minimamente apprezzato, e cercai di fare un po' di autocritica. “effettivamente è scritto male” mi dissi “posso fare meglio”. Da li è partito il soggetto de Il cerchio dei prescelti: e così ho iniziato a scriverlo, anzitutto per fare qualcosa per me stesso. Quando poi ho visto che si leggeva bene ho pensato “magari posso portarlo anche fuori!”. Comunque è iniziato tutto come un gioco, un hobby anzi.
E: quindi almeno all'inizio, era soltanto una creatura e l'avevi letta tu, oppure..G: Si, era solo “mia” fondamentalmente, tant'è che la volevo modificare settantamila volta perché tanto avrei dovuto leggerla solo io per la mia esigenza di leggere una storia particolare..
E: perché all'inizio, soprattutto negli scrittori emergenti, c'è un po' di imbarazzo nel mostrare il frutto del proprio lavoro. C'è chi dice di averlo fatto leggere a fidanzate piuttosto che alla propria famiglia: nel tuo caso invece eri l'unico a conoscerla, insomma era una cosa solo tua..G: inizialmente si, poi è logico, quando ti rendi conto di avere tra le mani qualcosa di simpatico ti viene anche voglia di proporlo e di ricevere pareri sulla storia in sé e per sé. Poi sono comunque pareri di persone che hai vicino, però comunque pareri di persone che bene o male leggevano quindiarrivi anche ad avere pareri oggettivi. Insomma io ho chiesto sempre quello: non mi serviva il “sì è bello perché sei tu, perché ti voglio bene”, quello non serve a nulla. Se non ti piace me lo devi dire così riesco a fare qualcosa per migliorarmi. Tutto sommato comunque è piaciuto, e quindi da li ho trovato sempre più sicurezza e coraggio per portarlo veramente al di fuori.
E: Come definiresti il tuo modo di scrivere?G: una definizione specifica non ce l'ho, non riesco a spiegarlo bene. Fotografico forse non è la parola giusta è più a “Schizzi”, no? Mi piace lasciare spazio al lettore all'interno della storia, abbozzare un avvenimento affinché possa essere lui stesso ad immaginare il resto. Do soltanto quello che è fondamentale per proseguire. Per me, per vedere tutto esistono i film. Mi sembra giusto che tu ti possa immaginare ambienti, personaggi ed i particolari come meglio preferisci, in modo tale da, non dico partecipare, ma essere attivo durante la lettura.

Fenice meets... Gianluca Salmi - INTERVISTA

l'autore a Bologna

E: molto democratico!G: Grazie!
E: c'è un autore che ha giocato un ruolo fondamentale nella tua formazione? Se sì, quale?G: in realtà non è propriamente un autore di libri. Sono un appassionato di Star Wars, ed ammiro tantissimo il modo di narrare storie di George Lucas. Non tanto perché si tratta di un genere fantascientifico, quanto perché riesce a mettere dentro un film di questo tipo argomenti universali, temi che possono essere ricondotti alla mitologia piuttosto che a racconti di formazione. Quindi, secondo me, ha un modo di raccontare una storia, di inserire determinate informazioni in determinati punti d'effetto. Sul genere del thriller ho rispolverato la scrittura (dopo il racconto) quando ho letto il Codice da Vinci, non tanto per il contenuto quanto per il modo di scrivere: scorrevole, di quelli che ti invitano a girare pagina, specialmente nei punti più caotici.. ecco, quello mi è piaciuto particolarmente. Lasciamo stare il contenuto perché è discutibile, però proprio il tipo di scrittura, non dico che è un'aspirazione arrivare a scrivere in modo simile ma sarebbe un discreto complimento ricevere un paragone in riferimento al modo di scrivere di autori così scorrevoli.
E: quindi ritornando alla domanda precendente, ami un modo di narrare ricco di intrecci, abbozzato, quindi poco descrittivo forse...G: si, soprattutto cinematografico. Inizialmente i capitoli de Il cerchio dei prescelti erano più di cento, poi l'editore ne ha accorpati alcuni sostenendo fossero troppi. Però erano stati realizzati con una logica, nel senso che ogni volta in cui mutava la scena o si presentava una situazione differente, cambiavo capitolo. E quindi sembrava proprio la scena montata di un film..
E: quindi erano capitoli comunque molto brevi..G: si, tant'è che molti appunto sono stati accorpati, alcune cose sono state spostate in quanto era un susseguirsi di intrecci, A-C-B-D praticamente.
E: cosa significa essere uno scrittore emergente in un paese come l'Italia dove, purtroppo, si legge poco?G: Aver voglia di fare le cose difficili, eh, mi piacciono le sfide impossibili. Significa dare un senso alla propria giornata, magari trascorsa a casa in quanto trovare lavoro ora come ora è difficile, facendo ciò che mi piace, ascoltando la mia passione.
E: qual'è la più grande soddisfazione ottenuta attraverso la scrittura?G: personalmente è stare bene con sé stessi. Cioè io stavo bene davanti al computer con la pagina bianca a scrivere: mi divertivo perchè puoi inventare ciò che vuoi e vivere delle storie che non vivresti mai, insomma cose del genere. A livello invece esterno la soddisfazione più grande è stata con i miei genitori, ed un po' anche con la mia fidanzata, perché li ho visti orgogliosi di una cosa che avevo fatto, la mia passione. Vedere che avevo portato a termine una cosa che volevo io senza aiuti esterni li ha resi orgogliosi e questo mi ha fatto molto piacere.
E: dato che hai appena parlato di pagina bianca, presente quando ti ritrovi davanti al computer, c'è la pagina bianca e questo horror vacui che non riesci a fare nulla, sei fermo. Come lo superi?G: Spengo. Spengo e faccio tutt'altro. A volte arrivo al punto di ridurmi alla sera ed alla notte forzandomi proprio perché non mi viene nulla, ma nel momento in cui apro il computer devo aver qualcosa, altrimenti lo devo richiudere. Diciamo che si rallenta un po' il ritmo, però piuttosto che stare li a scervellarmi per una frase che poi magari è orribile e devo comunque rifarla, finché non ho qualcosa effettivamente da dire, non comincio.
E: come nasce il cerchio dei prescelti?G: nasce da un saggio che ho letto di uno scrittore francese che analizzava tutte le opere di Verne ipotizzando un legame tra le varie opere che contenesse vari indizi di un segreto. L'ispirazione dunque è venuta proprio da qui, e da un documentario che parlava proprio dello studio di questo autore francese.
E: Perché Verne?G: secondo me oltre ad essere uno scrittore un po' pesante in quanto molto descrittivo, è il precursore insieme a Wells della fantascienza, fantascienza comunque per l'epoca in quanto, all'atto pratico, quello che lui ha predetto nei suoi libri è diventato poi realtà come il sottomarino o la mongolfiera. In più è un personaggio abbastanza particolare, ci sono delle parti oscure nella sua vita, spazi in cui una storia ci sta, un romanzo può starci.
Buona domenica a tutti!

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