Mentre il Minuetto Express si avvia sferragliando verso la sua destinazione finale (data di arrivo estimata: novembre 2013, dipende dal numero di mucche sui binari) mi ritrovo a fare dei bilanci, una cosa che succede spesso ultimamente (tipo una volta al mese). Una cosa mi è chiarissima: questo blog non è il mio futuro. Lo so, grande scoperta. Ma è così. Mettiamo da parte per un secondo la storia del "guadagnare col blog", che per noi italiani è una bellissima favoletta della buonanotte, e concentriamoci sui contenuti. Ebbene, un blog come il mio è paragonabile ad un Don Chisciotte che si schianta contro i mulini a vento: lodevole tentativo, ma non porta da nessuna parte. Una delle regole fondamentali per avere successo come scribacchino virtuale è trovarsi una "nicchia" da occupare: un blog che si concentra con passione su di un numero selezionato di argomenti ha molte più probabilità di attirare pubblico. (In teoria funziona così, anche se ho visto blog generalisti e dispersivi che fanno letteralmente faville). Bene, qui si parla di cinema fantastico e libri fantastici, soprattutto stranieri. Il numero di visitatori oscilla tra i 500 nei giorni di stanca ai 900-1000 quando sforno un articolo particolarmente interessante. Molti lettori (brave, bravissime persone) si fermano e commentano spesso. Ogni tanto arriva qualche gradita donazione. Questi sono gli unici lati positivi, e purtroppo non bastano a garantire prospettive rosee per il futuro.
Le due immagini che mi si affacciano alla mente con sempre maggiore insistenza sono quella di un pesce rosso troppo cresciuto per la sua boccia, e quella di un missionario in mezzo agli scimpanzè. La prima è un triste, tristissimo dato di fatto: il Web italiano non è un oceano, è una pozza, uno stagno, uno sputo. Scrivere in italiano per italiani (a meno che non si tratti di calcio, politica o gossip) e sperare di avere successo è come pretendere di vincere il torneo di Wimbledon con una mazza da golf e una mano legata dietro alla schiena: è frustrante, inutilmente complicato, e tutti ti rideranno dietro. Semplicemente non c'è un' audience abbastanza larga per raggiungere livelli di successo soddisfacenti. I pochi, preziosi interessati sono rari come diamanti. E quelle poche decine (o centinaia, o migliaia se si è molto bravi o fortunati) di lettori fedeli, intelligenti e informati sono come un faro nell'oscurità. Il resto, beh... direi che l'immagine del missionario tra gli scimpanzè (che io trovo esilarante, non so voi) calza a pennello. Vedete, un blogger di nicchia, ovvero il missionario di cui sopra, è un autolesionista convinto di poter insegnare molte cose nuove ad un numero elevatissimo di
Lo dico con tutta l'umiltà possibile, perchè dimostrare di saperne più degli altri su certi argomenti non è mai stata la mia priorità, anzi. Lo stesso non si può dire delle scimmie, perfetti abitanti di un Paese in cui tutti insegnano e nessuno sa. Il mio biennio di blogging presso il Minuetto Express non è stato inutile: ho conosciuto parecchie persone fenomenali e ho imparato un sacco di cose sulla corretta gestione di uno spazio virtuale. Sarebbe inutile, questo sì, tenerselo stretto solo per testardaggine cercando di espanderlo ulteriormente nel vano tentativo di "sfondare". Se questo non è lo zenith, poco ci manca: le pareti della boccia sono ormai pericolosamente vicine. Un basso margine di crescita è un pericoloso disincentivo per un lavoro, figuriamoci per un'attività classificabile come "passatempo con guadagni molto occasionali". Ci vorrebbe una bacchetta magica, vero? Sarò sincero: nonostante l'apparente paludosità del nostro Web qualcosa si sta muovendo, e in un prossimo futuro sarà forse possibile ricavare maggiori soddisfazioni (morali ed economiche) dal niche blogging anche nel Belpaese. Molto forse.
La verità è che, in quello che potrebbe essere considerato un oltraggioso atto di snobismo dalle scimmie, sto spendendo sempre più tempo tra blogger di diverse nazionalità: statunitensi, canadesi, indiani, australiani, inglesi. Si respira tutta un'altra aria, credetemi. E' difficile da spiegare, anche perchè i problemi non mancano neppure nelle loro aree virtuali, ma le interazioni tra Blogger di nicchia professionisti (che, tipo, all'estero ESISTONO), Blogger di nicchia dilettanti e pubblico sono diverse. Stimolanti. Stuzzicanti. E il rispetto per la categoria è solido. In Italia dibattiamo ancora del sesso degli angeli e non facciamo distinzione tra blogger cazzoni e blogger professionisti. E' una vergogna. E sono stufo. Stufo di dover girare sempre intorno agli stessi dibattiti, di spiegare perchè sia importante leggere in almeno un'altra lingua o imparare a non temere le transazioni online, e di dover giustificare la mia sempre maggior attenzione per il mercato cinematografico/letterario estero. Sono stufo di essere bloccato tra due mondi.
E visto che l'emigrazione è, almeno per i prossimi anni, fuori discussione (salvo sconvolgimenti tellurici di elevata magnitudo) c'è solo una cosa che posso fare: impostare un blog per un audience internazionale. Emigrare virtualmente. Aka, scrivere in inglese. Sarà dura, sarà lunga, ma i benefici sono innumerevoli. E se proprio devo dirla tutta ho la netta sensazione che non sarò l'unico blogger italiano a compiere un simile balzo nel corso del 2013. Non temete, continuerò ad allietarvi qui nei prossimi mesi. Continuerò a sperimentare, a provare nuove soluzioni, palinsesti e idee, e rilascerò anche qualche ebook tanto per gradire. Ma il Minuetto Express non è eterno. E lo stesso vale per altri blog di nicchia là fuori, come Plutonia Experiment, strategie evolutive o Book and Negative, che definire "eroici" è un eufemismo; visti i temi trattati e la dedizione, oltre che professionalità, dimostrate nel corso degli anni meriterebbero un pubblico internazionale molto più esteso e ricettivo. Anche gli eroi si stufano, e in caso di una loro emigrazione virtuale la blogosfera italiana ne risulterebbe decisamente impoverita... sempre che le scimmie riescano ad accorgersene. Un consiglio da amico, quindi: esercitatevi a leggere in inglese. Potrebbe tornarvi utile molto presto. Perchè nessuno, neanche Sisifo in persona, può portare avanti un compito frustrante all'infinito. Se lo sforzo si rivela inutile nessun livello di autoconvincimento può aiutare, specie se le proprie capacità possono essere sfruttate a dovere appena qualche passo più in là.
Minuetto Express continua, dunque: si parlerà di HydroPunk molto presto, usciranno degli ebook, il palinsesto da gennaio potrebbe cambiare radicalmente (ne parleremo al momento giusto) e intanto l'orologio ticchetta. I prossimi mesi saranno fondamentali per me, nel senso che sperimenterò nuove soluzioni per creare qualcosa di completamente diverso e appetibile per un pubblico internescionàl. Nel frattempo godetevi il viaggio... abbiamo ancora un sacco di fermate davanti a noi.