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Fenomeno Bolaño

Creato il 19 gennaio 2011 da Aledelu

Fenomeno BolañoDa un po’ di anni le opere dello scrittore cileno Roberto Bolaño, morto nel 2003, stanno riscuotendo grande successo, con conseguente diffusione capillare e traduzione in varie lingue. Da dove viene fuori Bolaño? Padre camionista, madre maestra elementare in un piccolo paese del sud del Cile, quando ha tredici anni la famiglia si trasferisce in Messico. Nel 1973 lui solo decide di tornare in Cile, per vivere il processo di riforme socialiste del governo Allende. Alla fine di un lungo viaggio in pullman, autostop e barca attraverso l’America Latina, arriva nel paese pochi giorni dopo il colpo di stato di Pinochet. In seguito a questo fatto decide di unirsi alla resistenza ma viene incarcerato a Concepción, riesce a farsi liberare dopo soli otto giorni grazie all’aiuto di un compagno di studi, che era tra i poliziotti incaricati di vigilarlo. Questo episodio diventa lo spunto per il racconto Detectives incluso nella raccolta Llamadas telefónicas. La visione memoriale degli anni messicani e la tappa del ritorno in Cile servirono a Bolaño per costruire il suo stesso mito. Al ritorno in Messico insieme all’amico poeta Mario Santiago Papasquiaro ( l’Ulises Lima dei Detectives Salvajes) fondò il movimento poetico d’avanguardia infrarealista, definito come Dada alla messicana, che si era prefisso lo scopo di rompere la tradizione della letteratura ufficiale e di stabilirsi come avanguardia in contrasto con l’establishment letterario rappresentato su tutti da Octavio Paz. Come la maggior parte dei cileni nati dopo Neruda, Bolaño era un idolatra della poesia, le sue poesie giovanili fin dall’inizio avevano la tendenza a diventare delle storie. La tensione interiore, che si scorge fin dalla sua esperienza poetica, viene dall’autore brillantemente rovesciata con la trasformazione delle sue storie in messe in scena della ricerca poetica. Secondo lo scrittore Alain Pauls la vera pulsione che anima la letteratura di Bolaño è il fanatismo in senso preavanguardista: una letteratura piena di poeti, di scrittori, di artisti che però in pratica non producono nulla, ad esempio non si sa mai che cosa scrivano Belano e Lima nei Detective selvaggi. Quel che Bolaño fa è riappropriarsi molto intelligentemente della  tradizione dell’avanguardia. Da questa tradizione riprende più che altro un repertorio di forme di esistenza, di modi di vita che poi, in realtà, è quel che gli è sempre interessato… Dall’altra parte nelle sue opere emerge una propensione un po’ “teppistica”, in un momento in cui la letteratura latinoamericana tendeva ad isolarsi in una specie di comodità pantofolaia. In questo senso contribuì a restituire alla letteratura latinoamericana una certa aggressività di cui si sentiva la mancanza. Una letteratura, infine, che non esclude nessuno, neppure i suoi nemici. Anzi, caratterizzata dalla tendenza ad annettersi tutto.

Bolaño era un polemico, un outsider, un personaggio che, anche grazie alla morte prematura, si sta progressivamente trasformando in mito pop, alla stregua di Corzar. Le sue opere letterarie, che ora appartengono alla vedova Carolina López, vengono gestite dal famoso e temuto agente letterario Andrew Wylie, che sta inventariando l‘archivio dello scrittore ed ha in serbo altre due o tre pubblicazioni postume. A dire il vero la coppia era in pratica separata e lo scrittore aveva una relazione con la catalana Carmen Pérez de Vega, ma tant’è. Se Los detectives salvajes hanno cambiato il paradigma dello scrittore latinoamericano, secondo  Echevarría, 2666, la novela del mal, ha provocato una vera deflagrazione nella società dei lettori statunitensi. L’attrazione di Bolaño per la relazione tra crimine e arte ed il suo interesse per l’investigazione lo rendono estremamente attraente a questo vasto e poderoso pubblico e di riflesso anche a quello europeo. Per finire: mi ha colpito molto una frase pronunciata in un’intervista. Alla domanda dell’intervistatore “come nacque la tal opera?” Bolaño risponde con una sincerità ed una poesia disarmante: Como nacen todas las obras literarias: por casualidad y por desesperación.



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