Con 21 milioni di spettatori negli Usa, decine di premi vinti, fra i quali sette Emmy (di cui quattro a Jim Parsons per il suo ritratto del personaggio più iconico, il fisico teoretico, misantropo e sferzante, Sheldon), The Big Bang Theory, la sitcom sui giovani scienziati nerd con annessi amici, fidanzate e parenti, che ha fra i protagonisti anche Johnny Galecki, Kaley Cuoco, Simon Helberg e Kunal Nayyar, e' un fenomeno pop globale. Tanto da approdare oggi anche alla Macroarea di Scienze dell'Università Tor Vergata di Roma, dove ne hanno analizzato il successo, davanti a una platea di studenti/scienziati in erba l'astrofisico e docente Amedeo Balbi e Giorgio Gheraducci (Gialappa's band).
A completare l'incontro, trasmesso in streaming, la proiezione della prima puntata dell'ottava stagione, in onda su Mediaset premium Joi dal 6 gennaio e l'esibizione live dei doppiatori italiani.
«La scienza si fa anche perche' si e' spinti da una sorta di divertimento, c'e' una componente di gioco, che si vede molto bene in The Big Bang Theory. Siccome il divertimento e la passione sono contagiosi vedere scienziati scombinati ma appassionati, contagia anche il pubblico» spiega Balbi, soffermandosi anche sull'attenzione degli autori (la serie e' stata ideata da Chuck Lorre e Bill Prady, ndr) a inserire reali teorie e precisi riferimenti scientifici all'interno delle storie.
Inoltre vari scienziati di fama mondiale si sono prestati ad apparire in autoironici cameo, da Stephen Hawking, al premio Nobel George Smoot.
«La sitcom ha come consulente l'astrofisico David Saltzberg della Ucla - aggiunge Balbi -. E l'autore delle elaborate equazioni che vedete sulle lavagne dei protagonisti, e cura l'esattezza degli elementi scientifici nelle battute. Per quanto in maniera subliminale, attraverso la comicità, The Big Bang Theory funziona anche come trasmissione di divulgazione scientifica».
Il successo della sitcom, già rinnovata per altre due stagioni (la settima e' da poco uscita in dvd in Italia con Warner Bros Entertainment Italia),
«e' dovuto - sottolinea Gherarducci - anche all'essere innovativa pur con elementi 'classici' del genere: Sheldon e' come Fonzie. Il personaggio più amato di una sitcom, il generatore di comicità, e' la simpatica canaglia. Tutti e due sono cinici, amorali. L'unica differenza in The Big bang Theory e' che in genere questi personaggi sono pieni di donne, mentre Sheldon non sa il sesso dove stia di casa».
Per il componente della Gialappa's «la serie avrà la sua doverosa fine il giorno in cui Sheldon tromberà o vincerà il Nobel, o tutti e due insieme».
Merito della sitcom, aggiunge
«e' stato valorizzare l'orgoglio nerd. Questi sono personaggi che prima venivano presi in giro, oggi governano il mondo, da Bill Gates a Mark Zuckerberg».