di Rina Brundu. “Pareva generosità ed era impazienza” ha scritto di recente Aldo Grasso nell’incipit di un articolo a commento della decisione di Jerry Scotti di rinunciare al(l’immeritato) vitalizio politico. L’articolo criticava anche il modus operandi utilizzato dal “rinunciatario” per far conoscere la notizia, lo ha comunicato via twitter al Presidente del Consiglio; ma il pezzo criticava pure “l’impegno” in prima persona di Renzi affinché il buon proposito scottiano andasse in porto: “È bello sapere che il nostro premier, fra mille impegni, trova anche il tempo per dare una mano a Gerry, al suo nobile intento”.
Pareva generosità ed era impazienza! Ho trovato straordinario questo incipit; a mio avviso potrebbe diventare il vero motto del renzismo. Di fatto racconta come nient’altro il gioco del gatto col topo portato avanti per settimane da Renzi nei confronti di Letta, prima di mandarlo a casa; e racconta al meglio la recente svolta populistica in vista delle elezioni europee. Quelle elezioni che, volente o nolente, diventeranno una prova elettorale importante per il neo Primo-Ministro auto-proclamatosi. Matteo Renzi questo lo sa bene, così come lo sanno bene dentro il PD dove l’aria che tira – almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate ieri a “Che tempo che fa” (RAI3) da Pierluigi Bersani - è tutto fuorché rassegnata all’idea del renzismo incombente.
A questo proposito mi ha davvero colpito lo spirito battagliero dell’ex Segretario PD che – ripresosi dai suoi problemi di salute – è parso mandare diversi segnali non troppo rassicuranti, e neppure troppo criptati, a Matteo Renzi. Vero è che a sentire parlare Bersani, cioè ad essere costretti a fare incetta-forzata di tutto quel “politichese” strategico d’altri tempi, ti ritorna subito in mente il perché si sia tifato per la svolta renziana; ma vero è pure che in politica i vecchi peccati gettano lunghe ombre e queste si parano fin da ora sul cammino di Matteo Renzi come una pericolosissima spada di Damocle….; quella con cui un giorno lo colpiranno gli esponenti del suo stesso partito…
“Non li vogliamo gli 80 euro, perché nessuno glielo dice a Renzi?” si chiedeva quest’oggi, in un altro salotto televisivo, un altro anonimo opinionista. “Quei soldi non risolveranno nulla e i problemi resteranno sul tavolo. Siamo il Paese che non costruisce più nulla: né infrastrutture, né monumenti, non li vogliamo gli 80 euro!”. Parole sante: pareva generosità ed era impazienza! L’impazienza di assicurarsi il “consenso” politico anche a dispetto delle buone intenzioni di fondo. E intanto le regioni continuano a spendere e a spandere, ad organizzare viaggi di lavoro di dubbia necessità in Azerbaigian e in Giappone e il tasso di disoccupazione sale…
Pareva generosità ed era impazienza… politica! Heil Angela, morituri te salutant!
Featured image, L’Ave, Caesar, morituri te salutant indirizzato dai gladiatori a Vitellio, nella visione artistica di Jean-Léon Gérôme (1859).