di Rina Brundu. Secondo Wikipedia Italia, due sono le principali “controversie” nel quale sarebbe stato coinvolto Paolo Del Debbio il rampante presentatore di “Quinta Colonna”, il programma di approfondimento politico in onda il lunedì sera su Canale 5. Le due “controversie” sarebbero: 1) Il 17 ottobre 2012 la stampa italiana riporta la notizia secondo la quale alcuni dirigenti nazionali del PdL avrebbero chiesto a Silvio Berlusconi di telefonare a Mediaset per far cancellare il programma di Del Debbio: il presidente del PdL, però, ha respinto la richiesta. 2) In una intervista concessa il 9 settembre 2013 Del Debbio ha smentito le voci, circolate nell’estate appena terminata, secondo le quali lui sarebbe lo spin doctor di Marina Berlusconi, da molti indicata come possibile nuovo presidente del PdL (e quindi della nuova Forza Italia nata qualche mese dopo) al posto del padre Silvio.
Quisquilie e pinzillacchere direbbe l’immenso Totò: di fatto avrei avuto più rompimenti di balle io con questo blog di opinioni di quelli che secondo i pur bravi redattori wikipedici avrebbe avuto questo giornalista professionista. Tutto può essere però anche perché é indubbio che Del Debbio ha un modus di fare molto liberale e spigliato. A mio avviso, infatti, Wikipedia ha dimenticato di scrivere che Del Debbio è l’inventore di un nuovo modus di fare approfondimento politico, un filone moderno, anti-santoriano per eccellenza e vagamente memore delle celebrate e eccelse mete che raggiunse a suo tempo il “fedismo” (dottrina pseudo-giornalistica e molto mediatica riconducibile a Emilio Fede).
Scherzi a parte, la gemma da incastonare nel modo di fare giornalismo politico di Del Debbio sono quei “momenti” della trasmissione che in periodo elisabettiano, i grandi creatori di commedie e tragedie, da Shakespeare a Johnson, avrebbero chiamato gli “aside” teatrali, gli a-parte teatrali in italiano. Detto altrimenti sono le parti del “play” nel quale l’attore interrompe il flusso comunicazionale dell’asse interno (ovvero tra attori-personaggi), e si rivolge direttamente al pubblico per parlarci e raccontargli i suoi pensieri, nonché per spiegare parte della trama che verrà. L’esempio più conosciuto dell’ottimale utilizzo di simili strategie è il Riccardo III shakesperiano, laddove il villain (l’anti-eroe) Riccardo, impegnato com’é a ordire trame per accapparrarsi il trono e mantenere il potere – mostrando di possedere anche un fenomenale senso dell’umorismo – si intrattiene sovente ad informare gli spettatori, senza per questo impedire la catarsi e al contrario riuscendo a vincere molte simpatie nonché a creare momenti artistici memorabili.
Recentemente queste strategie sono state riutilizzate, con enorme successo, anche dal Kevin Spacey di “House of Cards”. In questa fortunatissima serie americana l’anti-eroe di turno, che non nasconde le sue mire sulla Casa Bianca, è l’ormai famosissimo Frank Underwood, il quale Frank sarebbe diventato eroe molto ammirato anche in Cina tra le fila dei più potenti rappresentanti dell’odierno Partito Comunista. O di quel che ne resta.
Da dire c’é però che l’aside, l’a-parte deldebbico è senz’altro diverso ed ha per lo più una connotazione “light”. Un esempio emblematico è quello di ieri quando nel dare la linea alla regia per la pubblicità Del Debbio si è avvicinato alla camera e come prendendola tra le mani si è rivolto direttamente ai telespettatori: “Mi raccomando state lì, torniamo tra due minuti. E poi dove volete andare? Se cambiate su altra rete rischiate di non capire un programma già cominciato e se tornate qui troppo tardi avete perso il nostro. Restate lì, fermi”. In altra occasione mi pare abbia finanche minacciato di rompere il telecommando del telespettatore che osava disobbedire all’imperativo categorico, ma in barba alle due “controversie” di cui sopra questa sembrerebbe essere stata pure la sua unica uscita fuori dalle righe.
Per chi si è fatto due maroni così con anni di cupi sermoni santoriani sicuramente una boccata d’aria fresca! Fermo restando che, Del Debbio permettendo, la vera aria-fresca è meglio e spegnere il televisore è sempre un’alternativa valida e possibile.
Featured image, Riccardo III