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Fenomenologia di YouPorn: 8 Domande Appiccicose a Stefano Sgambati

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Fenomenologia di YouPorn: 8 Domande Appiccicose a Stefano Sgambati

Stefano Sgambati, oltre a essere uno che farnetica quotidianamente (imperdibili i suoi status), è anche uno scrittore. Già pubblicati il Paese Bello e diversi racconti, l’anno prossimo potremmo leggere il suo primo romanzo, edito da Minimum Fax. Su Scrittore Computazionale, Sefano ci racconta del suo Fenomenologia di YouPorn (qui la recensione di Lankelot), edito da Miraggi Edizioni. Attenzione: dopo aver cliccato Continua a Leggere potreste incappare in parole come “fica”, “pompino” e altre amenità. Consigliato l’uso del Kleenex.

Stefano, ho appena finito di leggere il tuo “Fenomenologia di YouPorn”. Quanti ricordi mi vengono in mente! I VHS dell’amico, quello che aveva un cugino maggiorenne che in casa custodiva la collezione dei film con Moana Pozzi, i giornaletti sempre sgualciti del padre dell’amico, un altro, che li custodiva in camera da letto, le fandonie raccontate tra i banchi di scuola tipo “Marilù me le ha fatte toccare”. Il tuo Fenomenologia di YouPorn è anche il racconto della nostra adolescenza… Ecco, ti volevo chiedere, ma tu, quante pippe ti fai al giorno?
Durante un recente reading mi sono autodefinito il “Roberto Saviano delle pippe”, ma avrei potuto anche azzardare un “Benedetta Parodi della masturbazione”; analogamente un lettore ha avuto l’ardire di definirmi “il Piero Angela del sesso”. Come vedi la produzione di questo libro ha già condotto la sua buona razione di soddisfazioni professionali; il fatto è che proprio come il guru delle casalinghe di Voghera, esattamente come la sorella furba di Cristina ed evidentemente come il genitore maschio di Alberto, i quali – rispettivamente – non è che frequentino le camorre, mica mangiano tutto quello che cucinano e di certo non passano proprio ogni secondo della giornata a stanare ghepardi, ecco, alla stregua dei tre soggetti sopracitati, anche il sottoscritto ha del tutto rinunciato alla masturbazione quotidiana.
A favore di quella oraria.

YouPorn non è tra i miei siti preferiti. È troppo efficiente. Voglio dire, in una pagina ci trovi centinaia di video, ben organizzati in categorie, tutti perfettamente funzionanti, senza nemmeno un link a “tradimento”. A me invece piace l’attesa, il buffering masochista, lo zapping frenetico. Non è che l’efficienza di YouPorn ci rovina un po’ l’esperienza?
Attesa snervante.
Buffering masochista.
Link a tradimento.
Pop up bastardi.
Ma per tutto questo c’è già Repubblica.it!

“La fica: la radice quadrata della donna”. Perdonami, ma non sarà un poco, ehm, maschilista?
Il libro è dichiaratamente maschilista.
Forse è il suo difetto principale, insieme al fatto che tratta l’argomento da un unico punto di vista della sessualità, cioè quello uomo-donna.
Ho pensato a lungo a come dosare tematiche e registri, ma non avendo poi così tanto spazio a disposizione (voleva e doveva essere un saggio narrativo agile) ho scelto di rivolgermi esclusivamente a uomini che amano donne. Viceversa avrei aperto canali interessanti che avrebbero allungato il brodo enormemente: preferisco non trattare qualcosa piuttosto che trattarla così e così.
In ogni caso sono la scienza e la tecnologia a definire la direzione “commerciale” della sessualità: il porno online ha la forma che ha perché il mondo reale è di stampo maschilista, purtroppo. Per accorgertene basta dare un’occhiata ai vari banner (ridicoli, per la maggioranza) che infestano i siti di video sharing hard: una sequela di tette e culi ballonzolanti che invitano l’utente medio a cliccare, a iscriversi, a seguire un link. È una questione di mercato e lo stesso mio libro è schiavo di ciò.
Anche se preferirebbe di gran lunga essere schiavo di una hostess svedese.

“Diciamolo: Alessandro Baricco non è questo grande scrittore”. Beh, come darti torto. Ma a proposito, secondo te, Alessandro Baricco, con quale categoria di YouPorn si intrallazza?
Baricco appartiene a quella classe di intellettuali italiani che io vorrei vedere messa alla berlina, ridicolizzata, ostracizzata, messa in condizione di non nuocere, perché nuoce eccome. Nel libro c’è tutta una sezione che parla dei guru: ce n’è per Baricco, per Saviano stesso, per Beppe Grillo. Questi personaggi dalla presunta autorevolezza si sostituiscono a noi nella definizione di un pensiero, nell’articolazione di un ragionamento e devastano lo spirito critico, lo livellano: e pluribus unum, da molti uno. Lo scrivo io stesso nel libro: “Laddove si potrebbe essere in tanti, e ragionare tutti con la propria testa, generando una moltitudine di pensieri, forse contrastanti, ma comunque moltitudine, ragiona uno soltanto, ragiona uno per tutti e quella che può sembrare una comodità diventa presto tirannia. Ogni volta che nasce un guru, muoiono centinaia di cervelli, si essiccano, perdono funzionalità come una Gran Torino lasciata troppi anni in garage. La stessa cosa capita con internet, quando internet prende il controllo: si smette di ascoltarlo e si comincia a ubbidirgli. Si fa segno di sì con la testa a ogni puttanata che dice, perché gli vogliamo bene, perché ci sta facendo il piacere di farlo al posto nostro, di esporsi al posto nostro”.
Ecco, Baricco appartiene a questa classe di intellettuali, di giornalisti, di scrittori: quelli che non ci informano ma ci dicono da che parte stare (per dirla come la scrittrice e giornalista Federica Sgaggio, autrice di un libro fondamentale che si intitola “Il paese dei buoni e cattivi”, minimum fax), pertanto la sua categoria sessuale di appartenenza e senz’altro quella “Instructional” che in “Fenomenologia di Youporn” spiego così:

Ridda di video leggermente rallentati, con camini accesi e tappeti persiani in bella vista, dove un uomo e una donna di una bellezza rinascimentale si accoppiano e una voce in sottofondo serissima e impostata spiega come si fa a fare quello che stanno facendo, omettendo di dire che il più delle volte, nella vita vera, si hanno a disposizione circa diciotto centimetri di cazzo in meno per fare quello che, appunto, stanno facendo.

Citi tante categorie di YouPorn: da MILF a POV, da Gang Bang a Cumpilation (la mia preferita), da Creampie a Dp… Ma dico, Stefano, come cavolo hai fatto a dimenticarti la categoria “German”?!
La vita è troppo breve per imparare il tedesco.
E poi non potevo correre il rischio di analizzare decine di video della categoria suddetta e trovare te “in azione” coi pantaloni alla zuava (ho un immaginario terribilmente naif riguardo ai tedeschi, lo so).

I tedeschi pare abbiano una sessualità tutta particolare e, certamente, Berlino è una città trasgressiva. Sono tanti i locali, il Kit Kat Club e l’Insomnia per esempio, dove gli avventori vanno ad accoppiarsi, a guardare mentre gli altri si accoppiano, a imparare nuove tecniche per raggiungere piaceri paradisiaci. Quando poi sono in treno e guardo questi tedeschi, la signora elegante, l’uomo distinto, il ragazzo studioso, me li immagino indaffarati in sesso di gruppo, vestiti di lattice, aggrovigliati in pratiche innovative. Ma non è che tutto questo sesso ci farà male?
Sicuramente l’aspetto sociologico e quello psichiatrico sono stati quelli più interessanti da affrontare. Riflettere sul sesso virtuale come un autentico strumento di cambiamento delle nostre vite mi è sembrato prima una pazzia pretenziosa, poi una scoperta ovvia e naturale. Grazie agli apporti di bravi psicoterapeuti esperti in disturbi cognitivi legati alla dipendenza sessuale e alla dipendenza da Internet ho potuto arricchire il volume e la mia stessa conoscenza: chi si troverà a leggere “Fenomenologia di Youporn” potrà legare il divertimento all’utilità di farsi un’opinione su aspetti della sessualità quotidiana poco trattati. In effetti l’ambizione di provare a raccontare in maniera originale e nuova qualcosa che tutti già conoscevano è ciò che mi ha mosso. Comunque il sesso, di per sé, è ovvio che non possa fare male (se ti fratturi il bacino mentre salti sulla tua bella o sul tuo bello dal lampadario sono affari tuoi, beninteso); la questione interessante è il connubio tra il sesso e Internet, due agenti capaci di influire sul sistema nervoso centrale con una potenza sismica impressionante. Il dottor Emiliano Lambiase, che ho lungamente intervistato, tra le tantissime cose interessanti che mi ha detto, è stato chiarissimo quando mi ha spiegato che “Nella dipendenza sessuale la persona usa il comportamento sessuale per procurarsi volontariamente un mutamento dello stato emotivo, illudendosi in questo modo di riuscire a ottenere la felicità e la serenità che non riesce a sperimentare altrimenti. Mentre all’inizio il sesso è uno strumento attraverso il quale modificare il proprio umore, con il progredire del disturbo diviene un fine rispetto al quale la persona ha perso la facoltà di decidere se ricercarlo e attuarlo, oppure no”.

… E poi ci vieni a raccontare che con le nostre pippe potremmo addirittura salvare il mondo?!
È vero, facendo ricerche per il libro mi sono imbattuto in “Come4″, un sito geniale di due imprenditori italiani molto giovani – Marco Annoni e Riccardo Zilli – che si sono inventati un sistema per fare beneficenza col porno. Quando li ho intervistati, quest’estate, erano ancora a caccia di fondi: li ho risentiti recentemente in onda sulle radio nazionali e mi pare che abbiano ottenuto la cifra necessaria per avviare il loro progetto che in sostanza si basa su una tecnologia classica à la Youporn, con la caratteristica che ogni filmato porno può essere associato a una causa benefica. Caricandolo sul database o anche solo guardandolo si raccolgono fondi specifici.
Scrivo nel libro: “Mi masturbo e intanto aiuto, che ne so, i panda, le foreste, i poveri, gli affamati, le fochine, la sempre più tribolata stirpe dei vombati australiani ecc.
Mi scopo una tizia, o un tizio, o uno di quei vombati, riprendo la performance e decido di volerla pubblicare sul web. Vado sul sito di Come4 ed eseguo l’upload: in questo preciso momento sto legando il mio filmato amatoriale a una causa e quella causa verrà finanziata da tutti coloro che visualizzeranno il filmato amatoriale in questione. [...]
In che modo? Con donazioni private. Ti guardi il filmato e se ti piace (ma anche se non ti piace, per carità) clicchi e doni. Può capitare: prendete me, per esempio, che subito dopo aver guardato il filmato porno amatoriale di Belén Rodríguez ho avuto un’impressionante voglia di girare l’intero mio saldo corrente alla causa dei rinoceronti di Sumatra.”.

I vattelappesca, le virgole dopo punti interrogativi, le parentesi lunghe un periodo e i doppi punti dentro doppi punti. Ma chi ti credi di essere, er Gadda de noialtri?
Come amo sempre dire: io non mi invento niente ma lo faccio benissimo.

“La masturbazione, signori, è come la vita: un muscolo involontario.” Dentro, tra le righe appiccicose del tuo libro, c’è una apologia della masturbazione, quasi un’ode all’autoerotismo. Dicci la verità, ma da quanto tempo non te la danno?
Quest’ultima domanda mi dà il “la” per rivolgere un ringraziamento alla persona che più ha odiato e che più odierà questo libro, cioè la mia fidanzata Carolina, che ha dovuto sopportarmi mentre ravanavo nella mia coscienza di pornomane medio e approfondivo reiteratamente la visione del filmato porno amatoriale di Belén Rodríguez e sfogliavo libri apparentemente strani e mi recavo a interloquire con psicoterapeuti e lasciavo in giro per casa biglietti da visita con numeri di telefono di terapisti cognitivi esperti nella dipendenza sessuale: non deve essere stato facile da spiegare ai tuoi genitori, tesoro, me ne rendo conto, né alle tue amiche, ma pure questo è amore, avere a che fare con un tizio che scrive, anziché con un dirigente d’azienda.

Fenomenologia di YouPorn: 8 Domande Appiccicose a Stefano Sgambati

Come sappiamo, la lunghezza è un tema di discussione molto serio. Anche nel caso dei telescopi. Non è scontato, per esempio, che un telescopio con lunghezza focale maggiore sia necessariamente migliore. Ci sono pro e contro: qui informazioni utili a riguardo. A proposito: non osservare troppo il sole con il tuo telescopio, dicono faccia diventare ciechi.



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