“Le spese per redditi da lavoro dipendente – si legge sul sito di Fid – rimangono invariate rispetto alle previsioni governative nel 2013 e nel 2014. Nel 2015 vengono ridotte dell’1% rispetto al 2014, principalmente mediante un taglio dei contributi sociali (un taglio delle aliquote di 1,5 punti entro il 2015, da inquadrare in una manovra generale di riduzione del cuneo fiscale, dovrebbe essere sufficiente a raggiungere lo scopo”. “La spesa per i consumi intermedi è già prevista in forte calo nel 2013 – recita la seconda proposta – proponiamo di tagliare ulteriormente tale spesa per un miliardo nel 2013 e di continuare poi la riduzione nel 2014 e 2015, tagliando tale spesa del 3,7% annuo”. “Per la spesa pensionistica – e questa è la terza proposta – proponiamo di moderare la crescita all’1,9% annuo, contro una crescita media prevista dal governo di circa 2,6% annuo. Tale moderazione dovrebbe essere effettuata principalmente limitando i tassi di crescita delle pensioni attualmente erogate. Questo si può fare garantendo al tempo stesso il valore reale netto delle pensioni basse e medie (quelle, grosso modo, che pagano fino a 2.500 euro mensili) grazie al taglio dell’Irpef”. Infine, “perle altre prestazioni sociali manteniamo la spesa prevista dal governo senza effettuare alcun intervento addizionale. Questo è un settore in cui la spesa va cambiata e riqualificata per giungere a uno schema universale di assicurazione contro le disoccupazione, ma se si intende raggiungere questo obiettivo non c’è spazio per tagli alla spesa aggregata; infine, la spesa in contro capitale viene ridotta, rispetto alle previsioni governative, di 10 miliardi di euro a regime. Tale riduzione si può ottenere in buona misura mettendo in atto le raccomandazioni del rapporto Giavazzi relative al taglio dei trasferimenti alle imprese, e risulta più che compensata dall’abolizione dell’IRAP”. Le proposte di Fermare il declino per ridurre la spesa pubblica italiana seguono il manifesto in dieci punti pubblicato su sei quotidiani italiani (Il Fatto quotidiano, Il Mattino, Il Foglio, Il Sole 24 ore, Il Gazzettino e Il Messaggero) lo scorso luglio. Manifesto che segnò la nascita ufficiale del movimento fondato da Oscar Giannino e altri economisti. Tra questi, ci sono Michele Boldrin, Andrea Moro, Sandro Brusco, Luigi Zingales, Carlo Stagnaro e Alessandro De Nicola. Da un punto di vista elettorale, c’è grande incertezza sul risultato che potrebbe ottenere Fid. L’Ispo di Renato Mannheimer gli attribuisce il 5% e un potenziale elettorale dell’8%. Anche l’ultimo sondaggio Spincon accredita Fid del 5,5% dei voti. Molto interessanti sono le connessioni tra il movimento di Giannino e la corrente renziana del Pd. Nei giorni scorsi, infatti Luigi Zingales, che aveva sostenuto Matteo Renzi in occasione delle primarie del Partito demcratico, ha chiesto al sindaco di Firenze di appoggiare Fermare il declino. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
Fermare il declino, boom nei sondaggi. Ecco come Giannino & co. vogliono tagliare la spesa pubblica
Creato il 14 dicembre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1“Le spese per redditi da lavoro dipendente – si legge sul sito di Fid – rimangono invariate rispetto alle previsioni governative nel 2013 e nel 2014. Nel 2015 vengono ridotte dell’1% rispetto al 2014, principalmente mediante un taglio dei contributi sociali (un taglio delle aliquote di 1,5 punti entro il 2015, da inquadrare in una manovra generale di riduzione del cuneo fiscale, dovrebbe essere sufficiente a raggiungere lo scopo”. “La spesa per i consumi intermedi è già prevista in forte calo nel 2013 – recita la seconda proposta – proponiamo di tagliare ulteriormente tale spesa per un miliardo nel 2013 e di continuare poi la riduzione nel 2014 e 2015, tagliando tale spesa del 3,7% annuo”. “Per la spesa pensionistica – e questa è la terza proposta – proponiamo di moderare la crescita all’1,9% annuo, contro una crescita media prevista dal governo di circa 2,6% annuo. Tale moderazione dovrebbe essere effettuata principalmente limitando i tassi di crescita delle pensioni attualmente erogate. Questo si può fare garantendo al tempo stesso il valore reale netto delle pensioni basse e medie (quelle, grosso modo, che pagano fino a 2.500 euro mensili) grazie al taglio dell’Irpef”. Infine, “perle altre prestazioni sociali manteniamo la spesa prevista dal governo senza effettuare alcun intervento addizionale. Questo è un settore in cui la spesa va cambiata e riqualificata per giungere a uno schema universale di assicurazione contro le disoccupazione, ma se si intende raggiungere questo obiettivo non c’è spazio per tagli alla spesa aggregata; infine, la spesa in contro capitale viene ridotta, rispetto alle previsioni governative, di 10 miliardi di euro a regime. Tale riduzione si può ottenere in buona misura mettendo in atto le raccomandazioni del rapporto Giavazzi relative al taglio dei trasferimenti alle imprese, e risulta più che compensata dall’abolizione dell’IRAP”. Le proposte di Fermare il declino per ridurre la spesa pubblica italiana seguono il manifesto in dieci punti pubblicato su sei quotidiani italiani (Il Fatto quotidiano, Il Mattino, Il Foglio, Il Sole 24 ore, Il Gazzettino e Il Messaggero) lo scorso luglio. Manifesto che segnò la nascita ufficiale del movimento fondato da Oscar Giannino e altri economisti. Tra questi, ci sono Michele Boldrin, Andrea Moro, Sandro Brusco, Luigi Zingales, Carlo Stagnaro e Alessandro De Nicola. Da un punto di vista elettorale, c’è grande incertezza sul risultato che potrebbe ottenere Fid. L’Ispo di Renato Mannheimer gli attribuisce il 5% e un potenziale elettorale dell’8%. Anche l’ultimo sondaggio Spincon accredita Fid del 5,5% dei voti. Molto interessanti sono le connessioni tra il movimento di Giannino e la corrente renziana del Pd. Nei giorni scorsi, infatti Luigi Zingales, che aveva sostenuto Matteo Renzi in occasione delle primarie del Partito demcratico, ha chiesto al sindaco di Firenze di appoggiare Fermare il declino. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
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