Recensione
In un’afosa notte di luglio, lo sceriffo di Andrewjones (Georgia) viene bruscamente svegliato dai suoi vice; per Jeff McCurtain, lo sceriffo, è l’inizio di una tormentata vicenda in cui la sorte di Sonny Clark, ingiustamente accusato di aver stuprato una ragazza bianca, è uno dei fattori meno rilevanti. Ci sono le elezioni e Jeff è consapevole della difficoltà di ottenere i voti necessari alla sua rielezione; d’altro canto non vuole tornare, dopo molti anni, a lavorare la terra. Il suo unico interesse è uscire indenne da tutta la vicenda, senza appoggiare esplicitamente il linciaggio (invocato da un gruppo di uomini bianchi, per lo più mezzadri) e garantendo, allo stesso tempo, che l’ordine pubblico non venga turbato, come gli richiedono, invece, i grandi proprietari terrieri che temono una diminuzione della produzione a causa di effetti collaterali sui lavoranti di colore.
Probabilmente, se questo libro fosse stato scritto vent’anni dopo ci sarebbe stato qualche personaggio interessato alla giustizia, se non proprio alla sorte del povero Sonny, ma nella Georgia degli anni Quaranta i contadini e mezzadri messi in ginocchio dalla depressione economica non sono interessati alla condizione dei neri che, del resto, non considerano neanche persone. Neppure gli afro-americani hanno la percezione di subire delle ingiustizie: in loro emerge chiaramente la rassegnazione per una situazione che appare immutabile. I bianchi hanno il diritto di entrare in qualunque momento del giorno e della notte nelle loro baracche, di aggredire gli uomini e violentare le donne; nessuno si ribella, nessuno è realmente solidale con Sonny Clark. Lui, vittima, è colpevole di non aver saputo evitare le situazioni potenzialmente pericolose.
Fermento di luglio è una lettura veloce, senza alcun abbandono al sentimentalismo: nessuno prova pietà per Sonny, neanche lui stesso. Caldwell scrisse questo libro nel 1940, descrivendo la situazione dei neri così come l’aveva osservata egli stesso nel corso delle sue diverse esperienze lavorative. Il tono asciutto e sobrio dell'autore amplifica nel lettore (almeno in quello contemporaneo) il senso di impotenza e smarrimento che nascono dalla sensibilità verso i diritti civili, una sensibilità che in quegli anni non era ancora diffusa; bisognerà aspettare il Civil Rights Act del 1964 perché gli USA si dotino di una legge che dichiari illegali le disparità di trattamento tra bianchi e neri.
Il cinismo della classe politica e la condizione delle donne sono gli altri due elementi su cui ruota l’intera vicenda. Katy Barlowe non ha alcuna possibilità di modificare la sua versione: non le crederebbero e del resto a nessuno importa quello che è realmente accaduto. Finisce così schiacciata dalla menzogna che è stata costretta a sostenere e che è diventata per alcuni individui privi di scrupoli l’occasione per manipolare gli eventi e le opinioni dei più tolleranti.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Fermento di luglio
- Titolo originale: Trouble in July
- Autore: Erskine Caldwell
- Traduttore: Luca Briasco
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2014
- Collana: Le Strade
- ISBN-13: 9788864112589
- Pagine: 260
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17,50