Magazine Cultura
Chi bazzica questo blog già da qualche tempo, come anche chi mi conosce personalmente, è al corrente del tipo di legame che da queste parti abbiamo con la cittadina di Bibbiena, comune adagiato sulle colline casentinesi distante una manciata di chilometri da Arezzo. O semplicemente Bibbiena Caput Mundi, come direbbe mia moglie.
Bibbiena è il paese d'origine di mio suocero e del suo più celebre fratello (celebre almeno da queste parti), quel Giuseppe Scapigliati creatore di Bradi Pit e Vincenzina, è il paese dove mia moglie Paola ha trascorso le estati della sua infanzia e dove mia figlia Laura ha iniziato a trascorrere diverse delle sue.
Bibbiena è anche il paese dove Sualzo, al secolo Antonio Vincenti, ha prestato servizio civile e da dove ha attinto ricordi ed esperienze di un sè stesso più giovane trasformandole in questo bel volume a fumetti.
Originario di Perugia il giovane Sebastiano, alter ego dello scrittore, approda a Bibbiena per assolvere all'obbligo di leva, dieci lunghi mesi di servizio civile. Invece di essere dirottato verso la biblioteca comunale come si aspettava, Sebastiano viene assegnato al servizio domiciliare per le famiglie di ragazzi affetti da disagio psichico, quelli che una volta chiamavamo matti.
Va da sè che quello che ne vien fuori è un racconto molto personale e sentito, capace però di trasmettere grandi emozioni anche al lettore che come me ha vissuto esperienze decisamente similari a quelle raccontate da Sualzo. Al particolare si affianca l'universale, quella vasta gamma di situazioni e stati d'animo che appartengono all'autore così come appartengono in diversa misura un po' a tutti. I dubbi e le incertezze per quelle che sono esperienze nuove, i rapporti con le altre persone, quelli con la propria ragazza e con le altre di ragazze, le proprie passioni, le proprie difficoltà e avanti di questo passo.
E così, tra una cosa e l'altra, ci si trova a riflettere e magari anche un po' a cambiare. A capire che a volte per ritrovare un punto di equilibrio non è necessario fuggire da sè stessi o rincorre forsennatamente qualche cosa. A volte basta solo stare fermi.
Il piacere di ritrovare luoghi noti è stato per me solo uno dei motivi di interesse di questa narrazione, l'empatia con l'esperienza di Sebastiano è stata invece il fattore che ha scatenato il vero piacere della lettura. Grazie a Sualzo sono riaffiorati tutta una serie di ricordi e pensieri sopiti da un po' di tempo e magari ne riparlerò condividendoli.
Non mi resta quindi che ringraziare l'autore per il viaggio sul viale dei ricordi, per la dedica e anche per il bel disegno in seconda di copertina. Questo libro arriva direttamente da Bibbiena dove Sualzo l'ha presentato e dove con tutta probabilità Giuseppe ha ottenuto il prezioso bonus. Un grazie anche ai miei suoceri che me l'hanno regalato e così dovremmo essere più o meno tutti contenti :)
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