Fermo e il compleanno del Fatto Quotidiano.
Creato il 27 agosto 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Fermo, che non è un’intimazione ma il nome di una città delle Marche da poco assurta a provincia, ha ospitato ieri sera un appuntamento importante per tutti coloro che amano un’informazione che possa definirsi tale, quella non governata da editori-imprenditori invadenti, che non ha riferimenti politico-partitici perché l’ideale massimo è la “Politica”, quella che racconta e analizza i fatti non scindendoli dalle opinioni. Le opinioni, come tutti sanno, possono essere condivise oppure no, in una democrazia non è questo lo scarto quanto il poterle esprimere liberamente. Ci prova Boffo e viene accusato di molestie omosessuali, ci prova Fini e un centro commerciale assurge al ruolo di Berlino negli anni ’60 (covo di spie da tutto il mondo), ci prova don Antonio Sciortino e Gasparri si permette di dire che è un prete “un po’ così. Lui fa bisboccia. E poi è un prete davvero? Io non lo so”. Insomma, se in Italia provi a dire la tua arrivano Feltri, Belpietro, Minzolini e Signorini e minimo finisci sulla prima pagina di Chi abbracciato a Rosy Bindi. Ma stavamo parlando di Fermo. Abitando a pochi chilometri di distanza, possiamo permetterci di dire che è una città che conosciamo abbastanza bene. Da qualche decennio governata dalla destra (quella dura e impura), ultimamente ha brillato per due ospitate che non sono passate ovviamente inosservate, quella del senatore Marcello Dell’Utri, noto bibliofilo, e quella di Augusto Minzolini re della manipolazione a mezzo Tg1. “Mills è stato assolto” resterà per anni un must dell’informazione di regime, un modo di fare giornalismo all’incontrario che studieranno ad Harvard nel seminario sulla contraffazione delle notizie tenuto da Peter Arnett. Per tornare ancora a Fermo (chiediamo scusa per le divagazioni on the road), c’è da dire che oltre ad uno splendido teatro, quello Dell’Aquila sede di una prestigiosa “stagione” culturale, la neo provincia gode di uno spazio, Villa Vitali, che un po’ tutti i comuni delle Marche le invidiano. Costruita nel 1872, la struttura è oggi una sede museale di tutto rispetto e una della massime espressioni liberty della regione. Ieri sera, questa magnifica struttura è stata “oscurata”. Il sindaco della città ha ritenuto infatti opportuno non illuminarla, come solitamente si fa quando vi si tengono spettacoli, per cui, una volta arrivati su Viale Trento, specie di sera, è impossibile vederla. Essendo la sede per la celebrazione del primo compleanno del Fatto Quotidiano, ci aspettavamo non luminarie da sagra paesana ma quantomeno un faro che ne illuminasse l’ingresso. Nulla di tutto questo. Il sindaco ha provveduto, ovviamente, ad oscurarla anche all’interno spegnendo le luci delle vetrate e perfino la fontana. Questa ennesima prova di civiltà e di tolleranza da parte di un’amministrazione di destra, a nulla però è servita perché l’arena di Villa Vitali (oltre duemila posti a sedere) si è riempita fino al tutto esaurito. Sul palco giornalisti “moderati che devono fare gli estremisti per poter continuare ad essere moderati” e una bella sensazione di libertà e di aria pulita che non guasta mai, specie in questo momento, in questo paese, con questa classe dirigente. Antonio Padellaro, Peter Gomez, Luca Telese, Lucia Annunziata, la “padrona di casa” Sandra Amurri e l’incontenibile Diego Bianchi in arte Zoro hanno continuato a fare il loro lavoro di giornalisti anche in una serata che si poteva fermare alle celebrazioni, ma se si parla e si ascoltano al telefono Nichi Vendola e Manfredi Borsellino e si discute di Veltroni, di Bersani, di Berlusconi di Tremonti e soprattutto di libertà e di democrazia, la deformazione professionale prende il sopravvento anche sulla voglia di far festa e basta. Non amiamo particolarmente le celebrazioni, però il primo compleanno della “scommessa” Fatto Quotidiano, ci ha intrigato in modo particolare perché fare questo mestiere da uomini liberi ci piace da matti. A proposito delle Marche. A qualche chilometro da Fermo, anche se ne in provincia di Macerata, si trova un’altra città governata dalla destra, Civitanova Marche. Ieri mattina, come hanno titolato con grande evidenza molti quotidiani italiani, un gruppetto di bambini di 10/11 anni ha preso a calci un venditore ambulante bengalese, non è un refuso: a calci. Facendo seguire le parole ai fatti, i fanciulli hanno prima preso a pedate il malcapitato e poi gli hanno intimato di andarsene a “casa sua”. Uno di questi Borghezio in miniatura ha dato al bengalese dell’”amigo”, un termine che di solito usavano Bud Spencer e Terence Hill nei loro abominevoli film. Ma l’aspetto più grave è che i genitori dei piccoli squadristi, comodamente seduti sulle sdraio, si sono messi a ridere divertiti per la bravata dei loro piccoli mostri, fatto che ha reso immediatamente esplicito il profilo educazionale di quelle famiglie. Sarà anche vero che Berlusconi è alla frutta ma il berlusconismo, con tutti gli accessori leghisti, sarà dura sradicarlo. Abbiamo sempre pensato che tre generazioni sarebbero state sufficienti per smaltirlo. Lo riconosciamo ci siamo sbagliati, ed abbiamo rafforzato la nostra convinzione che se qualcuno fosse stato soppresso nella culla, l’umanità avrebbe avuto meno problemi.
Potrebbero interessarti anche :