Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine di Bernardo Soares,

Da Silvy56

“Ma l’esclusione che mi sono imposto dagli scopi e dai movimenti della vita; la rottura che ho cercato del mio contatto con le cose mi hanno portato precisamente verso ciò che cercavo di evitare. Io non volevo sentire la vita nè toccare le cose, sapendo con l’esperienza del mio temperamento al contagio del mondo che la sensazione della vita era sempre dolorosa per me. Ma evitando quel contatto mi sono isolato, e nell’isolarmi ho esacerbato la mia sensibilità già eccessiva. Se fosse possibile interrompere completamente il contatto con le cose, ciò gioverebbe alla mia sensibilità. Ma quell’isolamento totale non può avvenire. Per quanto faccia poco, respiro, per quanto poco agisca, mi muovo. E così, riuscendo a esacerbare la mia sensibilità attraverso l’isolamento, sono riuscito a fare in modo che i più piccoli fatti, che prima non avrebbero avuto importanza per me, mi ferissero come catastrofi. Ho sbagliato il metodo di fuga. Sono fuggito, attraverso uno scomodo stratagemma, verso lo stesso luogo dov’ero, con la fatica del viaggio che si è aggiunta al disgusto di vivere in quel luogo. Non ho mai considerato il suicidio come una soluzione perché io odio la vita per l’amore che sento per essa. Mi ci è voluto del tempo a capire il penoso equivoco in cui vivo con me stesso. Una volta convinto mi sono addolorato, cosa che mi succede ogni volta che mi convinco di qualcosa, perché la convinzione per me è sempre la perdita di un’illusione. Analizzando la volontà, l’ho uccisa. Chi mai mi restituirà l’infanzia precedente alla mia analisi, anche se precedente alla volontà! Nei miei parchi, morto sonno, c’è la sonnolenza delle vasche sotto il sole alto quando i rumori degli insetti si infoltiscono, e mi pesa vivere, non come una pena, ma come un dolore fisico da estinguersi. Palazzi lontanissimi, parchi assorti, la strozzatura dei viali in lontananza, la grazia morta delle panchine in pietra per coloro che sono stati: pompe morte, grazia sfatta, orpello perduto. Mia ansia che dimentico, potessi almeno recuperare la pena con cui ti ho sognato.”

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :