Magazine Diario personale
Era un luogo solitario di silenzio e di luna. Tutto come una laguna. Non vi penetrava alcun affanno tranne il vago deliquio del vento. Paesaggio intermedio tra sogni e terra. Il vento si era placato, soffiando piano. Ricche di alghe erano le acque dove immergevamo la nostra mano. Lasciavamo la mano vagare nell’acqua non vista. I nostri occhi erano abbagliati dal meandro illuminato di luna nello scenario della foresta. Perdevamo lo spirito del nostro quieto essere noi stessi. Eravamo liberi come fate, non avendo da ereditare niente dall’essere. Lì le fate e i folletti imporporavano i loro strascichi illuminati dalla luna. Lì per un po’ conquisteremo l’inafferrabilità dell’io che non si può mai ottenere.