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Ferragosto 2013 Riccione – Kirkos Opera

Creato il 31 luglio 2013 da Valericcione @valericcione

Kirkos Opera – Musica e immaginazione attraverso l’arte circense

Riccione, 15 agosto 2013

Spettacolo con orchestra sinfonica, artisti circensi e autori di disegno animato per ricreare le emozioni del circo a Riccione in piazzale Roma dalle ore 22. Ingresso libero

Kirkos_Opera_Riccione
Un’orchestra di 35 musicisti in smoking e con il volto dipinto a metà, e tra loro i personaggi e le metafore del mondo circense tanto cari a Federico Fellini: il Trapezista, il clown Sparpaglio, l’Incantatrice di serpenti, Nando il domatore, il giocatore Tre-palle e chissa quanti altri coloratissimi protagonisti di un’opera musicale moderna, ma con radici antichissime, che fonde musica colore e fantasia in un calescopio impazzito e pieno di sorprese.

“Kirkos è uno spettacolo che, attraverso la musica, tende alla riscoperta di una meraviglia antica: osserva gli uomini, gli animali, le terre, mettendo a fuoco alcuni aspetti, con situazioni a volte al limite del credibile” – spiega l’autore dell’opera, il maestro Fabio Masini, docente di composizione del Conservatorio Rossini di Pesaro. “L’opera si apre con una citazione dal film di fellini “Clowns” del 1970 (girato a Roma, interpreti Liana e Nando Orfei): un bimbo in pigiama apre la finestra della sua camera e vede che nella piazza davanti casa si sta iniziando a montare il tendone del circo. Da qui parte una sarabanda musicale in dodici quadri”.

I personaggi che vengono presentati nell’arena, nella piazza, nel circo, nel cerchio e nel cilindro sono figure tipiche dell’arte circense nelle loro specificità, ma che immancabilmente ci rimandano all’uomo con i suoi vizi e le sue virtù.

Gli animali, che ormai da tempo sono stati banditi dai circhi, in Kirkos ci sono ancora tutti: tigri, leoni, pantere, giraffe, elefanti, zanzare, pulci e se la giocano alla pari con uomini e donne del circo, perché proprio attraverso il loro confronto avviene spesso il riconoscimento di un carattere, di una mania, di paure, di situazioni paradossali.

Il circo è nomade, racconta il mondo e lo va ad incontrare con i suoi carrozzoni, ma molti non sanno che nelle piazze di tanti paesi il circo è già lì attraverso i loro personaggi involontari che popolano la vita di quel borgo o città che sia.

Kirkos racconta l’uomo attraverso il coraggio del trapezista o del tuffatore, la tenerezza, la goffaggine, l’inadeguatezza del clown Sparpaglio (con riferimenti ai grandi del cinema come Totò e Chaplin), la proiezione, attraverso il giocoliere Tre palle che tiene tutti col naso all’insù o con il domatore Nando che sussurra alla pantera “fai piano che c’è gente, non farmi fare brutte figure!”.

I racconti musicali parlano del personaggio del circo, anche se in realtà ogni singolo pezzo narra qualcosa di più in quanto le figure sono interpreti di stereotipi umani, di sentimenti, di caratteri, di manie, di solitudini e di virtù.

“Il Trapezista”, ad esempio, interpreta il coraggio, ma anche il timore per il buio, il pensiero psicologico prima del grande salto; il tutto diventa umano ed epico al tempo stesso.

“Sparpaglio”, la figura del clown è come nella tradizione classica del malinconico, surreale e alla fine allegro e comunica il senso del procedere, del non arrendersi al mondo che va e, al tempo stesso, sa cogliere ciò che l’esistenza può dare con l’ironia.

“Tre palle” è il giocoliere che giocola, è il bambino adulto, il quale stupisce per la calma e l’agilità. Il giocoliere provoca stupore attraverso gli oggetti che volano, che girano; in una forma d’immaginazione. Alla fine noi siamo sia gli oggetti che volano sia il giocoliere che li fa danzare.

“Snodo” è il contorsionista, colui che si contorce, nell’ampliare i significati può essere anche il contorto, il quale opera una metamorfosi sino a diventare qualcos’altro.

“L’incantatrice di serpenti” narra di un Pre-Tempo in un ipotetico paradiso terrestre nel quale l’incantatrice è una dea che col suono del suo flauto incanta i serpenti in modo magico; è una scena notturna e misteriosa, piena di fascino.

“Nando” è il domatore, sempre carico, è simbolo di una virilità vera e presunta, “Nando è tutta frusta e pelo” come dice la canzone. Egli è anche un cinematografico, è un Don Giovanni a tempo pieno: camicia attillata, pelo fuori, pantalone aderente ed è un po’ fuori peso con una pancia dura e tesa che sborda dalla cintura. Nando sa che il gioco con la pantera, la tigre e la leonessa è un teatro concordato a priori e pieno di compromessi nel quale lui è domatore e domato.

“Astley” è un cavallerizzo inglese del Settecento il quale, tornato dalla guerra dei sette anni, di fronte a Westminster inventa il circo moderno.

“Zzz” è il lanciatore di coltelli. Zzz in realtà non racconta solo del lanciatore di coltelli, ma anche della sua partner e del rapporto che li tiene insieme. Zzz è il sibilo della lama che vola nell’aria e che a volte sfiora e taglia la povera ragazza, la quale si presenta già piuttosto incerottata. Infatti lei canta: “My love you are for me an open wound (amore mio, tu per me sei una ferita aperta)”. Ma il suo amore è tale da sopportare ogni rischio e ogni ferita.

“Sempre all’infinito” l’equilibrista. Ognuno di noi è un equilibrista e ciascuno di noi percorre un filo più o meno lungo, più o meno rischioso.


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