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Ferragosto con un geco: che fare? Dubbi etici e istinti criminali.

Creato il 15 agosto 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
untitleddi Rina Brundu. Che immagino ognuno abbia un suo modo di festeggiare il Ferragosto. Da bambina era così anche per me: si andava in campagna, si faceva festa con i cugini, si mangiava l’anguria, si tornava a casa tardi e poi si dormiva pesante per tutta la notte. Dopo una vita trascorsa in Irlanda, dove il 15 di agosto è di norma un’altra giornata uggiosa tra le parole anche quest’estate è fottuta, per me è scomparso il concetto stesso di Ferragosto. Oggi come oggi mi pare pure una brutta parola, mi propone una strana assonanza con un qualche oggetto appuntito che vorresti tra le mani in date situazioni complicate. Per risolvere.

Com’é come non è oggi ho deciso di trascorrerla da sola questa festività italica e per buona parte della giornata ci sono pure riuscita. Anche la pioggia che cadeva soffice mi ricordava Dublino e in un modo o nell’altro leniva la nostalgia. Poi saranno state le cinque quando ho improvvisamente alzato la testa dal computer e in un angolo di muro del salotto ho visto una piccola lucertola, immobile. Panico. Credo di avere lanciato una sorta di ululato fantozziano che ha invariabilmente allertato nessuno. Ma la colpa era comunque mia: la portafinestra era spalancata e il reprobo era sicuramente entrato da lì.

Che fare? Anni fa sarei corsa fuori di casa urlando all’impazzata, ma questi non sono più quei tempi. Oggi qualunque sia il problema bisogna “googlarlo”. Volendo anche Yahoo può andar bene, basta risolvere. It turns out, o almeno così sostengono i sagaci redattori internettianiche probabilmente il mio ospite non è una lucertola, ma un geco. La differenza? Che cazzo ne so e non ho alcuna intenzione di andare a controllarne il dna: l’animaletto mi mette brividi darwiniani addosso e non sono di norma abituata a gestire queste situazioni. Comunque se lo dicono su google sarà vero: si tratterà probabilmente di un geco.

Geco o non geco, sembrerebbe che questi altri-Esseri siano fondamentalmente “friendly”: uccidono le zanzare e non ti fanno casino. Sarà, ma a meno che non versi la sua quota IMU, io lo voglio fuori di casa. Dimenticato Google mi viene quella che ritenevo un’ideona: dal punto in cui si trovava… magari mi sarebbe stato più facile scacciarlo nell’andito. Apro la porta e contestualmente apro la finestra dell’andito… un modo come un altro per consigliargli una via d’uscita. Ma come muoverlo? Prendo una lunga scopa e lo sfioro. Mai l’avessi fatto: il reprobo corre veloce dietro una credenza lunghissima e per quanto ne so sta ancora lì.

Urlo di nuovo ma nessuno mi sente e al geko non gliene frega niente del mio terrore alla Psyco. A quel punto ho cominciato a spruzzare spray per zanzare per tutta la casa e mi sono quasi avvelenata senza ottenere un risultato visibile. Dopo diverse ore ho chiuso la portafinestra e adesso… sento che lui (lei?) è ancora qui con me. Anche il dilemma etico mi ha afflitto per tutto il tempo: muovere tutti i mobili domattina onde infilzarlo/a con un spiedo o attendere l’apertura dei negozi lunedì per sterminarlo/a con veleno per topi?

Poi la ragione ha fortunatamente ripreso il sopravvento e forse hanno davvero ragione I geniacci di Google: meglio scacciarlo amichevolmente, l’ultima cosa che vorrei è doverne ospitare i parenti durante il funerale…

PS Detto questo se qualcuno ha un valido consiglio per liberarmene presto senza commettere un gekicidio… sarei grata. Ci sono anche momenti buoni per sporcarsi la coscienza ma debbono valerne la pena, questo non mi pare uno di quelli…


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