Alcune volte occorre dire le cose come stanno. La decisione di mettere il tricolore sul telaio delle Ferrari al Gran Premio dell'India e' stata a dir poco funesta. Capisco le pressioni in Italia per il rilascio dei maro', l'amor di patria e l'omaggio alla Marina Militare, ma e' stato un boomerang diplomatico. E non sono solo io a dirlo qui in India. Ci sono almeno tre motivi che avrebbero suggerito una maggiore prudenza da parte della scuderia di Maranello:
1 Il neo giudice capo Altamas Kabir della Corte Suprema sta scrivendo la difficile sentenza sulla giurisdizione proprio in questi giorni e come e' noto il destino di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e' appeso a questo verdetto.
2 La vicenda era sparita dalla stampa indiana e dai riflettori dell'opinione pubblica che - come e noto - e' schierata tutta sulla tesi colpevolista.
3 Il marchio Ferrari gode di un ottimo prestigio in India. L'associazione con i maro' potrebbe nuocere la sua immagine. Gli sforzi dei rappresentanti del cavallino rampante, all'autodromo di Buddh a Greater Noida, di levarsi dall'imbarazzo precisando che lo stemma non e' ''in solidarieta''' con i maro', ma soltanto un ''omaggio a una delle eccellenze italiane'', sono risultati patetici. E' come arrampicarsi sugli specchi.
Il risultato e' che tra India e Italia e' di nuovo salita la tensione e anche i toni, come si puo' vedere da questo editoriale del quotidiano The Pioneer.