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Ferribbotte e Mefistofele. Storia esemplare di Tiberio Murgia, l’attore non attore

Creato il 26 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Ferribbotte e Mefistofele. Storia esemplare di Tiberio Murgia, l’attore non attoreFerribbotte e Mefistofele. Storia esemplare di Tiberio Murgia di Nicola Fano. Come sempre Nicola Fano ripercorre la storia d’Italia attraverso i suoi attori, come specchio degli spettatori che li seguivano e li amavano, e che li apprezzavano proprio in quanto riflesso della realtà che li circondava.

Ferribbotte e Mefistofele è la storia di Tiberio Murgia attore non attore, un po’ sbruffone, comunista, donnaiolo, minatore scampato alla tragedia di Marcinelle.  Attraverso la storia di Tiberio, l’autore ci conduce all’interno della società italiana dagli anni ’30 in poi mettendo  in luce particolari ed  eventi che il lettore conosce per la prima volta: un quadro multiforme e affascinante, l’immagine dell’italiano.

Tiberio Murgia, nato a Oristano da una famiglia povera, inizia a lavorare fin da giovanissimo come manovale. Il giovane Murgia emigra in Belgio a Marcinelle, il grande centro carbonifero che vede impiegati come minatori diverse migliaia di lavoratori italiani. Qui scampa rocambolescamente alla morte quella notte fatale del disastro di Marcinelle, nel quale un’esplosione di gas uccide tutti i minatori del suo turno. Ritornato ad Oristano è costretto ad emigrare nuovamente  alla volta di Roma. Sarà lavapiatti in una trattoria fin quando viene notato da un’assistente del regista Mario Monicelli, che gli propone un provino. Il regista toscano gli affida il ruolo di Ferribotte(storpiatura di ferry boat, il traghetto che unisce la Sicilia al continente), il gelosissimo e possessivo immigrato siciliano, nella banda di inesperti e pasticcioni malavitosi romani che, nel capolavoro della commedia all’italiana del 1958, I soliti ignoti, tenta di assaltare senza successo la cassaforte del Monte dei Pegni.  Il grande pubblico lo ricorderà certamente per la sua mimica facciale, gli occhi spesso socchiusi e le sopracciglia perennemente arcuate e folte, il capo leggermente rivolto all’indietro nella rappresentazione satirica di un siciliano diffidente e ostinato. La sua carriera non finirà qui, sarà interprete in commedie e pellicole sino agli anni ottanta.

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