di Paolo Menis
Trieste - Sul tema Ferriera di Servola ci sentiamo in dovere di rispondere a coloro che tentano di ribaltare la frittata accusandoci di essere “anti-industriali”.
Andiamo per punti:
1. Prendiamo atto che al primo cittadino di Trieste, messo alle corde da due anni e mezzo fallimentari e dalla sua incapacità di risolvere anche uno solo dei tanti problemi della città, non resta altra strada che incitare la piazza contro chi sta cercando di rovinare i suoi progetti. Il tutto condito da farneticazioni sull’aria pura che i cittadini respireranno tra pochi mesi, quando il gruppo Arvedi (sic!) avrà finalmente fatto “forti investimenti” (risic!) “sul versante ambientale”.
2. I fatti. Il 31 dicembre 2012 il sindaco nomina Francesco Rosato quale consulente per “la valutazione degli aspetti economico – ambientali in tema di riconversione industriale dell’area di Servola”. Il consulente dopo qualche mese abbandona la strada della riconversione per imboccare quella del passaggio da un gruppo siderurgico (Lucchini, commissariato e con i conti in rosso) a un altro (Arvedi). Vi chiederete: cosa c’è di male? Beh il MoVimento 5 Stelle scopre che il sig. Rosato è si consulente del Comune di Trieste ma contemporaneamente lavora anche per il gruppo Arvedi (notizia questa non riportata da nessun quotidiano), e che al termine della consulenza per il Comune è diventato pure amministratore unico della nuova società del gruppo Arvedi che vuole rilevare l’attività della Ferriera. Che ci sia un potenziale conflitto di interessi? Il consulente ha curato gli interessi del Comune di Trieste (e quindi dei cittadini) oppure quelli di Arvedi? Cosa avrebbero dovuto fare due consiglieri comunali e un consigliere regionale venuti a conoscenza di questi fatti? Avrebbero forse dovuto tacere per non disturbare il conducente? Perché il sindaco, invece di parlare di bomba sociale, non ci risponde su questo enorme conflitto di interessi? È questa la trasparenza di cui tanto si è riempito la bocca in campagna elettorale?
3. Martedì scorso, all’incontro organizzato dalla giunta comunale per illustrare le attività della stessa in campo ambientale, l’assessore Laureni ha dichiarato di non aver mai visto il piano industriale di Arvedi e di non conoscere quindi gli interventi proposti. Smentendo così Cosolini che invece dichiara che “siamo di fronte a un piano industriale serio con forti investimenti sul versante ambientale”. O uno dei due ci racconta frottole, oppure non si parlano.
4. L’intervento pubblico, non solo in termini economici, nella complessa partita della Ferriera ha un senso se si ha il coraggio di cambiare rotta rispetto allo status quo. Noi ribadiamo che al primo posto c’è la salute dei lavoratori e di tutti i triestini. In quell’area industriale non è concepibile la prosecuzione di attività siderurgica con impianti obsoleti perché non è compatibile con l’ambiente. Si utilizzino i quasi 15 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per attivare ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori e si concordi con gli altri enti, compresa l’Autorità Portuale, un percorso che porti alla richiesta di manifestazioni di interesse per il sito da parte di investitori. Dalla consulenza Rosato è emerso che altri imprenditori, con programmi che garantivano certamente minor impatto occupazionale ma attività industriali e produttive sostenibili, sono interessati all’area.
Paolo Menis, consigliere comunale M5S
Stefano Patuanelli, consigliere comunale M5S
Andrea Ussai, consigliere regionale M5S
Aris Prodani, deputato M5S
Fonte: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/trieste/2013/09/ferriera-la-risposta-del-m5s-al-sindaco-al-sindacalista-e-al-quotidiano-locale.html